Perocchio: compriamoci noi la Centrale del latte. Bertoli: proposta insensata, tanto vale comprare i grigi

Mercoledì sera in consiglio comunale si è discusso delle aziende partecipate dal comune di Novi Ligure. Tra queste c’è anche la centrale del latte di Alessandria, di cui il comune di Novi detiene lo 0,3%. L’orientamento di Novi  è di seguire l’esempio del comune di Alessandria, che ha predisposto un bando per vendere le suo quote. 

Alessandria detiene il 6,9% delle azioni della centrale del latte e le ha messe in vendita, tramite bando, per 450 mila euro.  Il  capogruppo della Lega Perocchio ha proposto in consiglio comunale di fare l’opposto di Alessandria. «Nel 2019 venne approvata una proposta  di legge a prima firma di Riccardo Molinari – ha detto Perocchio – per superare legge madia e permettere ai comuni le partecipazioni pubbliche nel settore del latte, cosa che appunto la legge madia non permetteva. Alessandria ora  ha deciso di fare la di vendere le sue quote e  questo lascerà  la centrale del latte senza una partecipazione pubblica e una rappresentanza del settore pubblico nel consiglio di amministrazione dell’azienda. La mia può essere una provocazione però piuttosto che vendere, perché non entrare noi al posto di Alessandria per mettere un nostro membro all’interno del Cda della centrale del latte? 
Capisco che la situazione è difficile dal punto di vista economico e che ci sono stati degli esercizi in perdita,  però è  una questione strategica restare al fianco degli allevatori». 

Il botta è risposta è rimasto all’intento dell’opposizione, perchè ha provveduto a stroncare la sua proposta il capogruppo di Fratelli d’Italia Marco Bertoli, che è contadino ed è stato per anni membro del CdA della centrale per conto degli allevatori.

«Secondo me la prossima proposta di Perocchio è comprare i grigi – ha  esordito Bertoli – a Novi non abbiamo nessun produttore di latte, mentre qualche tifoso dell’Alessandria c’è». 

Bertoli ha poi provveduto a spiegare le sue  ragioni. «La centrale del latte è nata 70 anni fa per sostenere gli allevatori, perchè allora la produzione di latte era frazionata in moltissimi piccoli produttori, che no avevano capacità di contrattare il prezzo. Il latte non è come il grano, che si può mettere da parte in attesa di prezzi migliori. Il latte deve essere venduto subito, fresco. Grazie alla centrale del latte allora si ottennero migliori condizioni economiche per i nostri produttori. Ora però questo non ha più senso. A fronte di una produzione complessiva di latte invariata, sono rimasti solo 4 o 5 grandi produttori che non hanno bisogno della centrale del latte per spuntare prezzi migliori. Gli enti locali sono usciti, perchè non ha senso tenere impegnati i soldi dei cittadini senza mai avere una remunerazione del capitale investito e senza scopo sociale. Non so come si possa avere il coraggio di fare proposte simili senza capo né coda: dobbiamo fare gli interessi dei novesi, non di Alessandria» ha concluso Bertoli. 

Il sindaco Muliere ha ribadito l’indirizzo del comune di procedere alla vendita della piccola quota (0,3%) detenuta dal comune. «Oltre a quanto ricordato da Bertoli, la centrale del latte aveva la funzione sociale di calmierare i prezzi a favore dei cittadini, ma oggi anche questa funzione non c’è più». 

Giacomo Perocchio

Alle elezioni amministrative Perocchio si era candidato sindaco. Se avesse vinto, probabilmente oggi spenderebbe 450mila euro dei novesi per una azienda che da anni produce in perdita da cui tanti cercano di uscire. Forse non gli sono bastati i 5 milioni dirottati da Novi ad Alessandria per il ponte?

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

2 commenti su “Perocchio: compriamoci noi la Centrale del latte. Bertoli: proposta insensata, tanto vale comprare i grigi

  1. Questo per ingraziarsi molinari ha già regalato 5 milioni di euro dei cittadini novesi ai mandrogni , e aveva svenduto il cit per quattro ceci cileni, neppure della merella. Ora prosegue nel lavoro contro la città. Ieri ero ad Alessandria, il peggior capoluogo di provincia d’Italia. È piena di cartelli affittasi. È ora di approfittarne, urge trasloco.

  2. Giacomo Perocchio ha la “sindrome di Comunardo Niccolai”: ogni volta che parla segna un’autorete. Questa fa morire dal ridere. Meglio che si dedichi al muralismo e alla street art e lasci stare la politica. È negato!

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