Con la conferenza stampa di Lega e Forza Italia di mercoledì pomeriggio Poletto, Dolcino, Perocchio e Porta hanno chiesto ai vertici di Fratelli d’Italia di intervenire su Marco Bertoli, il “saltimbanco” (parole di Dolcino) accusato di rovinare la ritrovata unità del centro destra cittadino. Ora la palla è quindi finita tra i piedi dell’avvocato Enzo Ferrarese (coordinatore cittadino di FdI) e dei vertici provinciali del partito di Giorgia Meloni.
Cosa possono fare? Il gesto più estremo potrebbe essere quello di espellere Bertoli da FdI, ma bisognerebbe anche spiegarne le motivazioni. Una espulsione che non risolverebbe il problema: Bertoli resterebbe comunque in consiglio comunale, è stato eletto dai novesi. FdI otterrebbe solo di non essere più rappresentata in consiglio a Novi, e farebbe anche la figura di chi abbassa la testa davanti a Lega e Forza Italia. Uno scenario scomodo nell’ottica delle prossime elezioni amministrative a Casale e Tortona, dove i Meloniani hanno i voti che contano.
Uno scenario, quello dell’espulsione di Bertoli non solo altamente improbabile, ma che andrebbe a mettere una pietra tombale su ogni possibilità futura di convergenza nell’opposizione in consiglio. Bertoli non si farebbe certo problemi a restare in consiglio senza un partito alle spalle, anzi, è uno che in queste situazioni si motiva, come ha dato prova durante la scorsa legislatura comunale.
Senza dimenticare che in consiglio comunale, a Novi, all’opposizione siede anche Paolo Coscia per il movimento 5 stelle. Uno che parla poco, ma quando lo fa, lo fa a ragione veduta entrando nel merito dei problemi. Coscia, a conti fatti, molto spesso ha votato come Bertoli e non come il resto dell’opposizione di centro destra. La conferenza stampa di mercoledì può ottenere solo l’effetto di spingere ancora più Bertoli verso la maggioranza.
Nella storia elettorale di Novi il centro destra unito si è visto solo una volta, quando nel 2019 proprio Marco Bertoli riuscì a far convergere Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sul nome del nonno di Perocchio, l’ex Sindaco Cabella. Unica tornata elettorale dal 1999 a oggi in cui non scese in campo a livello cittadino proprio Maria Rosa Porta, una candidata che dati alla mano è una garanzia di sconfitta. Onore alla caparbietà della maestra novese, che si è sempre candidata a Novi (perdendo) e nel 2019 per far vincere il centro destra si è sacrificata andando a perdere in un sol giorno sia la candidatura regionale che europea. Bertoli invece viene rieletto consecutivamente da ben 7 legislature, ogni volta con un partito diverso pur nel variegato alveo del centro destra novese.
Dolcino, nella conferenza stampa, ha paragonato Perocchio, Poletto e Porta (il trio 3P) a Didì, Vavà e Pelè, l’attacco del Brasile del ’58 (vedi fotomontaggio di apertura). «Io sto in porta» ha detto Dolcino. Un attacco che è molto attento alle questioni formali, almeno in consiglio comunale. “La commissione non è stata convocata”, “la documentazione è arrivata in ritardo”, ecc. sono questioni di forma e non di sostanza. Bertoli invece sembra guardare più alla sostanza dei provvedimenti, motivando i voti favorevoli, contrari o di astensione entrando più nel merito delle questioni.
Il fatto è che comunque sia, Muliere conta su 11 voti della maggioranza, e non sembra che ci siano questioni all’orizzonte tali da poterlo mandare “sotto” in aula. Il voto è previsto per il 2027, se quella del “trio brasileiro” è già l’inizio della campagna elettorale del centro destra (si dice che si sia già trovato il nome del futuro candidato sindaco e che non sia certo un nome nuovo) la strada è ancora molto lunga.
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3 commenti su “Lo scenario: dove vuole andare il centro destra novese? ”
Comments are closed.
non ho capito.
E’ il canaro che sta in porta, o è porta che sta in canaro?
Direi che il voto per le amministrative a Novi Ligure è previsto per il 2028
Buon lavoro al sindaco e alla sua maggioranza
quella che sta in mezzo ha più probabilità di diventare miss Italia (e non “Itaglia” come scriverebbe un noto writer) che sindaco di Novi