Giovedì 25 gennaio, alle 17.00, presso la Biblioteca comunale Roberto Allegri” di Serravalle Scrivia si terrà il reading sulla memoria “Non muoio neanche se mi ammazzano”. Con testi tratti da “Il grande Diario”, “Diario clandestino” e “La favola di Natale” di Giovannino Guareschi.
Con Emanuele Arrigazzi.
Dramaturg e scelta testi: Allegra de Mandato.
L’incontro è stato organizzato dall’Amministrazione Comunale di Serravalle Scrivia in collaborazione con A.N.P.I. Martiri della Benedicta per celebrare la Giornata della Memoria 2024.
Così il Presidente di A.N.P.I. Elio Pollero: “Il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche liberano il lager di Oœwiêcim in Polonia (noto con il suo nome tedesco di Auschwitz) non si disvela al mondo soltanto la tragedia dell’Olocausto ma si scopre anche tutto l’universo concentrazionario del regime nazista.
Impariamo la tetragona organizzazione dei campi di sterminio e di lavoro del reich e le categorie umane dei deportati contraddistinti non per il loro nome ma con un numero e un triangolo di stoffa colorato che ne indica la categoria, capiamo la disumanizzazione, il degrado della persona umana a pezzo di materia apparentemente inerte.
Ci sembra quindi giusto che lo sforzo di memoria vada anche oltre il macroscopico della Shoah per portarci in ogni ambito di questa tragedia che per il nostro paese ha un risvolto poco conosciuto ma importante nella deportazione dei militari italiani dopo l’8 settembre 1943, i nostri IMI (Internati Militari Italiani). Giovannino Guareschi è uno di questi, crediamo doveroso ripercorrere la sua testimonianza viva e diretta”.
Contenuti:
Nell’occasione della giornata della memoria un inedito racconto, tratto da il “diario clandestino” di Giovannino Guareschi, l’autore dell’indimenticabile mondo di Don Camillo, qui racconta la sua prigionia nei lager nazisti in Polonia e Germania. Lì fu rinchiuso dal settembre ’43 fino alla liberazione nella primavera del ’45. Era il salatissimo prezzo da pagare per non aver aderito alla Repubblica Sociale Italiana. Un lungo e doloroso “pellegrinaggio”, compiuto insieme a migliaia di prigionieri di guerra italiani e di altre nazionalità. Un’infernale ‘attraversata nel deserto del nazismo‘ fatta di sporcizia, fame, freddo, maltrattamenti, umiliazioni, lontananza dai propri cari. Da Brameworde (Germania) e Sandbostel a Czestkowa (Polonia) passando per Beniaminowo e poi ancora sul suolo germanico a Sandostel, Wietzendorf, Bergen.
In questo beffardo ‘girotondo’ tra lager, Giovannino incontrò migliaia di giovani soldati e padri di famiglia come lui, molti dei quali già lo conoscevano per i suoi scritti umoristici sul “Bertoldo”.
Un racconto “dall’interno”, di uno scrittore che durante quest’esperienza scrisse appunti su un taccuino di tutto l’orrore che lo circondava ma che visse l’esperienza cercando di “alleggerirla” a chi gli stava accanto con la sua intelligenza e quella leggerezza che Calvino evocava nelle sue Lezioni americane sempre presente.
Un racconto duro “alla fine della prigionia, Giovannino pesava 45 chilogrammi (prima era 90), ma anche punteggiato da un inedito umorismo e da uno spirito d’iniziativa in grado “d’infettare” i compagni di prigionia, la creazione di una radio, la B-90 che trasmetteva tra le baracche spettacoli di rivista tramite un altoparlante di fortuna e trasformava i prigionieri in attori e l’invenzione di un concorso di poesie per il lager.
Un racconto di umanità e disumanità, un altro modo di raccontare la tragedia dei campi di concentramento, un viaggio all’inferno di chi cerca di non soccombere a quest’inferno ma di viverci e farci vivere gli altri inseguendo la vita anche lì dentro e non solo la sopravvivenza, un diario fatto di appunti, storie, memorie che vale la pena di raccontare e di ascoltare e diffondere perché la memoria non sia persa, mai.
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