Le manganellate della polizia a Pisa sono le ultime di una lunga serie, ma quelle più odiose perché prive del benchè minimo pretesto. Mi hanno sensibilmente colpito, non solo perché tra quegli studenti – ragazzini adolescenti – avrebbe potuto esserci mio figlio, ma anche perché la vicenda e le reazioni di alcuni alla stessa fanno sinceramente riflettere su quanto siano sotto attacco – oggi – i fondamentali principi della nostra Carta Costituzionale e la nostra stessa democrazia.
Bene ha fatto il nostro Capo dello Stato, figura di garanzia ancora rimasta nel nostro ordinamento (e che con il cd. premierato elettivo si vorrebbe smantellare) a rimarcare che “l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli, ma sulla capacità di assicurare sicurezza, tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento” .
Qui non si discute del ruolo importantissimo che svolgono le Forze dell’Ordine per la collettività, ma del fatto che le stesse, così come tutte le istituzioni, devono stare dalla parte della nostra Costituzione e agire sempre nel rispetto della stessa.
L’art. 17 della Costituzione dispone che tutti hanno il diritto di riunirsi in luoghi pubblici pacificamente e senza armi.
Vi è un solo obbligo, ossia quello di preavvertire la Pubblica Autorità, che non deve autorizzare, ma limitarsi a vietare una riunione, se esiste un pericolo per la sicurezza e la pubblica incolumità, pericoli che, come si è potuto ampiamente verificare, erano del tutto insussistenti a Pisa, ove erano presenti ragazzini, non armati e a volto scoperto.
Questo clima di repressione comprime un diritto fondamentale, ossia quello di manifestare e tale compressione non è compatibile con la democrazia, ma è tipica dei regimi autoritari, dove la prima repressione si fa appunto nelle strade.
Norberto Bobbio ha affermato che “il cammino della democrazia non è un cammino facile …..e che noi siamo, dobbiamo essere, democratici sempre in allarme”.
Per questa ragione, appaiono particolarmente inquietanti alcuni commenti letti in questi giorni sui social o le affermazioni di certi personaggi politici che richiamano, a giustificazione del comportamento tenuto dalle Forze dell’Ordine, il fatto che la manifestazione non “era autorizzata”, dimostrando così di ignorare le chiare norme costituzionali e la circostanza che la preventiva autorizzazione era necessaria durante il regime fascista e non lo è oggi, in vigenza della Carta Costituzionale.
Frasi e affermazioni che mettono in evidenza i pericoli della nostra democrazia, per il funzionamento della quale, citando ancora Norberto Bobbio (Il futuro della democrazia), devono esserci alcuni pre-requisiti.
Una parte consistente della popolazione deve risultare formata alla pratica della democrazia ed essere dotata dei mezzi per osservare criticamente l’esistente. Insomma, il cittadino dovrebbe essere educato al rispetto di alcune regole fondamentali dell’ordine democratico.
Oggi, spesso, abbiamo invece cittadini diseducati dalle stesse istituzioni che invece dovrebbero educarli e dalle stesse leadership politiche che costituiscono purtroppo esempi negativi.
Il cittadino educato alla democrazia dovrebbe quindi indignarsi di fronte al dimostrato eccesso di interventismo delle Forze dell’Ordine presenti a Pisa, eccesso del quale i singoli risponderanno personalmente davanti all’Autorità Giudiziaria
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Un commento su “ La Democrazia è in pericolo?”
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Ogni volta che succedono episodi del genere il primo commento di tutte le forze politiche è solidarietà alle forze dell’ordine che sono indispensabili e bla bla bla; il secondo scarica strumentalmente e a fini pre-elettorali (siamo sempre in campagna) le colpe sul governante di turno. Io credo che il problema sia nella struttura stessa e in una mentalità che attraversa tutti i corpi militari o paramilitari di questo paese. Quanti Vannacci ci sono all’interno di queste strutture? Il questore di Pisa era il vicequestore di Genova durante il G8 e direi che per uno che ha avallato la macelleria messicana della Diaz scaraventare a terra un po’ di studentelli borghesi e rompicoglioni sia una formalità. Non so quanti di voi hanno provato l’esperienza di trovarsi faccia a faccia con gli scudi: commenti a dir poco avvilenti, manganelli che vengono “appoggiati” tra le gambe delle ragazze ed altre amenità del genere, finché non decidono che è giunto il tempo di suonartele e spesso nelle loro espressioni e nei loro sguardi si nota una certa soddisfazione nel farlo.
Certo si sentono molto più protetti dai governi “ordine e disciplina” ma anche quando al governo c’erano altri le botte sui manifestanti ci sono sempre state e ci saranno sempre. Purtroppo.