25 aprile, una data simbolica che stiamo dimenticando

Il 25 Aprile è la ricorrenza storica con la quale vogliamo ricordare la liberazione dell’Italia dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista. È una data storica piena di significato, fatta di eroismi e di sacrifici estremi che: sancisce la liberazione italiana, alla fine della seconda guerra mondiale, dall’oppressione nazifascista, ma sopratutto fu il riscatto della maggior parte della popolazione che si era ribellava in armi ad un potere che ci aveva trascinato in un conflitto disastroso quanto crudele e sanguinario per sete di potere.

Ci ha consentito con il referendum di passare dal sistema monarchico al sistema repubblicano democratico. Notevole fu l’apporto del genere femminile che conquistò sul campo di tante battaglie, tutti i diritti civili, ma soprattutto furono messe nella condizione di esprimere il loro valore intellettivo, contribuendo in modo determinante a quello che è stato il miracolo economico- sociale italiano.

Tra tutte è doveroso ricordare il ministro Tina Anselmi, promotrice della legge 23 dicembre 1978, n. 833 con la quale è stato istituito il servizio sanitario nazionale e viene sancito il concetto di salute, inteso come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, orgoglio nazionale e vanto in tutto il mondo; Nilde Iotti, la prima donna presidente della camera dei deputati, sostenitrice dei diritti civili soprattutto delle classi più deboli. 

Entrambe valorose combattenti partigiane, esponenti di tutte quelle eroine, rimaste sconosciute. Grossi personaggi politici di cui oggi si avverte la mancanza che seppero sostenere ad oltranza gli interessi generali a discapito di quelli di parte.

Purtroppo il tempo è un grande afrodisiaco per la memoria, tendiamo a dimenticare con facilità il passato e gli insegnamenti che dovrebbero essere una guida indissolubile per delle solide fondamenta. Le memorie storiche mano mano vengono a mancare e quelle di nuova generazione sono avvolti nell’oblio, tutte intende a conseguire il successo nella nuova dottrina neoliberista e non si accorgono che piano piano, invertiamo il corso storico, ritornando a realizzare quelle condizioni che ci portarono al disastro.

Ricordiamo il 25 aprile ma in una visione di retorica generalizzata, ignorando che sosteniamo guerre di crudeltà effimere a due passi da noi che generano terribili distruzioni, vittimi inerme e sofferenze indescrivibili, soprattutto nella parte più deboli che dovrebbero essere protette per rappresentare il futuro. E non solo ne siamo pure, in qualche modo, belligeranti in spregio a quella costituzione conseguente al 25 Aprile che ripudia la guerra come forma di contesa tra gli stati. Emanata da giganti politici che avevano vissuto in prima persona l’orrore della guerra e la adattiamo, alla convenienza del momento o riducendola a dei concetti retorici. Rimaniamo sordi, ciechi e silenti al grido di aiuto di quei disperati, festeggiamo una data che ci vuole ricordare un periodo in cui eravamo nelle stesse condizione, ma con noncuranza ignoriamo gli stessi diritti alla vita a chi si trova in quelle stesse condizioni, mai di maggiore gravità per la grande potenza distruttiva delle armi che anche noi forniamo.

Il 25 Aprile, per quello che rappresenta, dovrebbe essere l’occasione per indurci a un sussulto di orgoglio e risvegliare, quella umanità, quella solidarietà verso chi soffre e, farci attingere a quella immensa cultura di secoli e secoli di civiltà che, non possono essere scomparsi dal nostro Dna e, prospettare una convinta soluzione politica che faccia tacere le armi e pacificamente individuare il modo di convivere. Non dimentichiamo che il pianeta terra è di tutti, ogni generazione ce l’ha in uso solo in modo transitorio. Se i nostri politici non sono in grado di tale iniziative, si dimettano, fare politica non è il loro mestiere.

Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi

Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone

Visited 1 times, 1 visit(s) today

Francesco Giannattasio

Torna su

Contact Us