Caro Dolcino, il consiglio comunale non è un circo

Egregio Signor Dolcino,
Sono venuto a conoscenza, per vie traverse dato che non frequento i lidi dei social network, di un suo recente post su Facebook. Nello specifico, lei descrive l’ultima sessione del consiglio comunale come un evento di carattere quasi circense, ridicolo al punto da provocarle indignazione per il tempo che ritiene sprecato. Eppure, noto che lei stesso non ha esitato a tuffarsi nell’arena, con due, pur rapide, ma inutili (la definizione è sua) interpellanze. Non trova anche lei un po’ paradossale criticare il circo stando in pista come un agile acrobata?

il post di Dolcino su Facebook


Lei menziona mozioni ai confini della regolarità e altre ritirate per essere ripresentate successivamente, dipingendo questi atti come manovre “ ridicole” piuttosto che come normali procedure consiliari. Nel suo post, in un misto di critica e disappunto, s’indigna per la divisione nella maggioranza ed esalta l’unanimità del centrodestra, che ha respinto una mozione. Mi permetta, caro signor Dolcino, di suggerirle che è proprio in questo contrasto che si manifesta l’essenza più autentica della democrazia!
La sua lamentela si estende poi alla durata prolungata del consiglio, che ha chiuso i battenti alle tre del mattino dopo sei ore di dibattiti, definiti da lei una maratona di parole per il nulla. Certamente senza le sue interpellanze, il sipario sarebbe calato un po’ prima!
Sulla questione delle mozioni, lei, che nel merito è sicuramente più esperto di me, sembra vedere solo proposte prive di sostanza. Ma è davvero così? E riguardo alle cosiddette “divisioni” nella maggioranza, che lei interpreta come segnali di debolezza, mi permetto di dirle che sono invece la prova di una maturità politica in cui i consiglieri, liberati dalle catene di un pensiero unificato, interpretano il dibattito con indipendenza intellettuale.
Quanto al caso di Julian Assange, si tratta di un tema che tocca corde sensibili e divergenti, il che rende naturale la varietà delle interpretazioni, specchio di una coscienza critica che non si accontenta di adagiarsi su letture semplificate.
È motivo di rammarico, invece, osservare come nel suo schieramento, quello di destra, sembri prevalere una tendenza alla normalizzazione del pensiero, un’eco del monolitico pensiero unico. Sarebbe auspicabile che anche nel suo campo si aprissero le porte a un dibattito più aperto e meno conformista.
Con stima e un pizzico di speranza che il dialogo possa sempre arricchire la politica cittadina, le rivolgo un saluto cordiale.

Una risposta a “Caro Dolcino, il consiglio comunale non è un circo”

  1. Avatar Patrizia
    Patrizia

    parole condivisibilissime ma dubito che il nostro le capisca, a meno che non compaiano i sottotitoli in dialetto di Castelletto o in calabrese (intende bene anche questo).

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Giorgio Bologna

Un commento su “Caro Dolcino, il consiglio comunale non è un circo

  1. parole condivisibilissime ma dubito che il nostro le capisca, a meno che non compaiano i sottotitoli in dialetto di Castelletto o in calabrese (intende bene anche questo).

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