Al Carlo Felice di Genova il Corsaro di Verdi

Da venerdì 17 maggio alle ore 20.00 sarà in scena all’Opera Carlo Felice di Genova il penultimo titolo della Stagione Lirica 2023/2024, Il corsaro, melodramma tragico in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave dall’omonimo poemetto di George Gordon Byron.

L’Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice oltre all’Orchestra, coro e tecnici dell’Opera è realizzato in coproduzione con il Teatro Regio di Parma. L’opera, diretta da Renato Palumbo per la regia di Lamberto Puggelli, sarà in replica domenica 19 maggio alle ore 15.00, venerdì 24 maggio alle ore 20.00 e domenica 26 maggio alle ore 15.00.

Il corsaro è un melodramma tragico in tre atti che Verdi compose a Parigi tra il 1847 e il 1848, la prima rappresentazione si tenne al Teatro Grande di Trieste nel 1848. Il soggetto aveva attirato l’attenzione del compositore da tempo affidandone la riduzione in libretto d’opera a Francesco Maria Piave. 

La storia ripercorre le avventure di un corsaro, Corrado, che stanco della prigionia su un’isola dell’Egeo decide di fuggire per attaccare il pascià turco Seid, abbandonando l’amata Medora. L’attacco è sventato dai turchi, e Corrado e i suoi corsari vengono condannati a morte. Durante la notte, Gulnara, prediletta del pascià e innamorata di Corrado, uccide Seid e libera il suo amato. Di ritorno sull’isola, Corrado incontra Medora ormai morente: sconvolta per la condanna a morte del suo amato aveva infatti deciso di togliersi la vita. Di fronte a questa tragedia, Corrado si getta in mare. La drammaturgia dell’opera si snoda tra avventure, battaglie e amori sconvolgenti. La musica di Verdi esalta tanto la dimensione dello scontro quanto quella amorosa, con arie di grande lirismo e intensità drammatica («Tutto parea sorridere», «Il fiero corsaro è mio prigione!», «Oh mio Corrado appressati»). Non mancano i riferimenti alla tradizione italiana della prima metà dell’Ottocento, ma con Il corsaro Verdi introduce nuovi spunti, quelle personalissime intuizioni che di lì a poco avrebbero definito il suo stile e cambiato la storia del melodramma.

La regia di Lamberto Puggelli, realizzata nel 2004, con le scene di Marco Capuana, i costumi di Vera Marzot e le luci di Maurizio Montobbio, coglie gli aspetti più romantici e travolgenti dell’opera, con una messa in scena di forte impatto visivo, nella quale troneggiano le vele delle navi dei corsari e dei turchi, che si tramutano tanto nella gabbia che rinchiude Corrado, fatto prigioniero, quanto nell’affascinante e misterioso harem del pascià Seid. Avvincenti sono le scene di battaglia, coordinate dal maestro d’armi Renzo Musumeci Greco. 

Sebbene non sia tra le più popolari di Verdi, si tratta di un’opera molto affascinante con arie e cori di grande intensità emotiva, sottolineando i sentimenti e gli stati d’animo espressi dei singoli personaggi: il dolore, i toni avvincenti, aggressivi e virili, la passione e la seduzione. 

Il pensiero così complesso e profondo, nascosto nella semplicità del linguaggio verdiano è, secondo il M° Palumbo “un linguaggio inclusivo che doveva arrivare a tutti ben aldilà delle differenze sociali e culturali. Verdi diventa quel maestro di vita che attraverso la sua musica ci parla, ci educa e ci eleva umanamente. Alla sua conoscenza ci si deve accostare con rispetto e soprattutto con umiltà”

Passione è tutta l’umanità.

Il cast si compone di Francesco Meli (Corrado), Irina Lungu (Medora), Mario Cassi (Seid), Olga Maslova (Gulnara), Saverio Fiore (Selimo), Adriano Gramigni (Giovanni), Emilio Cesar Leonelli (Un eunuco), Matteo Michi (Uno schiavo).

Katia C. Tonzillo

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