Nel centenario della nascita di Franco Basaglia ricordiamoci di chi soffre di disturbi mentali

Questo è l’anno in cui si celebra e ricorda la figura ed il lavoro di Franco Basaglia (nella foto), psichiatra che ha cambiato radicalmente l’approccio alla cura delle persone affette da “disturbo mentale”, mettendo al centro del suo lavoro non tanto il malato ma la persona di cui bisogna prendersi cura non solo con l’uso del farmaco ma anche con azioni collaterali per ridare alla stessa autonomia e dignità.

Chi si trova in situazioni di non equilibrio mentale, non connette! E, quindi, va aiutato con pazienza ma anche con determinazione ad essere convinto di iniziare un percorso di cura che lo aiuti ad essere consapevole di quanto sta accadendo.

Molte volte si preferisce non dar peso ad alcuni sintomi riferibili ad una situazione della mente non equilibrata. Ne cito alcuni: manie di persecuzione, isolamento, apatia in generale, fobie (in gergo sclerare).
Familiari ed amici possono essere di aiuto ma, una giusta diagnosi è utile: i Centri di Salute Mentale sono nati per questo. Strutture sanitarie diffuse sul territorio per assistere persone con disagi di questa natura, solo che “dal dentista ci vai tranquillamente, dallo strizzacervelli un po’ meno!”

Nei Centri di Salute Mentale trovi l’infermiere, l’assistente sociale, la psicologa e la psichiatra. Quindi operatrici sanitarie, ognuna con le proprie competenze che, attraverso una serie di incontri e verifiche, possono darti una mano. Molte persone rinunciano alle cure: per paura, per vergogna, per tempi lunghi prima di essere visitati.
La salute mentale è all’ultimo posto per quanto concerne la spesa sanitaria in Regione Piemonte, le risorse destinate sono inferiori alla media nazionale (64 euro a persona rispetto alle 70) e, corrispondono al 2,7% dei fondi disponibili.
Per avere un’idea: 39 professionisti ogni 100mila abitanti, contro una media di 60.
Ecco perché in occasione del rinnovo del Consiglio Regionale è bene ricordare ai candidati anche questi aspetti della vita quotidiana.
In particolare vanno aumentate le risorse, almeno sino al 4% del fondo Regionale Sanitario, destinando l’aumento alla prevenzione e al potenziamento dell’assistenza ambulatoriale, investendo soprattutto in risorse umane.
Poi ci sono le associazioni di volontariato, come la Diapsi di Tortona che, con le attività svolte dal Bullone danno una mano proponendo momenti ludici, di convivialità e di incontro.. ma questa è un’altra storia!

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Silio Simeone

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