Gli invisibili eroi del nostro tempo

Pare che gli indiani schiavizzati nell’agro pontino siano circa 30mila. Li abbiamo chiamati gli invisibili. 30mila persone, uomini e donne che lavorano all’aperto, sotto il sole, invisibili. Credo che nessun esponente politico, di qualsiasi partito  abbia il diritto di parlare e tanto meno di indignarsi. Siamo davanti ad una colpa collettiva; si deve solo fare, possibilmente in silenzio.

Ma nessuno , almeno mi sembra, si è fermato a riflettere sul modo di questa ennesima tragedia.  A Satnam Singh, è stato negato quel diritto che gli antichi ritenevano sacro: il rispetto del corpo che doveva essere presentato puro al fuoco della pira.

Dobbiamo  considerare Satman   Singh un guerriero e un eroe del nostro tempo: “Nessun guerriero deve rimanere a terra , tra le zampe dei cavalli, deturpato dal sudiciume della battaglia : la morte lo avvolge come in un velo protettivo, è notte, tenebre, nuvola. Egli cade a terra e la sua  psiche vola via subito, ma il suo corpo attende di essere sollevato in alto, alto da terra, per essere posto, integro e perfetto, sul rogo, in attesa del fuoco.” M.G. Cini , Iliade, Canto XXII, La  morte di Ettore

Ma ormai la parola umanità, che è al centro della riflessione morale senechiana, questa grande parola laica che accoglie tutti, quanto l’amore predicato dal Vangelo, è scomparsa dai nostri discorsi, soffocata da altre parole più anguste, rachitiche: nazione poi scendiamo a regione forse provincia e perchè no famiglia, meglio forse la mia famiglia , sempre più soffocati e silenziosi. Poi inevitabilmente, può succedere quello che è successo a Satman Singh.

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Giacomo Orlando

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