Su queste pagine, circa due anni fa, abbiamo dato notizia di due “scandali” che riguardavano il pronto soccorso di Novi Ligure, e i medici gettonisti che vi prestavano servizio. I “gettonisti”sono medici forniti da cooperative che vengono pagati a “gettone”, vale a dire circa 1000 euro per ogni giorno di servizio.
Ora una inchiesta della Procura della Repubblica di Modena getta nuova luce su quegli episodi.
Nella notte di natale del 2022 in servizio al Pronto Soccorso di Novi c’è la dottoressa Calabrese M.B. di 37 anni. È un medico estetista, titolare di un centro estetico in Calabria, e viene a lavorare per una sola notte a Novi, la notte di Natale.
Giusto il tempo di visitare la signora R.S., di Genova, che si reca al pronto soccorso con mezzi propri. Visitata dalla dottoressa, viene dimessa poco dopo con l’indicazione di recarsi dal proprio medico curante, di fare una visita pneumologica e con il consiglio di una terapia aerosol. Di lì a poche ora la signora però muore. Il giorno successivo i carabinieri di Gavi inviano alla Procura della Repubblica una informativa di reato.
Non è la prima volta in cui si parla del pronto soccorso di Novi. A ottobre, era emerso che una dottoressa genovese che aveva prestato servizio presso la struttura era stata sospesa dall’Ordine dei Medici.
In precedenza, a fare la notte a Novi era arrivato un anatomopatologo in pensione. Un medico che si era sempre occupato di autopsie, e che per la prima volta in vita sua a Novi si è occupato di persone ancora in vita.
L’inchiesta della Procura della Repubblica di Modena ha indagato su tre cooperative di gettonisti. Partendo da un controllo su un’azienda di Sassuolo, la Guardia di Finanza avrebbero scoperto un complesso ed efficiente sistema mirato ad accaparrarsi appalti per la fornitura di medici in ben otto regioni per un giro d’affari attorno ai 30 milioni di euro. Verificate 39 gare, in cui tre coop rispondevano in maniera autonoma e apparentemente in concorrenza tra loro, mentre secondo l’accusa sarebbero state unite da un accordo.
Tra questi appalti, anche forniture di gettonisti alla Asl di Alessandria, per Novi e Casale, e a quella di Vercelli.
In manette sono finiti Artemio Serafini, dominus della coop La Fenice, in passato fornitrice di più di un’ASL piemontese, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, frode nelle pubbliche forniture e autoriciclaggio. In cella anche Mauro Gianotto, presidente della cooperativa Altavista di Sassuolo.
Non conosciamo, al momento, il nome della terza cooperativa in indagine.
Una risposta a “Arrestati i capi di tre coop: mandavano negli ospedali medici gettonisti, anche a Novi Ligure”
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Conosciamo bene la giustizia italiana, il processo durerà una decina d’anni e le condanne saranno dimezzate almeno tre o quattro volte, pagheranno qualche migliaia di euro per poi tornare in attività come se nulla fosse.
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Un commento su “Arrestati i capi di tre coop: mandavano negli ospedali medici gettonisti, anche a Novi Ligure”
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Conosciamo bene la giustizia italiana, il processo durerà una decina d’anni e le condanne saranno dimezzate almeno tre o quattro volte, pagheranno qualche migliaia di euro per poi tornare in attività come se nulla fosse.