«Questa sera sono a terra, sono arrivati i conti del commercialista. L’anno scorso, tolte tasse, previdenza, commercialista, ordine professionale, spese materiale di consumo, mi sono rimasti 6.000 euro. Un culo come una casa per 6.000 euro!»
Scusate la volgarità. Questo messaggio mi è stato inviato da una persona cara. Se avessi ommesso l’ultima frase non avrei reso bene sia il seno di frustrazione che l’assurdità della situazione.
Si tratta di una persona di 50 anni, che ha studiato con ottimi risultati, compresi i perfezionamenti e il tirocinio, per più di 20 anni: un grande investimento sia umano che economico. Ora guadagna 428 euro al mese, se distribuiti, come per i dipendenti, su 14 mensilità. Ferie e malattie naturalmente non sono pagate.
Si tratta di una partita iva.
Questo messaggio mi giungeva mentre era in corso una bella riunione (io ero assente) del PD novese sul mercato del lavoro e sul referendum promosso dalla CGIL per abrogare il jobact. In questo partito non si parla solo di cariche.
Non ho firmato per il referendum. Le ragioni sono quelle che con la consueta precisione ha illustrato Errico Morando, già vice ministro dell’economia e tante altre cose. In sostanza il referendum così formulato non farebbe altro che eliminare ulteriormente altre norme di protezione del lavoratore. Sarebbe bello che Morando ripetesse su queste pagine le sue spiegazioni.
Gli stessi attivisti favorevoli pare che condividessero l’analisi. Ma sostengono che questa battaglia è una battaglia di principio, che comunque non recherà danni perché forse il quesito non raggiungerà il quorum richiesto.
Cioè, tanto impegno per una cosa inutile che potrebbe essere all’atto pratico persino dannoso?
Allora mi chiedo: la CGIL, da sempre il sindacato più forte e il più sensibile alle esigenze dei più poveri, non potrebbe impiegare le stesse energie per mettere in campo una piattaforma organizzativa al fine di proteggere e aiutare le partite iva più svantaggiate? Anche se non sono lavoratori dipendenti? Aprire una vera e propria organizzazione di categoria?
Lamentiamo che molti operai non votano più a sinistra.
Ma quanti di questi lavoratori autonomi, con retribuzioni finali da vera e propria miseria, votano per noi? E perché dovrebbero? Visto che spesso risolviamo ogni problema con lo slogan della lotta all’evasione, gettando quindi anche queste figure nel mucchio. Ma questa gente se non evade almeno un po’ come fa a campare? E allora è andata prima da Berlusconi, poi da Salvini e da Grillo, ora dalla Meloni.
Io non ho una soluzione da proporre, ma guardate che in queste condizioni vi sono milioni di persone, che lavorano, rischiano, e non arrivano a fine mese.
6.000 euro diviso 1400 ore di lavoro all’anno significano poco più 4 euro all’ora. Solo poco di più di quanto prendono gli schiavi della raccolta dei pomodori. Pagano 5.000 euro all’anno per una pensione che sarà minima, ma tutti i partiti in campagna elettorale si impegnano a far lavorare qualche anno in meno chi ha un’occupazione stabile.
Non ho una soluzione. Ma mi piacerebbe che i partiti di sinistra, il sindacato, assumessero questi problemi come prioritari e non marginali, sia per la quantità delle persone coinvolte, che per la qualità professionale e culturale che spesso esprimono.
Quando discuto di questo con un compagno sindacalista, che è anche un caro amico, mi dice che io, contrariamente a lui, non ho mai fatto un’ora di sciopero per le conquiste dei lavoratori. È vero
Il mio primo lavoro è stato come dirigente della Federazione Giovanile Comunista e poi del Partito Comunista. Allora non facevamo sciopero contro noi stessi. Ma avrei comunque perso pochi soldi. Le nostre retribuzioni erano basse e lo stipendio non sempre arrivava.
Poi sono diventato un piccolo imprenditore e poi una manager aziendale e il presidente dell’associazione delle imprese dei servizi locali. Un sindacato datoriale come la confindustria, fatte le dovute proporzioni. Ho fatto tutto rimanendo un militante di sinistra, in modo attivo e palese. Oggi sono un pensionato iscritto alla CGIL e continuo a non avere la possibilità di fare sciopero.
Credo però che né Carlo Marx né Gianni Agnelli abbiano fatto mai un’ora di sciopero. Ciò non ha impedito loro, a proposito del rapporto tra capitale e lavoro, di dire anche qualche verità, pure se da punti di osservazione assai diversi.
3 risposte a “Quattro euro all’ora”
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Che faccia tosta.
I padri del jobsact e della legge fornero che versano lacrime di coccodrillo.
Senza pudore, senza vergogna.-
Caro Mauro dici del vero e sacrosanto,io ,che come te ho percorso cammini comuni, vorrei solo precisare che chi ha distrutto i diritti e le fondamenta del lavoro giovanile è stato Renzi che Voi avete appoggiato , si la Vs idea di essere di sinistra moderata con visioni globalistiche senza un pudore avete abbracciato una linea politica che ci allontanava dai lavoratori e così è stato ,vedi io sono un p Iva e vivo con il poco che resta quindi appoggio il tuo pensiero ma avete contribuito a fare danni enormi ,ammettere un errore ci aiuta a sollevarsi ma non a recuperare serve scelte dure ,un ragazzo/a con i tirocini fa 160 ore per 600 ore questa è fame e assenza di futuro, io ero a sinistra sinistra e portavo con me la guida di Berlinguer di Pagella per casa ns ma avete scelto che era meglio perdermi , quindi quando chiederete scusa io potrò appoggiare le tue corse che sicuramente farai ma ora siate chiari .
Ciao
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Io lo ammetto senza vergogna: ho evaso le tasse molte volte e ho goduto quando Silvio ed i sui successori hanno messo in campo condoni e rottamazioni. Tutte quelle volte che un pagamento a sessanta giorni arrivava dopo 180 senza nessuna tutela da parte ne dei sindacati ne dei partiti dovevo scegliere tra fare la spesa al supermercato e versare l’iva. Sono 35 anni che lavoro senza alcuna tutela (malattia, ferie, tredicesima…) dovendo ogni giorno cercarmi il lavoro. Quando sento dire che le tasse le pagano solo i dipendenti e i pensionati mi sale la carogna: stipendi lordi da 2500 euro al mese che tassati diventano 1800, cifra più che dignitosa. Quando io fatturo 2500 euro va già bene se me ne restano 800 senza contare che in caso di ritardi (che sono la regola) nei pagamenti non riesco a versare l’IVA e quindi con le sanzioni mi brucio anche quel poco guadagno. Finché c’è la salute……….
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3 commenti su “Quattro euro all’ora”
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Che faccia tosta.
I padri del jobsact e della legge fornero che versano lacrime di coccodrillo.
Senza pudore, senza vergogna.
Caro Mauro dici del vero e sacrosanto,io ,che come te ho percorso cammini comuni, vorrei solo precisare che chi ha distrutto i diritti e le fondamenta del lavoro giovanile è stato Renzi che Voi avete appoggiato , si la Vs idea di essere di sinistra moderata con visioni globalistiche senza un pudore avete abbracciato una linea politica che ci allontanava dai lavoratori e così è stato ,vedi io sono un p Iva e vivo con il poco che resta quindi appoggio il tuo pensiero ma avete contribuito a fare danni enormi ,ammettere un errore ci aiuta a sollevarsi ma non a recuperare serve scelte dure ,un ragazzo/a con i tirocini fa 160 ore per 600 ore questa è fame e assenza di futuro, io ero a sinistra sinistra e portavo con me la guida di Berlinguer di Pagella per casa ns ma avete scelto che era meglio perdermi , quindi quando chiederete scusa io potrò appoggiare le tue corse che sicuramente farai ma ora siate chiari .
Ciao
Io lo ammetto senza vergogna: ho evaso le tasse molte volte e ho goduto quando Silvio ed i sui successori hanno messo in campo condoni e rottamazioni. Tutte quelle volte che un pagamento a sessanta giorni arrivava dopo 180 senza nessuna tutela da parte ne dei sindacati ne dei partiti dovevo scegliere tra fare la spesa al supermercato e versare l’iva. Sono 35 anni che lavoro senza alcuna tutela (malattia, ferie, tredicesima…) dovendo ogni giorno cercarmi il lavoro. Quando sento dire che le tasse le pagano solo i dipendenti e i pensionati mi sale la carogna: stipendi lordi da 2500 euro al mese che tassati diventano 1800, cifra più che dignitosa. Quando io fatturo 2500 euro va già bene se me ne restano 800 senza contare che in caso di ritardi (che sono la regola) nei pagamenti non riesco a versare l’IVA e quindi con le sanzioni mi brucio anche quel poco guadagno. Finché c’è la salute……….