Viaggio nel mondo dell’inclusione novese

Viaggiare significa scoprire, conoscere, aprire la mente e il cuore a sogni, speranze, voglia di comprendere, esplorare mondi nuovi. Il nostro viaggio che comincia oggi ci porterà alla scoperta di un mondo vicino, ma spesso sconosciuto, fatto di genitori, figli, nonni, amici, volontari, compagni.

La strada dell’inclusione sociale passa attraverso la conoscenza di questo mondo, conoscenza che speriamo porti a un graduale abbattimento di quelle barriere mentali, ancora così presenti nella nostra società, barriere che portano a considerare le persone con disabilità diverse. Persone un po’ da compatire un po’ da proteggere, mai considerati semplici cittadini che come gli altri hanno una vita, una quotidianità fatta di bellezza, di brutture, di tristezza e di felicità, di difficoltà da superare e di obbiettivi da raggiungere, ognuno, come tutti, puntando sulle proprie capacità e accettando le proprie fragilità. Inclusione ha sostituito i termini inserimento, integrazione. L’evoluzione del linguaggio questa volta non è stata, come spesso accade, fine a se stessa, ma ha originato l’inizio di un cambiamento culturale. Durante diverse riunioni alle quale ho partecipato, sia le associazioni che si occupano di politiche d’inclusione, sia i portatori di handicap hanno alzato la mano per dire: “i luoghi non devono essere accessibili ai disabili, ma bensì accessibili a tutti”, una sottile distinzione ma che fa tutta la differenza del mondo, che significa: basta abusare, strumentalizzare il termine disabili, basta sventolarlo come un vessillo a ogni occasione. Le barriere ambientali e comportamentali vanno abbattute non perché siamo disabili ma perché siamo cittadini, e come gli altri abbiamo diritto allo studio, al lavoro, all’accessibilità, alla socializzazione, alla salute, all’amore, alla passione. Abbiamo anche dei doveri nei confronti delle comunità in cui viviamo, ma per poterli assolvere dobbiamo essere inclusi nella società, essere visti come persone che possono dare un contributo, in conclusione essere considerati a pieno titolo cittadini.

Il sentiero del cambiamento sarà lungo, difficile, tortuoso, perché è più complicato abbattere le barriere comportamentali che quelle ambientali, ma percorrerlo significa dare dignità a tutte quelle famiglie e a tutti quei portatori di handicap che vogliono fare parte del mondo.

Ogni mese la tappa del nostro viaggio ci porterà a conoscere le associazioni che si occupano di inclusione nella nostra città. Agosto sarà il mese di Luminas.

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Enrica Bosio

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