Viaggio nel mondo del volontariato: incontro con Luminas

Tutto inizia una mattina di Febbraio 2024 quando mi arrivò una telefonata dove mi si chiedeva di partecipare, per dare un mio parere, a un incontro digenitori di ragazzi disabili che volevano fondare un’associazione. Eccomi nel salotto di una di queste mamme coraggiose, sedute in cerchio iniziano a raccontarmi il loro progetto e al termine dell’esposizione mi chiesero: “cosa ne pensi” lo spazio mi sembrò annullarsi, il tempo sospeso, con un filo di voce rispondo: “i principi su cui volete fondare la vostra associazione, la vostra visione della disabilità, per me sono un sogno che si avvera”

Ecco la storia di Luminas nelle parole di Sabrina (Presidente) e Paola (Vice Presidente), nella foto di apertura.

«L’idea di creare un’associazione nasce grazie al “gruppo di supporto genitori” ideato dal C.S.P, utilissimo – dicono Sabrina e Paola – altrimenti non ci saremmo mai viste in faccia. Abbiamo compreso l’importanza di relazionarci, di scambiarci informazioni – le problematiche sono le stesse – è così iniziato un confronto costruttivo con gli assistenti sociali del C.S.P. Loro hanno accettato le nostre critiche sulla lentezza dei servizi, confrontandoci noi abbiamo attenuato la nostra rabbia, loro hanno abbattuto il muro istituzionale e ci siamo incontrate. La collaborazione del C.S.P è stata importantissima, ci è stato dato un luogo dove tenere i nostri incontri, discussioni infinite, dice Sabrina, perché era determinante che tutti i soci fossero coinvolti nella creazione dello statuto e in ogni decisione riguardante l’associazione, quale nome le diamo, quale deve essere la mission e quali gli obbiettivi?

Quando ci sembrava di aver raggiunto un punto fermo interveniva qualcuno a rimescolare tutto e si ricominciava da capo – dice Paola sorridendo – e così con grande fatica, entusiasmo alle stelle il 2 Maggio 2024 nasce Luminas. Gino Strada ha detto: “utopia non è il nome dell’assurdo è il nome di desideri, idee, progetti che possano diventaree realtà” questa frase – dice Paola – è la base su cui abbiamo fondato Luminas»

«La fatica è tanta – incalza Sabrina – ma il fine è così alto che ne vale la pena, veniamo da un’epoca di puro assistenzialismo, è giunto il momento di andare oltre, verso una società virtuosa, aperta e competente, capace di realizzare i bisogni di tutti i cittadini, disabili e normodotati. Una grande rete, tenuta insieme da tanti nodi, piccoli e grandi,il nostro logo è: sfondo nero con la scritta Luminas brillante, con una lucciola che inlumina la A: A di autodeterminazione, autonomia – dicono Sabrina e Paola – la disabilità non è statica, ma è data dall’interazione fra le caratteristiche della persona e l’ambiente che la circonda, l’inclusione, quella vera, si raggiunge attraverso un equilibrio sottile tra progetti di vita strutturati sull’individuo senza però ghettizzarlo- spiega Sabrina – per raggiungere questo risultato è necessario provare strade nuove, prosegue Paola, e quindi accettare che sia le famiglie, che gli enti possano commettere errori, errori che devono essere visti come un punto di partenza per confrontarsi, rimettersi in gioco e insieme raggiungere l’obbiettivo. Tutti i nodi che tengono insieme la rete dell’inclusione sono importanti, rappresentano la società tutta, non solo le istituzioni e le associazioni, ma tutti i cittadini ognuno di loro ha una responsabilità, perché i normodotati si sono creati, essendo la maggioranza, una società su misura, ora è necessario che ci aiutino a cambiarla, affinché possa diventare accogliente, inclusiva per tutti, connettiamo i bisogni ai sogni, illuminiamo il nostro territorio con una luce nuova, dove ogni persona ha il suo spazio ma condiviso con gli altri, dove ognuno da e riceve dalla comunità di cui tutti facciamo parte».

Mi piace concludere questa storia raccontando di Sabrina e Paola, giovani donne che nonostante un percorso di vita difficile, hanno trovato la forza di andare avanti, delle loro paure, emozioni, ma soprattutto della loro volontà di dare voce e sottolineare l’importanza delle altre mamme nella creazione dell’associazione, hanno compreso che da sole non ce l’avrebbero mai fatta, che ciò che conta è il gruppo, il confronto con gli altri, che solo insieme si raggiungono gli obbiettivi, che solo se tutti i nodi che tengono unita la rete sono ben stretti e connessi si può contribuire a cambiare il mondo.

Il prossimo mese, a settembre, appuntamento con Aias

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Enrica Bosio

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