Ex Ilva, Patelli: no allo spezzatino

Il 20 settembre è fissato il termine per la presentazione delle manifestazioni di interesse verso il gruppo siderurgico Acciaierie d’italia.
In questi mesi sono circolate voci di vari interessamenti nuovamente da parte di gruppi indiani, nordamericani e italiani e anche del temibile spezzatino, ovvero la vendita dei singoli stabilimenti. Una strategia che se fosse vera non solo risulterebbe miope ma che potrebbe causare la fine della siderurgia italiana perché nell’ex ILVA ogni impianto produttivo ha bisogno dell’altro e così via.
In tutto questo il silenzio del governo è assai preoccupante soprattutto alla luce di dati che arrivano dall’Istat tutt’altro che rassicuranti.

A Luglio la produzione industriale è arretrata dello 0,9% su base mensile, realizzando su base annua la 18° frenata consecutiva.
Nessun macro-comparto manifatturiero cresce, con cali diffusi tra beni di consumo; l’unica eccezione positiva è quella dell’energia che contribuisce a rendere meno pesante la media.
Sui settori la situazione è simile con una manciata di eccezioni positive nel manifatturiero ovvero alimentari, chimica ed elettronica. Con in più in difficoltà che sono il tessile-abbigliamento e il comparto dell’automotive per le auto, che cedono su base annua il 35% in termini di produzione, effetto diretto delle frenate produttive e delle casse integrazioni di Stellantis. 
E qui mi chiedo se questo Paese ha una chiara politica industriale, se questo governo ha una piano di rilancio dell’automotive settore tanto decantato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, quando è venuto in visita proprio qui a Novi Ligure presso lo stabilimento dell’ex ILVA.
Me lo chiedo non solo per le promesse (1 milione di posti e di incrementare la produzione) senza un seguito, per i dati disastrosi ma anche per le recenti provocazioni di Stellantis ai lavoratori.
L’altro giorno, i lavoratori impegnati sulla linea Maserati di Mirafiori ,che sono in cassa integrazione nel primo trimestre dell’anno e poi in contratto di solidarietà con la riduzione dell’orario di lavoro dell’80% fino alla fine del 2024, si sono visti ricevere una mail dal management di Stellantis (ex FIAT), dove veniva chiesto loro se per caso volevano comprarsi una Maserati e che l’avrebbero avuta anche con uno sconto.
Questo è un insulto che deve essere condannato anche dal governo e sindacati perchè dimostra un chiaro atteggiamento di totale chiusura del management a ogni forma di dialogo con le parti sociali.
La delocalizzazione e l’utilizzo strumentale da parte di Stellantis degli ammortizzatori sociali e di un marketing aziendale che non porta un posto di lavoro in più non è accettabile men che meno nello stabilimento di Mirafiori che per decenni è stato il fulcro dell’automotive italiano.

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Luca Patelli

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