Il 4 ottobre 1954, 70 anni fa, un evento straordinario ha cambiato il corso della fisica delle particelle, e la città di Novi Ligure ne è stata la protagonista. Dall’aeroporto Mossi, un pallone sonda è stato lanciato verso la stratosfera, segnando l’inizio di un’importante fase di ricerca scientifica internazionale nel campo della fisica subnucleare.
L’esperimento, noto come G-Stack, ha rappresentato un passo cruciale nello studio delle particelle “strane” presenti nei raggi cosmici. Si trattava di un progetto che coinvolgeva diverse università europee, tra cui quelle di Milano, Padova, Bristol e altre istituzioni scientifiche di rilievo. Il lancio, parte di una serie di esperimenti iniziati nel 1952, ha avuto come obiettivo l’osservazione del comportamento di queste particelle in condizioni di esposizione a radiazioni cosmiche ad alta quota.
L’esperimento di Novi Ligure avvenne in due date: il 4 e il 12 ottobre 1954.
L’aerostato, progettato dall’Università di Bristol, portava con sé un carico scientifico di grande valore: un pacco di lastre fotografiche emulsionate dal peso di 63 kg, costruite per registrare le tracce lasciate dalle particelle quando venivano colpite dai raggi cosmici. Questo “stack” di lastre è rimasto esposto a un’altitudine di 30.000 metri, dove la radiazione cosmica è molto più intensa rispetto alla superficie terrestre. Il pallone ha volato per circa sei ore, dopo di che il carico scientifico si è staccato e, grazie a un paracadute, è stato recuperato nei pressi di La Spezia.
Questo esperimento ha confermato l’esistenza delle particelle “strane” come mesoni, kaoni e pioni, fornendo dati cruciali per la comprensione dei loro decadimenti. I risultati hanno avuto un impatto rilevante, portando alla soluzione di molti enigmi della fisica delle particelle dell’epoca. Il G-Stack è diventato così uno degli esperimenti più importanti della fisica europea, segnando la transizione dalla “little science” alla “big science”, caratterizzata da una crescente collaborazione internazionale.
Tra i protagonisti di questo esperimento spiccano figure di rilievo nel panorama scientifico internazionale, come Giuseppe “Beppo” Occhialini, che progettò l’emulsione utilizzata per catturare le tracce delle particelle, e Cecil Frank Powell, premio Nobel per la fisica nel 1950, il cui contributo fu determinante per l’analisi dei dati. Un ruolo fondamentale fu svolto anche da fisici come i britannici Hugh Muirhead e Peter Fowler, oltre che dal gruppo guidato dall’italiano Giorgio Salvini, allora direttore dell’INFN.
Novi Ligure, con il suo aeroporto, ha giocato un ruolo chiave in questo importante capitolo della storia della fisica, offrendo la base di lancio per un esperimento che avrebbe rafforzato la posizione dell’Italia nella scena scientifica mondiale. Questo evento segnò anche una pietra miliare nella storia dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), fondato pochi anni prima, nel 1951. L’INFN, grazie a collaborazioni con istituzioni come il CERN, ha saputo mantenere la fisica italiana all’avanguardia, contribuendo allo sviluppo della ricerca in fisica subnucleare e nucleare.
Il lancio del 1954, insieme agli esperimenti successivi, ha avuto un impatto duraturo, non solo per i progressi scientifici ma anche per il ruolo simbolico di un’Italia che tornava protagonista della ricerca internazionale. 70 anni dopo, questo evento rimane una testimonianza di come una piccola città possa diventare il centro di una grande impresa scientifica, e di come la scienza possa unire nazioni e culture nella ricerca della conoscenza. Putroppo, a Novi, di questo esperimento si ricordano in pochi. Forse avrebbe meritato un ricordo maggiore.
Per saperne di piu:
https://it.wikipedia.org/wiki/Cecil_Frank_Powell
https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Occhialini
https://it.wikipedia.org/wiki/G-Stack
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