Autonomia differenziata e vigili del fuoco: sindacati contro la regionalizzazione dei pompieri

La FP CGIL esprime una ferma opposizione alla proposta di regionalizzazione dei Vigili del Fuoco, un’idea recentemente rilanciata dalla Regione Veneto nell’ambito del dibattito sull’Autonomia Differenziata. Il sindacato ritiene inaccettabile l’ipotesi che il Veneto possa acquisire la competenza sul reclutamento e il coordinamento del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, una proposta considerata pericolosa per l’integrità e l’efficienza del servizio.

Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è una struttura altamente specializzata e riconosciuta a livello nazionale per la sua capacità di risposta rapida ed efficace in situazioni di emergenza e soccorso tecnico. Proprio questa dimensione nazionale, secondo la FP CGIL, consente al Corpo di operare con uniformità su tutto il territorio italiano, garantendo uno standard minimo di soccorso per tutti i cittadini. La regionalizzazione, al contrario, rischierebbe di frammentare tale efficacia, riducendo la capacità di intervento e creando disuguaglianze tra le diverse aree del Paese.

La preoccupazione nasce in particolare dalle dichiarazioni di un assessore veneto che ha avanzato l’idea di una gestione regionale dei Vigili del Fuoco durante una riunione tra il Ministro competente e le Regioni del Nord. Per la FP CGIL, questa proposta non solo mette a rischio la coesione del Corpo, ma si inserisce in un quadro più ampio di riforme che tendono a indebolire le strutture nazionali con obiettivi politici locali e separatisti.

Il sindacato sottolinea che la protezione civile, di cui i Vigili del Fuoco sono parte fondamentale, è una materia concorrente, ovvero gestita a livello nazionale in collaborazione con le Regioni. Tuttavia, il tentativo di sottrarre al Corpo la sua dimensione unitaria va contro il Codice della Protezione Civile, che definisce i Vigili del Fuoco come “componente fondamentale del sistema di protezione civile”.

Inoltre, la FP CGIL denuncia il fatto che la discussione sull’autonomia differenziata e sulla regionalizzazione del Corpo sia stata confinata al di fuori dei Livelli Essenziali di Prestazione (LEP), cioè quegli standard minimi di servizi che devono essere garantiti a tutti i cittadini a livello nazionale.

La battaglia contro questa proposta non riguarda solo il personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ma coinvolge anche la cittadinanza. Secondo la FP CGIL, gli italiani, da sempre legati ai Vigili del Fuoco per il loro ruolo di soccorritori e professionisti fidati, si schiereranno contro la regionalizzazione del Corpo, votando “Sì” in un eventuale referendum per bloccare la riforma.

La FP CGIL è determinata a difendere il carattere nazionale dei Vigili del Fuoco, garantendo che il servizio di soccorso resti un diritto accessibile a tutti, indipendentemente dalla regione di residenza.

Una risposta a “Autonomia differenziata e vigili del fuoco: sindacati contro la regionalizzazione dei pompieri”

  1. Avatar Lucia
    Lucia

    Il sindacato però dovrebbe spiegare alcune cose che già non convincono sulla funzione nazionale del corpo: come è possibile che Trentino, Alto Adige e Valle d’Aosta hanno già corpi regionali? Come è possibile che Sicilia, Sardegna e Friuli potrebbero creare corpi regionali anche senza autonomia differenziata? Come è possibile che in tutta Europa i vigili del fuoco sono gestiti su base regionale o addirittura locale? Come è possibile invece che una materia vitale come la sanità in Italia è gestita su base regionale?

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Moscone

Un commento su “Autonomia differenziata e vigili del fuoco: sindacati contro la regionalizzazione dei pompieri

  1. Il sindacato però dovrebbe spiegare alcune cose che già non convincono sulla funzione nazionale del corpo: come è possibile che Trentino, Alto Adige e Valle d’Aosta hanno già corpi regionali? Come è possibile che Sicilia, Sardegna e Friuli potrebbero creare corpi regionali anche senza autonomia differenziata? Come è possibile che in tutta Europa i vigili del fuoco sono gestiti su base regionale o addirittura locale? Come è possibile invece che una materia vitale come la sanità in Italia è gestita su base regionale?

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