Cinghiali, stop alla caccia: Cia Alessandria protesta contro le nuove restrizioni

A pochi giorni dall’apertura della stagione venatoria in Piemonte, un’ordinanza del Commissario Straordinario per la Peste Suina Africana (PSA) ha imposto il divieto di caccia al cinghiale in alcune aree classificate come “zone rosse”. La decisione ha sollevato forti preoccupazioni tra gli agricoltori della provincia di Alessandria, in particolare tra i membri della Confederazione Italiana Agricoltori (Cia), che denunciano il rischio di una proliferazione incontrollata dei cinghiali.

La protesta di Cia Alessandria: “Limitazioni inaccettabili”

Daniela Ferrando, presidente di Cia Alessandria, esprime il suo disappunto per il blocco imposto, sottolineando come la sospensione della caccia in questo momento critico potrebbe annullare i progressi ottenuti lo scorso anno: «Le limitazioni alla caccia al cinghiale sono inaccettabili, soprattutto oggi che siamo nelle condizioni ottimali per gli abbattimenti. L’assenza di fogliame facilita la visibilità e l’efficacia della caccia. Fermarsi adesso significa lasciare la proliferazione senza controllo, con il rischio di ritrovarsi in primavera con una popolazione di cinghiali ulteriormente moltiplicata».

Preoccupazione anche a livello regionale

Anche Gabriele Carenini, presidente di Cia Piemonte, si unisce alla protesta, esprimendo preoccupazione per le conseguenze della nuova ordinanza. Carenini sottolinea come il cinghiale, oltre ad essere un veicolo della PSA, rappresenti una minaccia per il territorio agricolo e le aziende, causando danni significativi ai raccolti: «La specie cinghiale è ormai invasiva da anni e va eradicata nelle zone infette e contenuta con urgenza in quelle ancora non colpite dalla PSA. Non comprendiamo la decisione di fare un passo indietro rispetto al depopolamento».

La PSA e il rischio per l’agricoltura

La Peste Suina Africana continua a rappresentare una grave emergenza sanitaria ed economica per il settore agricolo, soprattutto in Piemonte, dove le aziende agricole hanno già subito pesanti conseguenze. La decisione di sospendere l’attività venatoria nelle aree a rischio PSA potrebbe, secondo la Cia, peggiorare ulteriormente la situazione, favorendo la diffusione della malattia e la devastazione del territorio.

Cia Alessandria chiede quindi un confronto urgente con le autorità per rivedere le misure attuali e trovare soluzioni efficaci per la gestione della popolazione di cinghiali, bilanciando la necessità di prevenire la PSA con quella di proteggere le attività agricole e ambientali della regione.

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