In mano a chi finirà la gestione dell’acqua nel nostro territorio?

La gestione del servizio idrico integrato dell’ambito territorio ottimale EGATO6 continua a essere uno dei nodi più importanti che deve affrontare la vita politica e amministrativa della nostra provincia e del basso alessandrino in particolare. È infatti l’ente di governo del ciclo idrico integrato partecipato da tutti i comuni di gran parte della provincia e dalla Provincia stessa.

Prossimamente dovrà essere eletto il nuovo presidente che si troverà ad affrontare una situazione estremamente complicata. 
A fianco della questione perequazione degli investimenti sulla rete idrica, che ancora divide i tre gestori a cui è affidata la gestione del servizio idrico (Amag Reti Idriche, Gestione Acqua e Comuni Riuniti Belforte) che non è conclusa, resta in ballo il problema dei fondi Pnrr per l’ammodernamento delle reti. 

Sia Amag che Gestione Acqua si sono visti bloccare i fondi a loro destinati dal pnrr perché il ministero competente contesta la permanenza di più concessioni e la frammentazione del servizio.
Per gli alessandrini la situazione è ancora più grave, visto che hanno già speso 4 milioni che verrebbero persi.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) aveva inviato un ultimatum il 30 luglio 2024 all’Egato 6, dando 60 giorni per la creazione di un gestore unico che comprendesse Amag Reti Idriche, Gestione Acqua (Novi-Tortona) e Comuni Riuniti Belforte, (che raggruppa piccoli comuni sparsi nella zona ovadese). Il mancato rispetto di questa scadenza avrebbe potuto portare alla decadenza degli affidamenti per le tre aziende, causando un caos nella distribuzione dell’acqua in gran parte della provincia.

Successivamente con una nuova missiva si sono spostati i termini a fine anno. Ma oltre alla concentrazione delle concessioni in un unico nuovo soggetto, che potrebbe essere realizzata costituendo un consorzio tra i tre attuali gestori, l’Egato deve presentare un piano tariffario, il programma degli investimenti, il piano economico finanziario. E soprattutto dimostrare che il nuovo soggetto abbia una reale capacità di gestione autonoma.

Le difficoltà economiche sono un punto critico: Gestione Acqua e Amag Reti Idriche sono in conflitto da tempo sulla questione perequazioni, con i primi che rivendicano oltre 2 milioni di euro all’anno, a partire dal 2020, in compensazioni per investimenti che Alessandria non riconosce. La disputa legale è ancora aperta presso il tribunale civile di Torino, ma una sentenza definitiva non arriverà a breve. Questo rende ancora più complesso un eventuale piano di integrazione delle due aziende in una nuova entità unica, come richiesto dal Mit.

Ad eleggere il nuovo Presidente di Egato 6 è la conferenza d’ambito, composta dai rappresentanti delle varie aree territoriali e dalla provincia che detenendo il 25% dei voti generalmente ottiene tale carica per un suo candidato. 

Sarà un incarico complicato. Se non si riusciranno a soddisfare le richieste del ministero si dovrà procedere ad un nuovo affidamento del servizio idrico. O direttamente ad azienda pubblica con in vincoli del cosiddetto in house. Ma ci sarà un gestore capace di dimostrare la propria capacità di gestione autonoma? Oppure, ancora, attraverso una gara pubblica. 

Occorre quindi un presidente che sappia gestire con competenza, esperienza e ed equilibrio la ricerca di una non facile soluzione.  Altri enti di gestioni si sono trovati in questa situazione, alcuni sono stati commissariati. Il più vicino a noi è quello di Casale, Vercelli e Biella. Poi c‘è quello di Imperia. 

La conferenza d’ambito e la sua maggioranza di centrodestra saprà scegliere una a figura qualificata, con alto profilo professionale e preparazione specifica? Oppure prevarrà la logica della ripartizione delle poltrone, senza badare troppo alle caratteristiche specifiche richieste per assolvere a tale compito? Stiamo a vedere. Bisogna solo sperare che siano consapevoli della posta in gioco. Vedremo chi sarà la persona incaricata. 

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