Ma amministrare un comune è come amministrare un’azienda?

“Bisogna amministrare il comune come si amministra un’azienda”. Un consigliere di opposizione lo ha ripetuto ancora una volta durante l’ultimo consiglio comunale di Novi, chiamandomi in causa come assessore e riferendosi al mio lungo passato in una nota società della provincia.

Sono portato a riflettere su quanto mi si dice dai banchi dell’opposizione, pur facendo la tara delle motivazioni trasversali che sono spesso alla base delle considerazioni esposte e in particolare dei vari appellativi. Ho collezionato in poco più di un anno quelli di cattocomunista e di monsignore, ma anche una sorprendente definizione di ebreo, quest’ultima da parte di un sito che definirei di “porno-politica” locale, oltre ad altre perifrasi più articolate. E ho verificato con soddisfazione che sono espressioni che a volte mi divertono, a volte mi sorprendono, ma non mi infastidiscono mai più di tanto.

Il comune come un’azienda, un’azienda che produce bene per i cittadini (valore pubblico, si dice a proposito del PIAO, uno dei documenti ufficiali di pianificazione dell’attività amministrativa).

E’ fondata questa analogia?  E se lo è, in quale misura?

Ritengo che la risposta sia positiva se ci si riferisce alla professionalità che si deve esprimere nell’amministrare, che non necessariamente è correlata ad un titolo di studio (anche se ad altro consigliere di opposizione che in un consiglio ha proclamato con enfasi “non è necessario essere avvocati per fare i consiglieri comunali” mi verrebbe da rispondere che ovviamente non è necessario, ma a volte aiuta. E fortunatamente in consiglio e in giunta siedono quattro avvocati, il che a volte appesantisce il dibattito, ma spesso serve ad inquadrare correttamente le questioni).

Ancora, molte tecniche manageriali o anche solo di comune utilizzo nel mondo del lavoro sembrano non trovare spazio nella pubblica amministrazione e invece darebbero, se conosciute e adottate, un buon contributo all’efficacia e all’efficienza dell’azione amministrativa.

Metodologie di ricerca tratte dal marketing, tecniche di analisi dei problemi e di problem solving, l’adozione di sistemi di gestione quali le ISO sui sistemi qualità, il ripensamento dell’organizzazione da uno schema gerarchico ad uno più attento ai processi, la consapevolezza che “solo ciò che si misura può essere migliorato”… fanno parte della cassetta degli attrezzi dei manager e spesso mancano del tutto nei processi di presa di decisione della politica.

Senz’altro ci possono essere altre analogie. Ma anche molte differenze, per le diverse finalità dei due soggetti e per le esigenze di dibattito e di democrazia che sono tipiche degli organismi pubblici, specie elettivi.

Resta il fatto che chi ha guidato aziende rimane a volte allibito di fronte a lungaggini non sempre realmente imposte dalla burocrazia e dalle normative. Ancora più sorprende lo scarsissimo peso che viene dato al fattore tempo, che invece è fondamentale quando si impatta con soggetti privati e con operatori economici. 

“Fallo subito”, come insegnò con insistenza ossessiva al comitato di direzione dell’azienda in cui lavoravo una nota società di consulenza americana, è una modalità che non sembra nelle corde dell’amministratore medio e più in generale dell’organizzazione pubblica.

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Gianfilippo Casanova

Un commento su “Ma amministrare un comune è come amministrare un’azienda?

  1. Troverei interessante quale parametro di confronto tra i due Mondi anche : quale il Sistema Premiante ?
    Sarebbe interessante avere da Lei , che ha esperienza di entrambi, una considerazione.

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