Ho letto con interesse i contributi dell’assessore Gian Filippo Casanova e di Mauro D’Ascenzi relativi all’ipotesi di dare vita ad un centro studi finalizzato alla raccolta di dati relativi al nostro territorio con l’obiettivo di supportare in maniera più efficace le scelte che questa e le prossime Amministrazioni verranno chiamate a fare.
(Nota: in fondo all’articolo potete trovare gli articoli di Casanova e D’ascenzi)
Chi mi conosce sa che il tema mi appassiona e da tempo, a livello di puro tentativo di presa di coscienza, me ne sto interessando.
Nel tentativo di migliorare la mia ricerca ho cercato di coinvolgere diversi soggetti che ritenevo potenzialmente interessati: professionisti, associazioni, singoli operatori. E proprio sulla base di quanto osservato nel corso ormai di un paio di anni voglio proporre alcune riflessioni.
Innanzi tutto devo purtroppo rilevare che, fatto salvo un piccolo gruppo di amici tra i quali mi piace citare anche l’assessore Casanova, non ho trovato manifestazioni di reale interesse.
L’ipotesi proposta, assolutamente coerente anche con il contributo di Mauro D’Ascenzi, mi è parsa talvolta come collocata completamente al di fuori dell’orizzonte culturale degli interlocutori che, nello specifico, a me, parevano appunto soggetti potenzialmente coinvolti.
Al netto della mia probabile scarsa attitudine alla comunicazione mi ha sorpreso l’atteggiamento mostrato, tipico di chi si trova di fronte ad un astratto esercizio intellettuale piuttosto che ad una reale proposta operativa.
Il mio tentativo è comunque proseguito fino ad interessare il CdA della Fondazione Acos per la cultura di cui faccio parte.
L’ipotesi proposta, supportata anche da una sommaria analisi delle risorse tecniche necessarie, minimo indispensabile per strutturare un primo nucleo operativo, è stata presa in considerazione ma valutata come impraticabile per la mole di lavoro necessaria anche solo, ad esempio, per la definizione degli obiettivi di base ed il reperimento delle risorse umane necessarie.
Sorprendente poi, per me, è stata una ulteriore la scoperta: pur se a livello embrionale, all’interno del DUP o, risalendo ad un recente passato, a livello di proposte operative già avanzate, sono già presenti tutti i presupposti per la nascita di questa sorta di osservatorio.
Questi i fatti dunque lasciare perdere o insistere? Provo a condividere alcune riflessioni.
- La Fondazione Acos per la cultura potrebbe senz’altro candidarsi per la promozione dell’iniziativa e per il conseguente e necessario coinvolgimento dei soggetti potenzialmente interessati presenti sul territorio. Senza la loro partecipazione attiva credo non sarà possibile raggiungere alcun obiettivo apprezzabile.
- La partecipazione attiva dei soggetti dovrebbe concretizzarsi nella formulazione di linee di indirizzo della ricerca e nell’elaborazione dei dati avente come fine il raggiungimento di altrettanti definiti obiettivi.
- Ritengo altresì indispensabile la partecipazione di soggetti portatori di competenze scientifiche da ricercare eventualmente anche all’interno di stabili rapporti di collaborazione con il mondo accademico.
- La Fondazione Acos per la cultura potrebbe poi candidarsi nel ruolo di coordinamento di eventuali gruppi di lavoro finalizzati anche al reperimento di fondi tramite la presentazione di progetti specifici; gruppi di lavoro che potrebbero essere in parte anche costituiti da soggetti in corso di formazione.
- Ultimo ma non per importanza la presenza dell’Amministrazione comunale tra i soggetti coinvolti.
Sono queste riflessioni veri e propri lampi che, per brevità dell’intervento, sono ben distanti dall’illuminare completamente un panorama di per sé di singolare complessità. Sono semplicemente manifestazione di alcuni capisaldi di base che una iniziativa del genere, secondo me, non dovrebbe mai perdere di vista.
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