L’Associazione Pendolari Novesi, presieduta da Andrea Pernigotti, ha inviato una lettera aperta al nuovo assessore ai trasporti della Regione Liguria, Marco Scajola (foto), augurandogli buon lavoro. La lettera è l’occasione per far il punto sui disservizi della linea Torino Genova e sugli errori dei suoi predecessori.
Auguri di buon lavoro al neoassessore ai Trasporti, auspicando una netta discontinuità con il passato e maggiore attenzione alle richieste dei comitati dei pendolari e delle associazioni portatrici di interessi diffusi.
Facciamo gli auguri di buon lavoro al neoinsediato assessore ai Trasporti della Regione Liguria, Marco Scajola. Sarà la volta buona che la Regione Liguria avrà un assessore che si occupi realmente dei problemi degli utenti e abbia come obiettivo un miglioramento del servizio? Lo speriamo vivamente.
- All’assessore Vesco, durante la giunta Burlando, dobbiamo drammatici tagli al servizio. Non conta che questi dipendessero da tagli alle risorse effettuati dal ministro Tremonti durante il governo Berlusconi, perché altre regioni, tra cui Toscana e Lombardia, hanno usato risorse proprie per compensare i tagli del governo ed evitare riduzioni del servizio.
- All’assessore Berrino, durante la prima giunta Toti, dobbiamo un contratto di servizio con Trenitalia estremamente negativo sia per gli utenti sia per le risorse pubbliche, con imponenti aumenti delle tariffe regionali e la tariffa maggiorata nelle Cinque Terre. Trenitalia ha percepito ricavi altissimi, senza che questo abbia comportato un miglioramento del servizio per la maggior parte degli utenti, con nuovo materiale rotabile “affittato” a caro prezzo, che in gran parte non poteva e non può circolare in diverse parti della regione.
- All’assessore Sartori dobbiamo infine inerzia e disinteresse verso i problemi dell’utenza, nessun sforzo per modificare regole negative del contratto, incapacità o non volontà di dettare un minimo di agenda a RFI per programmare lavori in modo che non arrecassero agli utenti gli enormi disagi che hanno creato e stanno creando, difesa acritica dell’operato di Trenitalia anche a fronte di disservizi pesantissimi e visite di facciata a cui non è seguita nessuna azione concreta, a fronte della promessa, mai mantenuta, di maggiore attenzione verso le aree interne.
Nel frattempo, non abbiamo ancora notizie sull’esistenza ed eventuale utilizzo di un extragettito relativo al triennio 2021-2023; extragettito che per il triennio 2018-2020 ammontava a circa 30 milioni di euro.
Quindi, auguri, Assessore. Pensiamo che fare meglio di chi l’ha preceduta sia possibile. E l’occasione potrebbe presentarsi presto. Il prossimo 16 dicembre entrerà in vigore l’orario invernale, valido fino a giugno 2025. Quasi ogni anno si assiste all’introduzione da parte di Trenitalia di un nuovo orario, immodificabile o quasi, e ogni anno i pendolari si trovano a dover riformulare le stesse ennesime richieste, con Trenitalia che ogni volta sembra “dimenticarsi” delle richieste, spesso identiche, poste in passato, e con la Regione che negli anni, invece di assumere il ruolo di guida, ha delegato la pianificazione all’impresa ferroviaria (Trenitalia) o al gestore dell’infrastruttura (RFI). Questo è il copione che si ripete da tempo, con il nuovo orario, sia estivo che invernale, sostanzialmente fotocopia (e spesso peggiorativa) di quello degli anni precedenti, e senza reale condivisione preventiva con gli utenti. Raramente modifiche significative chieste da associazioni e comitati vengono accolte, e i tempi di percorrenza quasi ogni anno aumentano leggermente a parità di fermate effettuate.
Auspichiamo quindi che già con il prossimo orario da dicembre 2025 cambi qualcosa in meglio, a partire da scelte condivise con i comitati e le associazioni. Qualche esempio su problemi che rimangono immutati negli anni, anche se differenti linea per linea?
- A ormai 9 anni dall’introduzione del (cosiddetto) “orario cadenzato” che doveva portare sulla Genova ↔ Acqui Terme un treno ogni ora, continuano a non essere coperti i “buchi” orari di sempre: ad esempio, tra gli altri, risulta mancante il treno delle 15:13 da Brignole, che oltre a penalizzare i lavoratori, costringe gli studenti che escono da scuola o dall’università a rimanere a Genova per oltre due ore. L’offerta ferroviaria nei fine settimana è praticamente inesistente (solo 8 coppie di treni), mentre manca del tutto un servizio serale, anche minimo. Ricordiamo inoltre che la tratta è perennemente nella “top ten” delle peggiori linee d’Italia secondo Legambiente. Le chiediamo quindi di tutelare i pendolari vigilando con attenzione sia su Trenitalia che su RFI, senza subire scelte già prese dalle due aziende.
- Non va meglio per la direttrice nord, che sia Busalla – Isola del Cantone – Arquata/Novi o via Mignanego, con annosi “buchi” di servizio la mattina sulla Genova ↔ Busalla – Isola – Arquata – Novi, servizio serale al momento inesistente e servizio ad agosto dimezzato. Dopo un anno e mezzo, siamo ancora senza soluzioni né scelte che mitighino il disagio per il grave problema dei RV da e per Torino attestati a Genova Piazza Principe, e anche in questo caso, “buchi” orari sia durante il giorno che in orario serale.
- Il servizio nel Ponente ligure presenta carenze e lacune in diversi ambiti. I treni regionali veloci (RV) per Ventimiglia scompaiono nei giorni festivi e nei fine settimana, costringendo i viaggiatori a utilizzare treni InterCity (IC) come unica opzione, con una conseguente riduzione prevista a partire da gennaio. Inoltre, dopo le 20:00, non esistono collegamenti ferroviari da Ventimiglia verso Genova, e manca un collegamento efficiente con la Costa Azzurra, dove sul versante francese è previsto un treno ogni 15 minuti. Località come Borghetto Santo Spirito o Ceriale soffrono di “buchi” orari di diverse ore, mentre nel Ponente più vicino al capoluogo, comuni come Cogoleto e Arenzano richiedono da tempo, senza successo, un servizio “metropolitano”. In sintesi, mancano sia la capillarità del servizio sia un adeguato numero di treni regionali veloci.
- Anche il Levante ligure presenta problemi e carenze. Nonostante venga descritto come destinatario di un ottimo servizio, in realtà offre un servizio appena sufficiente rispetto alla domanda in alcune fasce orarie, con assenze e carenze in altre. Da Bogliasco a Cavi, numerose realtà sono penalizzate. Durante il periodo invernale, c’è un solo treno all’ora tra Sestri Levante e La Spezia, e le località tra Sestri e le Cinque Terre hanno visto dimezzare il servizio rispetto a prima del 2015. Il sistema Cinque Terre Express ha isolato i residenti dal resto della regione, sia verso Genova che verso Sarzana e la Lunigiana, che un tempo avevano servizi regionali diretti con il capoluogo.
Non è possibile elencare in dettaglio tutti i problemi e le carenze del servizio in una lettera di saluto come questa. Abbiamo fornito alcuni esempi, non esaustivi, per dare un’idea di una situazione negativa che risulta sostanzialmente generalizzata, in cui da tempo la certezza di arrivare a destinazione e di farlo in orario è diventata sempre più labile. Confidiamo che vi sia a breve l’occasione per illustrarle in modo più specifico i problemi.
Apprezziamo che lei affermi, a proposito di Trenitalia, che i treni non possono diminuire. La nostra richiesta è chiara: il servizio deve essere incrementato. Le ricordiamo che la responsabilità è della Regione che, come committente del servizio regionale, eroga le risorse e dovrebbe istruire Trenitalia su cosa fare. Tuttavia, questo non accade da anni.
È positivo che lei abbia anche la delega alle infrastrutture: queste non sono entità separate dalla loro funzione, ma devono essere progettate con l’obiettivo di migliorare il servizio. Le ricordiamo che l’isolamento della regione è dovuto principalmente alla mancanza di servizio, che può essere incrementato in tempi brevissimi, ma anche a scelte infrastrutturali sbagliate.
Una di queste scelte errate è stata l’eliminazione dei binari di incrocio e di precedenza in tutta la regione, effettuata da RFI, che ha depotenziato l’infrastruttura ferroviaria nel Ponente, nelle aree interne, nel nodo di Genova e nel Levante. Questo è avvenuto anche perché la Regione è stata passiva o addirittura indifferente rispetto a quanto stava facendo il gestore dell’infrastruttura, per sue ragioni di contenimento dei costi di manutenzione. I binari di precedenza e incrocio devono essere ricollocati, non rimossi.
Un’altra scelta sbagliata è stato il progetto di spostamento a monte della ferrovia nel Ponente: i dati forniti da Trenitalia indicano che l’utenza è crollata, con gravi conseguenze anche per il comparto turistico. Questo è comprensibile, considerando che lo spostamento ha eliminato le stazioni per numerose località o le ha delocalizzate in zone periferiche difficilmente raggiungibili. Il progetto di spostamento a monte della tratta Andora ↔ Finale, oltre ad avere costi enormi, avrebbe conseguenze ancora più devastanti. Con questo progetto, Assessore, si sancirebbe esattamente l’isolamento della regione, che a parole si vuole contrastare.
Non ci troviamo di fronte a problemi tecnici insormontabili per realizzare quanto chiediamo, e se mai ci fossero problemi tecnici, ciò che è sembrato mancare finora è una genuina volontà di risolverli.
Non ci sono problemi economici per garantire più servizio: il contratto di servizio Regione Liguria-Trenitalia garantisce ricavi da tariffa altissimi, senza pari nel resto d’Italia, e nonostante ciò continuano e continueranno a essere chiesti agli utenti sacrifici in termini di costo dei biglietti e degli abbonamenti, a fronte di un servizio che non vedrà un chilometro erogato in più fino al 2032, il tutto in assenza di una seria integrazione tariffaria e oraria con il resto del trasporto pubblico locale.
Ciò che è mancato in passato, lo ribadiamo, è stato un ruolo attivo della Regione, che dovrebbe essere in prima fila nel sostenere le richieste di comitati e associazioni, e non essere appiattita sulle scelte di Trenitalia e quelle infrastrutturali di RFI, che tendono a privilegiare le proprie logiche interne aziendali rispetto a scelte a favore degli utenti.
Perciò, le rinnoviamo, Assessore, gli auguri di buon lavoro, nell’ottica di una reale attenzione nei confronti degli utenti, e di una discontinuità rispetto al passato, che non potrà che giovare sia a chi viaggia che a chi amministra.
Venerdì 29 novembre 2024
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nella peggiore delle ipotesi i pendolari riceveranno un attico vista Colosseo. A loro insaputa, ovviamente.