Matteo Philippe: I mezzi pubblici non dovrebbero essere una questione di destra o di sinistra

Ciao, sono Matteo Philippe, 18enne e residente a Casale Monferrato. Sono l’ideatore della protesta “Io non mostro più il biglietto”, avvenuta l’anno scorso in seguito ai disservizi occorsi sulla Casale – Alessandria. 

Tali disservizi mi impedivano di arrivare in orario a scuola quasi ogni mattina, perciò ho deciso di farmi coraggio e rimboccarmi le maniche perché mi sembrava profondamente scorretto che dovessi pagare per un servizio che non c’era e che aveva delle ricadute sul mio percorso scolastico.  Ho smesso di mostrare il biglietto che ogni mese non ho mai mancato di acquistare, coinvolgendo i pendolari della mia tratta, tutti studenti e lavoratori, e distribuendo volantini in stazione e sui treni. 

Ho fatto proseliti e ho creato una petizione su change.org, firmata da più di 500 persone. 
La mia umile protesta ha catturato una notevole attenzione mediatica, portandomi a essere intervistato da Alessandro Milan per Radio24 e da Stefano Gramellini per il suo programma “In altre Parole”, visibile su LA7. 
La mia protesta ha anche riscosso l’attenzione di giornali nazionali, come La Repubblica e il Fatto Quotidiano.

Oggi, vorrei condividere con voi una riflessione sui trasporti, che incomincio attraverso un elogio della disobbedienza civile, scelta che non vuol essere in alcun modo autocelebrativa, lo sottolineo.
Il concetto di disobbedienza civile viene spesso deturpato in malafede, ma in realtà è un concetto meraviglioso, esercizio di democrazia pura.
Per quanto mi riguarda, la mia piccola-grande forma di disobbedienza civile ha dato i suoi frutti: i treni della mia tratta, al mese di settembre di quest’anno, hanno registrato una percentuale di puntualità dell’80% e un ritardo medio di 1 minuto (fonte: Rapporto COMIS).

Nonostante questa indubbia vittoria, restano delle altre importanti battaglie da fare perché le condizioni del servizio si possano definire ottimali.
Durante le fasce serali, c’è un’inspiegabile carenza di treni: ciò impedisce ai pendolari che lavorano ad Alessandria di tornare a Casale. L’ultimo treno di cui si dispone è alle 18.35. Senza sfociare nella polemica becera, mi permetto di dire che l’ex sindaco di Casale Monferrato, ora assessore alla sanità della regione Piemonte, aveva promesso di rimettere il treno pre-pandemico delle 19.35, ma la promessa non è stata mantenuta. Promessa non mantenuta insieme a quella di riistituire il presidio Polfer nella stazione di Casale, stazione che presenta una grande lacuna securitaria e stazione che si è resa protagonista di tragici eventi. 

L’altro problema sostanziale è che di sabato c’è una grande carenza di treni e il servizio presenta dei lunghi buchi orari. 
Anche in questo caso, ciò costituisce un problema per i pendolari che lavorano e condiziona negativamente il tessuto turistico della provincia alessandrina. Il sabato, l’ultimo treno presente per andare a Casale da Alessandria è alle 16.35. 

Ricordo che noi paghiamo €93 al mese e ricordo che il prezzo è aumentato di nuovo, come lo fa tutti gli anni qui in Piemonte (vedesi la dichiarazione dell’Agenzia per la mobilità Piemontese). Ci sono solamente 33 km di tratta tra Casale e Alessandria: andrebbe decisamente rivisto il costo del servizio, vista la carente offerta.
Inoltre, non beneficiamo di nessun tipo di sconto o gratuità in quanto studenti, mentre gli studenti di Milano dispongono di un abbonamento a tariffa ridotta di solamente €22 per l’utilizzo di tutti i mezzi urbani della città. 

Poi mi sento di dire un’altra cosa. Spesso, Casale viene definita la “Capitale del Monferrato” e una domanda sorge spontanea: come può la capitale del Monferrato essere quasi totalmente iraggiungibile di Sabato e totalmente irraggiungibile di Domenica?
Migliorare la rete dei trasporti casalesi significa incentivare il turismo, creare movimento e fare un favore all’economia della nostra città.
Perché non si investe di più nel trasporto pubblico? Tra l’altro, La Provincia di Alessandria, pur essendo al centro del triangolo industriale Torino – Milano – Genova, è quella che percepisce meno fondi regionali per il Tpl (trasporto pubblico locale).

Io continuerò a battermi per il trasporto pubblico perché è una cosa in cui credo sinceramente e profondamente. E ci tengo a dire un’altra cosa molto importante. I mezzi pubblici non dovrebbero essere una questione di destra o di sinistra (non è “ideologia”), ma una questione universale: un territorio non collegato è un territorio che resta indietro, economicamente e culturalmente.
Per questo motivo, sollecito la Regione Piemonte e l’assessorato competente a battere un colpo: ci sono di mezzo moltissimi pendolari. La politica può e deve cambiare le cose – è la Regione, infatti, che decide il costo dei biglietti, l’istituzione di nuove tratte ferroviarie e la cadenza e gli orari dei treni.
Sono fermamente convinto che nel 2024, in un paese come l’Italia, sia impensabile ed ingiusto che le persone siano costrette a dipendere dalla loro automobile, soprattutto a fronte della stringente emergenza climatica.

Matteo Philippe, vice-coordinatore Gruppo Pendolari di Casale Monferrato 

Articoli dichiarazioni Riboldi cui attingo: 
https://radiogold.it/news-alessandria/cronaca/255330-pullman-sostitutivo-alessandria-casale-1955-confermato-ripristino-treno/

https://radiogold.it/news-alessandria/cronaca/327417-omicidio-casale-stazione-cristian-martinelli-sindaco-riboldi

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Matteo Philippe

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