Misurazione e produttività: come migliorare il Comune

Mi si conceda una piccola riflessione sulle idee dell’Assessore Casanova, recentemente espresse sul Moscone. Giusto per intenderci, a gestire un Comune si impara strada facendo, spesso alla maniera del “prova e sbaglia”.

Niente formule magiche, quindi, solo qualche proposta, forse un po’ ovvia, su come un’amministrazione potrebbe diventare più “amichevole” e magari anche un tantino più utile ai cittadini.
Partiamo da un grande classico: la tecnologia. Siamo nel 2024, eppure c’è ancora chi passa la mattinata a fare la fila in Comune per un certificato che potrebbe essere scaricato in cinque minuti. Ora, non dico che la digitalizzazione debba risolvere tutti i problemi, ma potrebbe almeno ridurre quelle attese inutili per una pratica. Si tratta di risparmiare alle persone ore perse in coda – che, in fondo, è una questione di rispetto per il loro tempo.
Poi ci sono i dipendenti, quelli che fanno girare l’ingranaggio. Qui, come altrove, si ottiene un buon lavoro solo se chi lo fa si sente valorizzato. Non serve il manager del mese, ma qualche occasione di crescita e, magari, il riconoscimento di un impegno produttivo. Dopotutto, se il personale è motivato, i cittadini se ne accorgeranno e saranno i primi a trarne vantaggio.
E adesso arriviamo al suo punto forte, Assessore: la misurazione. Parola grossa, lo so, e a volte anche un po’ antipatica. Però, ha ragione, come si può migliorare senza sapere dove si è carenti? Misurare non è una mania dei burocrati, ma una maniera pratica per avere sotto controllo se si sta facendo passi avanti o solo giri a vuoto. Come dice lei, sapere dove si può migliorare è l’unico modo per provarci davvero, senza illusioni.
E veniamo alla cara, vecchia burocrazia, quella che c’era, c’è e sempre ci sarà. Non si chiedono miracoli, ma forse qualche alleggerimento qua e là non guasterebbe. Magari eliminare un paio di passaggi che sembrano messi lì solo per confondere il cittadino e aggiungere stress agli impiegati. Non c’è da ridisegnare il sistema dall’alto in basso, solo renderlo un po’ più pratico e un po’ meno snervante.
Passiamo alla sostenibilità, che non è solo una moda del momento, ma una responsabilità. Non occorrono grandi discorsi, basta qualche iniziativa sensata: valorizzare la raccolta differenziata e rintracciare e regolarizzare tutti i residenti non iscritti all’anagrafe rifiuti urbani, ridurre il consumo energetico negli edifici pubblici. Piccole cose che, se messe insieme, fanno una bella differenza e dicono anche che, in fondo, al Comune l’ambiente sta a cuore.
E, per finire, il caro vecchio ascolto. Ecco, una buona amministrazione potrebbe cominciare dal chiedere ai cittadini cosa pensano, voi avete cominciato a farlo non vi stancate, magari con umiltà, e ascoltando davvero. Perché un dialogo sincero, alla fine, porta sempre a soluzioni più giuste e, per dirla tutta, fa bene anche alla reputazione.
In conclusione, migliorare la produttività di un Comune richiede tanta pazienza e una sana dose di realismo. Non servono promesse roboanti, ma piccoli passi concreti. Buon lavoro Assessore!

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Giorgio Bologna

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