Un triste anniversario

In questi giorni ricorre un triste anniversario per il nostro territorio. Il 4, 5 e 6 novembre 1994, Alessandria fu colpita da una delle più gravi catastrofi naturali che hanno interessato l’Italia negli ultimi decenni, lasciando una profonda cicatrice sulla città e nella vita delle persone che la abitano. Le abbondanti piogge che investirono il Nord Italia portarono i fiumi a livelli di guardia, trasformando corsi d’acqua normalmente innocui in torrenti inarrestabili e devastanti.

La città di Alessandria, attraversata dal Tanaro e situata in una zona particolarmente vulnerabile, subì danni ingenti, che coinvolsero sia strutture pubbliche che private, provocando 69 vittime, 500 feriti e circa 2.226 sfollati. La catena di eventi che portò all’alluvione si sviluppò in poche ore, ma i fattori scatenanti affondavano le radici in anni di cambiamenti climatici e di cattiva gestione del territorio. Le piogge torrenziali, aumentate in intensità e frequenza negli ultimi anni, rappresentano un effetto evidente dei cambiamenti climatici globali, che rendono più comuni fenomeni estremi come quello vissuto ad Alessandria.

Situata in una pianura alluvionale, Alessandria è sempre stata a rischio di esondazione, ma l’evento fu aggravato dall’insufficienza dei sistemi di drenaggio e dalle superficiali politiche di urbanizzazione, che hanno ridotto la capacità naturale del suolo di assorbire l’acqua. Gli esperti sottolineano come il Tanaro sia un fiume soggetto a piene violente e come i territori circostanti, già fragili, siano stati ulteriormente compromessi dalla cementificazione e dalla costruzione di infrastrutture in aree a rischio. La combinazione tra un clima sempre più imprevedibile e una gestione territoriale poco lungimirante ha portato alla drammatica situazione verificatasi.

L’alluvione ebbe un impatto anche sulle infrastrutture pubbliche e sui trasporti: molte strade furono chiuse e numerosi ponti furono danneggiati o resi inagibili, isolando ulteriormente le zone colpite. Anche scuole e ospedali subirono danni, mentre l’energia elettrica fu interrotta in molte aree della città.

Di fronte alla crisi, le istituzioni locali e nazionali mobilitarono tutte le risorse disponibili per rispondere all’emergenza e limitare ulteriori danni. La Protezione Civile inviò squadre di volontari da tutta Italia, mentre organizzazioni umanitarie e associazioni di volontariato avviarono una raccolta fondi per supportare le famiglie in difficoltà. L’esercito intervenne con mezzi specializzati per soccorrere le persone bloccate nelle zone più colpite e furono allestiti centri di accoglienza temporanea per ospitare gli sfollati. Il governo dichiarò lo stato di emergenza per consentire un rapido stanziamento di fondi straordinari, destinati alle opere di ricostruzione e agli interventi iniziali. Tuttavia, molti abitanti lamentarono la lentezza della risposta delle istituzioni ai bisogni immediati della popolazione, chiedendo un intervento più rapido e concreto per aiutare chi aveva perso tutto.

La catastrofe di Alessandria riportò alla ribalta il tema della prevenzione dei disastri naturali e della necessità di una gestione sostenibile del territorio. Dopo l’emergenza, molte organizzazioni ambientaliste e urbanisti proposero una revisione delle norme edilizie e delle politiche di urbanizzazione, evidenziando come la riduzione delle aree verdi e la cementificazione abbiano contribuito alla fragilità del territorio.

Queste catastrofi continuano a colpire il nostro Paese. Basti pensare all’Emilia-Romagna, che negli ultimi due anni ha subito quattro alluvioni: il 3-4 maggio 2023, il 16-17 maggio 2023, il 18-19 settembre 2024 e, da ultimo, il 3-4 ottobre 2024. Il cambiamento climatico è ormai una realtà che non può essere ignorata e richiede strategie di adattamento più incisive. Si parla, per esempio, di “infrastrutture verdi” come il ripristino delle aree umide, che fungono da “spugne” naturali, o la creazione di bacini di contenimento per gestire le piene dei fiumi. Interventi di questo tipo richiedono investimenti significativi, ma potrebbero rappresentare una soluzione a lungo termine per evitare altre tragedie come quella che colpì Alessandria e altre regioni del nostro Paese.

Robbiano Laura
PRC

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