Questa notizia è apparsa su alcuni giornali a settembre, ma in Provincia di Alessandria non se ne è parlato. Ancora un decesso e ancora una volta sotto accusa il sistema dei Pronto Soccorso affidati a gettonasti.
La vicenda risale all’estate del 2021 e la vittima fu Daniele D’Amato (nella foto di apertura), zio delle campionesse di ginnastica artistica Alice e Asia D’Amato, morto a 48 anni per una dissecazione aortica non diagnosticata in tempo, dopo essere stato dimesso per tre volte dai pronto soccorso di Novi Ligure e del San Martino di Genova.
La tragedia ha portato la Procura di Genova a richiedere il rinvio a giudizio per due medici, accusati di omicidio colposo per non aver eseguito gli approfondimenti clinici necessari.
La cronologia dei fatti
La vicenda ha avuto inizio il 23 maggio 2021, quando D’Amato si è presentato al pronto soccorso di Novi Ligure lamentando forti dolori alla schiena e uno stato di agitazione psicomotoria. Nonostante gli esami del sangue avessero evidenziato valori anomali, come pressione molto alta ed elevati globuli bianchi, il medico, un gettonista, lo ha dimesso diagnosticando una “lombalgia muscolo-scheletrica”.
Solo poche ore dopo, D’Amato è tornato nello stesso ospedale in elisoccorso per sintomi analoghi, ma anche in questo caso non sono stati eseguiti ulteriori esami o accertamenti. Il paziente è stato nuovamente dimesso con la stessa diagnosi. Nel pomeriggio dello stesso giorno, D’Amato si è recato al pronto soccorso del San Martino di Genova, dove gli è stata effettuata una radiografia alla colonna lombosacrale. Anche in questa occasione, i medici hanno fissato una diagnosi errata di “lombosciatalgia acuta” e lo hanno dimesso.
Tre giorni dopo, il 26 maggio, D’Amato è tornato al San Martino con dolori insopportabili. Finalmente è stato ricoverato e sottoposto, il 28 maggio, a una TAC con contrasto che ha rivelato la dissecazione aortica. Nonostante l’intervento chirurgico d’urgenza, l’uomo è morto il 1° giugno.
Le accuse
Secondo la pm Francesca Rombolà, i medici coinvolti hanno sottovalutato la gravità della situazione. Il medico del pronto soccorso di Novi Ligure avrebbe omesso di raccogliere una anamnesi completa e di eseguire esami del sangue adeguati, limitandosi a una diagnosi superficiale. Al San Martino, i medici avrebbero ripetuto lo stesso errore, non trattenendo il paziente per osservazione e monitoraggio.
La Procura ha indagato diversi medici, ma, dopo una consulenza tecnica, solo due di loro – uno in servizio a Novi Ligure e l’altro a Genova – sono stati ritenuti direttamente responsabili e accusati di omicidio colposo. Gli avvocati della difesa, Gianluca Franchi, Salvatore Leggio, Antonio Rubino e Giuseppe Caccamo, contestano le accuse, sostenendo che non vi fosse un nesso causale diretto tra le loro azioni e il decesso.
Dissecazione aortica: una diagnosi che salva vite
La dissecazione aortica è una condizione grave e potenzialmente mortale che richiede diagnosi e trattamento immediati. Esami diagnostici come la TAC sono fondamentali per identificare il problema e intervenire tempestivamente. Nel caso di D’Amato, la diagnosi tardiva ha ridotto drasticamente le possibilità di salvezza, trasformando un errore medico in una tragedia.
Un dramma familiare
La morte di Daniele D’Amato ha colpito duramente la sua famiglia. Già nel 2022, la famiglia aveva affrontato un altro lutto devastante: la morte del fratello di Daniele, Massimo, padre di Alice e Asia D’Amato. Le due giovani campionesse di ginnastica artistica, note per i loro successi a livello internazionale, hanno perso sia il padre che lo zio nel giro di pochi anni, lasciando un vuoto incolmabile.
Alice e Asia D’Amato sono gemelle nate il 7 febbraio 2003 a Genova e sono tra le ginnaste italiane più talentuose e premiate. Membre della Nazionale Italiana di ginnastica artistica, si sono distinte in competizioni nazionali e internazionali grazie alle loro eccezionali doti tecniche e al loro impegno.
Alice ha raggiunto uno dei momenti più alti della sua carriera vincendo la medaglia d’oro alla trave ai Campionati Europei, oltre a numerose medaglie a squadre e individuali in diverse competizioni. Asia, altrettanto talentuosa, ha contribuito ai successi della squadra italiana, conquistando medaglie sia a livello europeo che mondiale.
Entrambe fanno parte delle “Fate”, il soprannome dato alla squadra italiana di ginnastica artistica femminile, che ha ottenuto risultati storici per il Paese, tra cui il bronzo a squadre ai Mondiali del 2019. La loro forza e determinazione le hanno rese simboli di eccellenza sportiva, capaci di ispirare giovani atleti in tutta Italia.
Un caso che solleva domande sul sistema sanitario
Questa tragedia evidenzia ancora una volta le criticità del sistema sanitario, come il ricorso a medici a gettone e la difficoltà nel garantire una gestione adeguata dei casi complessi nei pronto soccorso. Il processo contro i due medici sarà cruciale per accertare le responsabilità, ma anche per riflettere su come prevenire errori simili in futuro. Nel frattempo, la famiglia D’Amato continua a chiedere giustizia per una morte che, con un intervento tempestivo, poteva forse essere evitata.
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