Il caso Open Arms: una sfida ai principi costituzionali e alla giustizia equa

È accaduto un fatto nel 2019 che nuovamente mi fa dubitare che ci sia ancora rispetto per la nostra Costituzione e, soprattutto, equità nelle leggi. Quando entriamo nei tribunali italiani, leggiamo una frase che rincuora tutti: “la legge è uguale per tutti”, sancita dalla nostra Costituzione e scritta a caratteri cubitali.

Ingenuamente penso: sarà così. Però, se un Ministro dell’Interno, capo del Viminale, decide di impedire lo sbarco della nave Open Arms, fatto accaduto nell’agosto del 2019, l’ingresso nelle acque italiane e lo sbarco di 147 migranti, mi fa riflettere.

Tra le altre cose, è un divieto illegittimo. Secondo la Procura di Palermo prima, poi secondo il Tribunale dei Ministri, il Ministro Salvini avrebbe commesso due reati e la violazione del diritto interno e internazionale. Perché non si possono lasciare le persone in mezzo al mare; ogni essere umano ha diritto alla vita, come sancito da convenzioni internazionali e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, e aggiungo dal buon senso e dal buon cuore. A questo si aggiunge il diritto marittimo internazionale, come la Convenzione SOLAS e la Convenzione di Amburgo, che impongono l’obbligo di prestare soccorso a chiunque si trovi in pericolo in mare, indipendentemente dalla nazionalità, dallo status o dai motivi della loro presenza in mare. Ogni essere vivente ha il diritto alla vita; salvare vite è un principio morale e universale. Lasciare delle persone in balia del mare, con i suoi pericoli, contravviene al senso di umanità. Ci sono persone che si trovano in mare perché stanno sfuggendo da guerre, persecuzioni o povertà estrema. Ignorare il loro bisogno di aiuto significa rinunciare ai valori di solidarietà. Il Ministro era stato accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito alla nave della ONG spagnola di attraccare a Lampedusa. La nave portava, come scritto prima, 147 migranti che aveva soccorso nel Mediterraneo. Per questo reato è stata chiesta la condanna a sei anni di carcere dall’aggiunta Marzia Sabella e dai PM Gery Ferrara e Giorgia Righi, costretti, dopo la requisitoria, a fare i conti con una valanga di insulti e minacce. Alcuni giorni fa, il tribunale ha assolto in formula piena in primo grado il Ministro “perché il fatto non sussiste”.

Robbiano Laura PRC

Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi

Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone

Visited 1 times, 1 visit(s) today

Moscone

Un commento su “Il caso Open Arms: una sfida ai principi costituzionali e alla giustizia equa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna su

Contact Us