Il 58° Rapporto “La società italiana al 2024” redatto dal Censis ci dipinge un popolo sempre più profondamente ignorante e schiavo di pregiudizi infondati. Il rapporto ci svela che per un quota non trascurabile di italiani un culturista è una “persona di cultura”, Eugenio Montale è stato Presidente del Consiglio e Mao Zedong è l’uomo più vecchio del mondo.
Paradossalmente, la crescita della scolarizzazione non corrisponde ad una crescita culturale. Da una lato resiste una sacca di analfabeti, che sono ancora 260mila in tutto il paese e che riescono a sopravvivere nell’era della comunicazione globale pur non sapendo ne leggere ne scrivere, dall’altra aumenta il numero di laureati (8,4 milioni). Oggi in Italia è laureato il 18,4% degli under 25, mentre nel 2011 questa percentuale era del 13,3%.
Secondo il rapporto, Molti studenti non raggiungono i traguardi di apprendimento previsti:
- Italiano: il 24,5% degli alunni al termine della scuola primaria, il 39,9% al terzo anno della scuola media e il 43,5% all’ultimo anno della scuola superiore non raggiungono livelli adeguati (con un picco dell’80,0% negli istituti professionali).
- Matematica: le percentuali di insufficienza salgono al 31,8% nelle primarie, al 44,0% nelle medie e al 47,5% nelle superiori (fino all’81,0% negli istituti professionali).
L’ignoranza si manifesta anche su temi storici e culturali:
- Storia patria:
- Il 55,2% degli italiani ignora che Mussolini fu destituito e arrestato nel 1943.
- Il 30,3% (percentuale che sale al 55,1% tra i giovani) non sa chi fosse Giuseppe Mazzini; il 19,3% lo associa erroneamente a un politico della Prima Repubblica.
- Il 30,3% non conosce l’anno dell’Unità d’Italia.
- Il 28,8% non sa quando è entrata in vigore la Costituzione.
- Storia mondiale:
- Il 49,7% non sa indicare l’anno della Rivoluzione Francese.
- Il 42,1% ignora l’anno dello sbarco sulla Luna.
- Il 25,1% non ricorda l’anno della caduta del Muro di Berlino.
- Il 22,9% non sa che Richard Nixon è stato un presidente degli Stati Uniti (e il 2,6% lo crede un calciatore inglese).
- Il 15,3% non conosce Mao Zedong (e l’1,9% lo identifica con l’uomo più anziano del mondo).
- Il 13,1% ignora il significato della Guerra Fredda.
- Letteratura:
- Il 41,1% attribuisce erroneamente L’infinito a Gabriele D’Annunzio o non sa chi sia l’autore.
- Il 35,1% crede che Eugenio Montale fosse un presidente del Consiglio degli anni ’50.
- Il 18,4% associa Giovanni Pascoli a I promessi sposi.
- Il 6,1% dubita che Dante Alighieri sia l’autore della Divina Commedia.
- Arte:
- Il 35,9% considera Giuseppe Verdi l’autore dell’Inno di Mameli o non sa chi sia il compositore.
- Il 32,4% attribuisce gli affreschi della Cappella Sistina a Giotto o Leonardo da Vinci, invece che a Michelangelo.
Le lacune non si fermano qui:
- Geografia: il 23,8% non sa che Oslo è la capitale della Norvegia, mentre il 29,5% non riconosce Potenza come capoluogo della Basilicata.
- Calcolo: il 12,9% degli italiani non considera 7×8 uguale a 56.
- Istituzioni: il 53,4% non associa correttamente il potere esecutivo al Governo, attribuendolo invece al Parlamento o alla magistratura.
Questi dati evidenziano una mancanza di cittadinanza culturale, una condizione che rischia di perpetuarsi nelle future generazioni. L’ignoranza rappresenta una minaccia per la democrazia, poiché rende difficile decodificare le proposte politiche e riconoscere manipolazioni o falsità.
Nel vuoto culturale, attecchiscono convinzioni irrazionali, pregiudizi antiscientifici e stereotipi:
- Il 26,1% crede che gli immigrati clandestini in Italia siano 10 milioni.
- Il 20,9% pensa che gli ebrei dominino il mondo tramite la finanza.
- Il 15,3% ritiene che l’omosessualità sia una patologia genetica.
- Il 13,1% lega l’intelligenza all’etnia.
- Il 9,2% associa la criminalità a fattori genetici.
- L’8,3% equipara l’Islam al jihadismo.
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