Roberto Bonafè, artista autodidatta e insegnante di disegno e pittura presso i laboratori dell’associazione Laboratori d’Arte, è un nome che continua a sorprendere per la profondità e la versatilità del suo lavoro. Ogni sabato pomeriggio, da novembre a maggio, Bonafè accoglie gli appassionati al Centroincontro di via Monte di Pietà, trasmettendo la sua passione per un’arte che affonda le radici nella tradizione e si proietta verso nuove sperimentazioni.
Oltre all’attività didattica, Bonafè, insieme a altri trenta pittori novesi, sarà presente alla mostra collettiva organizzata da Noviterzapagina, che si terrà dal 7 al 22 dicembre in via Girardengo, 52 a Novi Ligure, nell’ex negozio Gualco. Un’occasione imperdibile per ammirare il suo lavoro e scoprire l’essenza della pittura che, tra tradizione e sperimentazione, continua a rinnovarsi.
Un maestro della pittura “anonima”
Se fossimo nel passato, Bonafè sarebbe stato annoverato tra quei “maestri minori” capaci di produrre opere che oggi troveremmo nelle sale di musei, contrassegnate dalla misteriosa etichetta di “anonimo lombardo”. La sua arte esplora con maestria generi classici come la natura morta, il paesaggio e il ritratto, spingendosi anche verso l’astrazione. Particolarmente toccante è la sua pittura di paesaggi, dove si manifesta un’abilità innata nell’osservare e catturare la poesia dei luoghi e dei momenti.
Il richiamo all’Eden
Nei ritratti, Bonafè sembra sussurrare un messaggio profondo: un invito a contemplare un Eden immaginario, un rifugio dalle brutture della società moderna. Attraverso le sue opere, l’artista propone un mondo fatto di mitezza e fraternità, lontano dalla logica del profitto e del cemento. Che sia intenzionale o meno, il suo lavoro appare come una barriera contro le forze aggressive che minano la serenità.
L’arte come sperimentazione
Negli ultimi anni, Bonafè ha avviato un percorso di ricerca che lo ha condotto verso l’astrazione. Egli definisce queste opere “sperimentazioni”, indicando chiaramente una fase evolutiva della sua produzione. Nei suoi lavori astratti, si percepisce un’energia primordiale, un caos cromatico che richiama i primordi dell’universo. Attraverso forme indefinite e colori vivaci, Bonafè costruisce paesaggi interiori che coinvolgono il fruitore in un dialogo profondo e quasi meditativo.
Un matrimonio di sensi
Le opere astratte di Bonafè invitano lo spettatore a un’immersione totale. Come suggeriva Mark Rothko, la distanza ideale per osservare questi lavori è di circa quarantacinque centimetri, una vicinanza che permette al colore di avvolgere e trascinare in un vortice sensoriale. Bonafè obbliga chi guarda a entrare nei suoi spazi cromatici, dove la luce interiore delle sue creazioni risplende con forza.
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