La segretaria del Pd, Elly Schlein, in Commissione Bilancio ha chiesto alla maggioranza di dare ascolto ai milioni di italiani che non riescono più a curarsi, votando l’emendamento unitario delle opposizioni per aumentare di 5,5 miliardi all’anno la spesa per il SSN nel prossimo triennio. L’obiettivo era ridurre le liste d’attesa e assumere nuovo personale sanitario. Ma nulla: hanno votato contro e bocciato l’emendamento.
Aumentano di soli 7 euro lo stipendio agli infermieri, ma sono prontissimi ad aumentare quello dei loro ministri di 7.000 euro. Il lavoro dei ministri, dunque, vale mille volte di più di quello di chi si prende cura degli italiani. Per fortuna, questo emendamento è stato bocciato.
Ecco cosa succede in Parlamento: si affossa la sanità pubblica mentre quella privata continua ad avanzare, ricevendo sostanziosi finanziamenti. La spesa sanitaria privata ha superato i 40 miliardi di euro (Rapporto Crea Sanità). A permettersela sono soprattutto le famiglie più abbienti, mentre è aumentata del 17% la quota di chi si impoverisce o rinuncia alle cure. Sono 4,5 milioni i cittadini che non si curano, con liste d’attesa intollerabili che costringono molti a rinunciare alle cure. Non si vede ancora il fondo del tunnel. Va ricordato, inoltre, che non tutto il privato è convenzionato.
Gli anziani, che sono ovviamente i più bisognosi di cure, sono anche i più rinunciatari. Le aree più colpite sono il Sud e il Centro Italia.
Quindi, il numero di italiani che rinunciano a curarsi è salito a 4,5 milioni, sia per ragioni economiche sia, soprattutto, a causa delle liste d’attesa, che dopo la pandemia sono esplose, rendendo sempre più difficile accedere a visite ed esami nel Servizio Sanitario Nazionale. A far crescere i numeri di questo esercito di persone che scelgono di non curarsi – lo scorso anno erano poco più di 4 milioni – sono state proprio le attese interminabili. Prima del Covid, nel 2019, erano poco più di 1,5 milioni gli italiani che rinunciavano alle cure di fronte a liste troppo lunghe; nel 2023 sono diventati quasi 3 milioni.
Che cosa vogliono fare del nostro SSN? Ma, soprattutto, cosa vogliamo fare noi cittadini e cittadine? Vogliamo rinunciare a curarci o vogliamo farci sentire?
Non c’è più tempo. È ora di farci sentire. Si protesta per qualunque cosa, ma non per il diritto alla salute. Si va in ospedale e, se non si ricevono le cure adeguate, si insultano gli operatori. E poi? Silenzio. Nessuno si interroga sul perché le liste d’attesa siano così lunghe. Nessuno si chiede perché spesso al DEA si aspetti tanto.
È ora di restituire a ciascuno le proprie responsabilità, a cominciare dai politici che dirottano denaro per costruire “centri di accoglienza” per migranti in Albania, fino ai cittadini che accettano tutto in silenzio. Ci vuole un’azione FORTE di protesta. La salute di TUTTƏ è garantita dalla nostra Costituzione.
Concetta Malvasi
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