Il pasticcio dell’acqua, D’Ascenzi: “A rischio i servizi per i cittadini”

Mauro D’Ascenzi oggi non ha più alcun incarico. Ma è stato per 29 anni ai vertici di Acos, per 18 anni nella leadership dell’Associazione Nazionale dei servizi pubblici in cui ha ricoperto la carica di vicePresidente e Presidente. Per 14 anni membro del consiglio di amministrazione di Eureau, la Federazione Europea delle Associazioni Nazionali dei Servizi Idrici che rappresenta tutte le imprese dell’acqua d’Europa, sia pubbliche che private, arrivando anche qui alla carica di vicePresidente prima e Presidente poi. Come altre volte chiediamo il suo parere, in questo caso, in relazione alla vicenda dell’acqua in provincia.

L’hai seguita?
«Sì. Dall’esterno ma con molta attenzione. M’ero illuso che finalmente si potesse costruire la seconda azienda dell’acqua in Piemonte».

Concessioni idriche in Egato 6, quella trovata era l’unica soluzione possibile o la peggiore possibile?
«Poiché al peggio non c’è mai limite non si può dire che sia la peggiore possibile. Certo è un gran pasticcio».

Perché?
«Perché la conferenza dell’Egato ha deciso unilateralmente di rescindere un contratto con le aziende che gestiscono il servizio idrico. Questo avrebbe potuto accadere se le aziende fossero risultate inadempienti, cosa che non è accaduta.
Invece, ciò è stato fatto solo sulla base di una segnalazione del Ministero dei lavori Pubblici che fa riferimento ad un giudizio dell’autorità di settore (Arera). Si badi bene che lo stesso Egato ha distribuito tempo alcune sentenze che stabilivano che sia il Ministero che Arera non hanno tali prerogative, l’ultima è piuttosto recente, risale al luglio del 2024. Tanto che tutti i soggetti coinvolti hanno fatto ricorso al Tar e sono in attesa di sentenza. La delibera di Egato può provocare gravi danni economici. Tutto si è deciso sulla base di una telefonata tra il Presidente ed il Ministero. Non s’è mai vista una cosa del genere
».

Di che cifre parliamo?
«Se teniamo conto che il contratto scade tra circa 10 anni parliamo di potenziali danni superiori ai cento milioni.
La mia opinione è che i membri della conferenza abbiano sottovalutato la responsabilità non solo politica ma anche personale che si sono assunti. Se uno dei soggetti riuscisse a farsi riconoscere un danno anche di gran lunga inferiore si tratterebbe pur sempre di cifre molto rilevanti per ognuno. Senza parlare del danno erariale e della Corte dei Conti. Naturalmente non ho certezza che finirà così, ma se uno rompe un contratto è ovvio che l’altro voglia essere risarcito. I membri della conferenza non hanno avuto e non hanno chiesto, a suffragare la loro decisione, una parere legale esterno, un piano economico che giustificasse l’operazione. Mi pare ci sia stata molta leggerezza
».

Ci risulta che Gestione Acqua ancor prima che la delibera fosse adottata abbia ha fatto inviare una lettera da un importante studio legale diffidando Egato dal compiere una tale operazione. Ma non vi è stato alcun tentativo di mediazione tra Acos e Egato? A volte i contratti si sciolgono consensualmente.
«Per quanto ne so no. Forse l’Egato si è accordato con gli altri gestori a cui pensa di affidare transitoriamente il servizio. Acos ha appreso di tale volontà dai giornali, quando il Presidente ha dichiarato di voler dare il servizio ad Amias, una società pubblica senza dipendenti e sostanzialmente in liquidazione».

C’era un’alternativa?
«Certo. Da quel che mi risulta Amag e Gestione Acqua avevano inviato uno statuto concordato con i propri legali per dar vita alla società consortile. Gestione Acqua aveva anche predisposto il cronoprogramma e tutte le pratiche richieste dal Ministero per legittimare il nuovo consorzio. Addirittura i due Sindaci di Alessandria e di Novi hanno fatto una conferenza stampa per annunciare l’integrazione».

Ma si dice che il Ministero non accetti un consorzio costituito da società interamente pubbliche e da società miste come Acos.
«Calma, ho seguito il caso con attenzione. L’ultimo documento ufficiale in mano alle aziende e all’Egato è una lettera del Ministero stesso che approva la costituzione di un consorzio tra i tre gestori così come sono. Quindi bisognava rispondere a questo. Semmai il Ministero avrebbe dovuto dire ufficialmente che non andava bene e spiegare questa svolta, assumendosi naturalmente le responsabilità. Ripeto, la delibera è stata presa sulla base di una telefonata del presidente e del direttore. Niente di scritto e di ufficiale».

Ma allora cosa è successo?
«Che è arrivato Perocchio. L’Egato da quando è nato, tra mille dispute e conflitti, ha sempre mantenuto una sostanziale coesione, con qualunque maggioranza politica. Credo non abbia mai ricevuto un ricorso o un’azione legale da parte di nessun soggetto coinvolto nel servizio idrico. Ora è sfasciato con una guerra in corso che può avere conseguenze molto gravi».

Questa sarebbe opera del neo presidente?
«I suoi predecessori -anche l’ultimo, Bussalino, che era della Lega ed è un galantuomo- hanno lavorato per unire e per tenere tutti assieme. Perocchio no.
Quando si fanno fusioni, integrazioni, il percorso è sempre accidentato. Chi si ritiene più debole ha paura di essere fagocitato, chi si ritiene più forte ha paura di rimetterci. Perocchio ha fatto leva su questo, favorendo uno su di un altro, cercando di intimorire uno o l’altro, con il ricatto dei finanziamenti pubblici, anche con le continue telefonate al Ministero leghista. Non è stato un esempio di lealtà
».

Perché lo avrebbe fatto?
«Vi sono due ordini di ragioni. Innanzitutto L’ambizione personale, la carriera. Lo dimostrano i continui interventi sui giornali, piuttosto avventati per chi ricopre una carica istituzionale. E lo fa a suo modo, è il suo modo di concepire la politica. Verrebbe da ricordare la favoletta dello scorpione della rana. Lo abbiamo visto a Novi.
Lui era il capogruppo della Lega, suo nonno il sindaco che obbediva ai suoi voleri. Dopo 70 anni la destra conquista il governo della città. Dopo poco fa il suo capolavoro, riuscendo ad unire le opposizioni: allora i 5 stelle avevano più simpatia per loro che per il Pd, eppure li ha spinti assieme. Ha spaccato la sua maggioranza, ha portato la città per la prima volta nella storia ad essere commissariata, e alle elezioni anticipate Muliere, centrosinistra, ha vinto al ballottaggio con il 67% dei voti. Con il tempo mi sono convinto di quanto sia giusto il detto che chi semina vento raccoglie tempesta.
La seconda ragione è data da una sua pervicace ostilità nei confronti di Acos
».

Lui sostiene essere per il tutto pubblico, e che Acos non lo è abbastanza.
«Ma veramente ha sostenuto questa tesi da quando Acos ha preteso dei soldi per la famosa perequazione da Amag di Alessandria, che allora era a governo leghista, il bello è che in quel momento lo erano anche Novi e Acos. Infatti su questo argomento si scontrò duramente anche con il suo assessore al bilancio, Delfino, il quale pretendeva quei soldi».

A proposito della perequazione, ne sai qualcosa?
«So che c’è una causa in corso presso il tribunale di Torino. So che c’è una delibera dell’Egato con cui si impegna ha pubblicare i conti separati per i vari gestori. Questi conti ci sono, soni lì. Mi risulta che il Sindaco di Novi abbia reiterato la richiesta di conoscerli al presidente di Egato, ma Perocchio ha fatto orecchie da mercante. Insomma sembra stia impedendo l’attuazione della delibera».

Ma si sarà fatto consigliare da qualche esperto economico?
«Lui dice in giro di avere il supporto del ragionier Tortarolo, i cui risultati in campo aziendale sono noti a tutti. Sicuramente anche lui da decenni ormai è ossessionato dai buoni risultati di Acos.
Diciamo che sono i peggiori propagandisti dell’idea del “tutto pubblico”, non dimentichiamo che il Cit tutto pubblico è fallito sotto la loro amministrazione; adesso è privatizzato. Ad Alessandria quando governava la Lega hanno privatizzato la vendita del gas, cedendo l’80% di Alegas a Iren. Faccio notare che in Acos Iren ha solo il 25%…

Quindi, meglio pubblico o privato?
«Le gestioni pubbliche si difendono rendendole efficienti e competitive. Faccio un esempio: Gestione Ambiente conquista anche clienti privati perche batte la concorrenza  di altri concorrenti  privati. Ma non vorrei che adesso di mettessero a perseguitare anche Gestione Ambiente perchè  è efficiente».

Perocchio però in conferenza d’ambito è stato votato anche dai rappresentanti del centrosinistra.
«Ed è stato un errore, a mio parere. Giustificato dal fatto che storicamente in quella sede si è sempre votato all’unanimità. In realtà si sapeva che Perocchio non aveva la statura politica e istituzionale per ricoprire tale incarico. Si sapeva quale sarebbe stato in suo metodo e i contenuti della sua azione. E qui siamo arrivati.
Naturalmente il mio è un giudizio politico su Perocchio, e non riguarda la sua sfera privata che non conosco e non mi interessa. Riguarda la politica che lui svolge nelle istituzioni
».

Anche Alessandria – a guida PD -però ha votato a favore della revoca delle concessioni.
«Conosco il sindaco Abonante e l’assessore Laguzzi. Sono ottime persone e si stanno dannando l’anima per risolvere i problemi di Amag. Se sono costretti a restituire i fondi al Ministero penso che salti per aria tutto. Questa debolezza forse li porta ad essere più timorosi. Quello che semmai mi stupisce è la ragione per cui si assumono tutte le responsabilità della precedente amministrazione, che è la vera responsabile delle difficoltà delle loro aziende».

Non c’è da parte loro una convinzione che “tutto pubblico” sia meglio?
«Non credo. Visto che si accingono a privatizzare le reti del gas e a mettere in gara il servizio di raccolta dei rifiuti».

Quali scenari possibili, a questo punto.
«Innanzi tutto si attende la pronuncia del Tar sulla decadenza o meno delle attuali concessioni. Un Presidente più esperto e ponderato, avrebbe lavorato per guadagnare tempo, magari inviando quanto previsto dalla lettera del ministero entro il 24, per poi procedere secondo sentenza. Se il Tar ed eventualmente il Consiglio di Stato danno ragione ai ricorrenti tutto ritorna come prima. In mezzo potrebbe esserci un eventuale, probabile, ricorso di Gestione Acqua avverso alla delibera in questione.
Se Il Tar da ragione al Ministero, vuol dire che Egato ha sbagliato a dare le concessioni, quindi le aziende che se le vedono revocare avranno diritto ad essere indennizzate per i 10 anni restanti. Per l’Egato sarà un problema in più. Chiaramente, sarebbe stato utile per tutti non scegliere la strada della rottura.
Poi si dovrà procedere ad un nuovo affidamento, dopo il periodo ponte. In base a quanto stabilito dalla conferenza dovrebbe trattarsi di una gara a doppio oggetto che permetterebbe agli attuali gestori, se la vincono, di riprendere il loro ruolo
».

Allora per Acos non sarebbe male?
«Staremo a vedere. Comunque per la mia esperienza sarà un processo complicato che richiede coesione e fiducia reciproca. Il garante di tutto questo dovrebbe essere l’Egato ed in prima persona il suo presidente. Permettimi una battuta da campagna elettorale americana: compreresti una macchina usata da Perocchio? Bisognerebbe chiederlo a Cuccuru, a Delfino, che sono stati assessori della sua giunta leghista. Chiedetelo a Bertoli che ha vinto con lui le elezioni del 2019.
Come è successo per Novi credo che questa scelta si ripercuoterà sull’intero centrodestra e mi stupisce che il presidente della Provincia che ha delegato Perocchio non senta il bisogno di intervenire. Qui sta l’errore politico di non aver messo alla presidenza un personaggio di rango e di grande attendibilità».».

Sembra tu voglia dire uno come te?
«Assolutamente no. Non ne ho i requisiti formali ne sostanziali».

Quindi l’integrazione con Alessandria annunciata dai Sindaci e dai documenti consiliari è saltata?
«Non spetta a me dirlo. Certo in questo moneto non penso che vi sia l’animus adatto, ma a mio parere rimane un obiettivo strategico. La crescita dimensionale e efficientamento delle aziende è assolutamente necessaria. Fondamentale. Certo se Alessandria non avesse deciso di privatizzare alcuni servizi pubblici una integrazione tra Acos e Amag avrebbe creato la società di utility più grande della Regione Piemonte. Ma mai dire mai».

Ora cosa succederà?
«Questa implosione potrebbe provocare un blocco degli investimenti e anche portare ad affidare il servizio ad un gestore inadeguato, e quindi peggiorare il servizio ai cittadini. Credo che tutti si debbano impegnare per impedire che ciò avvenga».

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

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