Ottantesimo della liberazione di Auschwitz: il dovere della Memoria per un futuro senza odio

In un tempo attraversato da nuove tragedie, da incubi che sembrano riemergere dal passato, ricordiamo e facciamo memoria dell’anniversario, l’Ottantesimo, della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945.

Questa data, celebrata come “Giornata della Memoria”, è dedicata alle vittime dell’Olocausto e rappresenta non solo un’occasione importante per riflettere sugli orrori del passato, ma deve esse anche una ribadita, solenna, promessa di impegno per costruire una società libera dall’intolleranza e dall’odio.

Auschwitz rimane il simbolo universale della barbarie del genocidio nazista. Tuttavia, è fondamentale ricordare anche i molti altri luoghi ove si consumarono tragedie analoghe, alcuni tristemente noti, altri meno ricordati ma ugualmente rappresentativi delle sofferenze inflitte durante l’occupazione tedesca, e anche italiana. Luoghi di sofferenza e di martirio, sparsi per tutto il continente europeo, frutto dell’orrore e del delirio di onnipotenza dei regimi nazi-fascisti.

Occorre insegnare alle più giovani generazioni la fatica del ricordo, l’importanza del discernimento, il dono prezioso della memoria.

Ricordare non è solo un atto di omaggio verso le vittime di allora, ma un dovere morale per riaffermare i principi di dignità, libertà e uguaglianza, che ancor oggi sono, nuovamente, messi in discussione in tante parti del Mondo. 

Mai più: un impegno condiviso, non solo a parole.

L’Olocausto non è solo una tragedia del passato, ma un monito per il presente e per il futuro. La memoria collettiva rappresenta un pilastro essenziale per la costruzione di una società giusta, inclusiva e democratica.

In un momento storico, quale è il nostro, in cui tornano a manifestarsi atteggiamenti liberticidi e retoriche divisive, in cui sembrano riaffacciarsi gli incubi del passato, parole e atti che si credevano sepolti e banditi per sempre, è fondamentale ribadire il nostro impegno per la difesa dei diritti umani e della dignità di ogni persona.

Mai come oggi ricordare Auschwitz, così come i tanti altri campi e luoghi di sterminio e deportazione, significa fare della Memoria un’arma contro l’odio e un ponte verso un mondo di pace e solidarietà.

È nostro compito, è nostro dovere democratico, fare in modo che “Mai più” sia una promessa che non venga più infranta.

Per questi motivi, sentiamo forte l’esigenza e l’urgenza di promuovere e favorire iniziative culturali e formative di ogni sorta, per diffondere una consapevolezza storica e culturale, soprattutto tra i più giovani, seria e credibile. E contrastare ogni forma di razzismo, discriminazione, antisemitismo e odio verso i diversi e le minoranze che, a distanza di decenni, sembrano pericolosamente trovare nuova linfa e produrre nuove sofferenze e nuovi incubi.

Partito Democratico, Circolo di Casale Monferrato

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Moscone

Un commento su “Ottantesimo della liberazione di Auschwitz: il dovere della Memoria per un futuro senza odio

  1. Consiglio una lettura: “Ogni mattina a Jenin” di Susan Abulhawa.
    Da ottant’anni ogni giorno della memoria la frase più gettonata è “mai più” eppure dal 1948 c’è un popolo che subisce deportazioni, torture, invasioni, bombardamenti, occupazioni non dico nel silenzio generale, perché è un dato di fatto che buona parte del mondo se ne occupi, ma nella quasi totale paura “politica” di considerarlo un olocausto 2.0 anche perché tra criticare Israele e passare per antisemiti il passo è breve.
    Lo chiamerei “il giorno della memoria corta”.

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