Il 21 marzo, primo giorno di primavera, l’Italia celebra la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. È una data simbolica, scelta per rappresentare la rinascita e la speranza, in contrasto con la violenza e l’oppressione mafiosa.
Questa giornata è nata nel 1996 su iniziativa di Libera, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti, da sempre in prima linea nella lotta alle mafie e nella promozione di una cultura della legalità. Per anni, Libera ha portato avanti questa commemorazione come momento di riflessione e di impegno civile, finché nel 2017 la Repubblica Italiana ha deciso di riconoscerla ufficialmente come Giornata nazionale.
A Novi Ligure questa giornata è stata ricordata sabato scorso presso piazza Dellepiane, quando oltre 200 cittadini hanno risposto all’appello di Libera e hanno partecipato alla cerimonia pubblica di lettura del lungo elenco di nomi.
Questa mattina ad Alessandria, in Piazza Papa Giovanni XXIII, avverrà la cerimonia pubblica di lettura dei nomi delle vittime da parte dei ragazzi delle scuole cittadine. Sempre oggi avrà luogo la manifestazione nazionale a Trapani, dove sono previste oltre 100mila persone.
Il cuore della ricorrenza è la lettura pubblica dei nomi delle vittime innocenti di mafia: un gesto sobrio e potente che ridà voce e dignità a chi è stato ucciso dalla criminalità organizzata. Magistrati, poliziotti, carabinieri, giornalisti, imprenditori, sacerdoti, sindacalisti, cittadini comuni: le loro storie diventano memoria viva, seme di consapevolezza e responsabilità.
Ogni anno, grazie al lavoro di Libera e di tante realtà associative, scuole, parrocchie, enti locali e cittadini partecipano a cortei, incontri e momenti di condivisione in tutta Italia. È un’occasione per dire insieme che la mafia non è solo un problema giudiziario, ma anche culturale e sociale, e che può essere combattuta attraverso l’impegno quotidiano, la partecipazione e l’educazione.
Don Ciotti, figura di riferimento per l’antimafia sociale, ha sempre ribadito che «la memoria da sola non basta, deve tradursi in impegno». Ed è proprio questo il senso profondo della giornata: non fermarsi al ricordo, ma agire, ognuno nel proprio ruolo, per costruire una società più giusta e libera.
Perché ricordare significa scegliere da che parte stare. E trasformare il dolore in speranza.
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