A seguito della mia lettera aperta, pubblicata giorni fa su questo giornale online, oggi ci troviamo di fronte a una decisione che ci lascia nuovamente e profondamente amareggiati e molto preoccupati: la scelta della Cgil e dell’Anpi Nazionale di aderire a una manifestazione che si proclama contro la guerra, ma che nei fatti è promossa da chi vuole alimentarla.
Siamo antifascisti, pacifisti, persone che credono nei valori della Costituzione e della Resistenza. Per noi «pace» non è uno slogan vuoto da sbandierare a seconda delle convenienze politiche, ma un principio fondante della nostra identità. E proprio per questo non possiamo accettare che due organizzazioni storiche, come la Cgil, nata dalla lotta per i diritti dei lavoratori, e l’Anpi Nazionale, fondata da persone che hanno sempre lottato per la libertà, si lascino trascinare in una mobilitazione che tradisce questi stessi valori.
Chi organizza questa manifestazione non ha mai veramente difeso la pace. Sono coloro che sostengono il riarmo, l’invio di armi nei conflitti, le scelte geopolitiche che alimentano la tensione invece di ridurla. Sono coloro che si schierano con una parte senza neppure tentare la via del negoziato e del dialogo. Come possono Cgil e Anpi, che hanno sempre rappresentato la difesa dei più deboli e la ricerca di soluzioni pacifiche, prestarsi a un’operazione così ambigua?
Partecipare a questa manifestazione significa legittimare chi usa la retorica della pace per giustificare una politica di guerra. Significa rinunciare al pensiero critico e accettare una narrazione che non ha nulla a che fare con la difesa dei popoli oppressi, ma tutto a che fare con il gioco delle grandi potenze e degli interessi economici.
Noi non accettiamo questa ambiguità! Diciamo no a una finta pace che nasconde solo nuove guerre! Se Cgil e Anpi vogliono davvero essere coerenti con la loro storia, devono stare dalla parte della diplomazia, della trattativa, della riduzione delle tensioni. Devono avere il coraggio di dire che la guerra si ferma con il dialogo, non con nuove armi e nuove strategie belliche.
La pace vera non si costruisce con chi vuole la guerra. La pace vera si costruisce con l’indipendenza di pensiero, con il coraggio di dire no a ogni forma di militarismo, con la capacità di proporre alternative credibili. E oggi Cgil e Anpi stanno sbagliando strada.
Chiediamo loro di ripensarci, di non tradire la loro storia, di non farsi strumentalizzare. E chiediamo a tutti voi di non cadere nella trappola di chi usa parole giuste per fini sbagliati. La pace non si invoca: si costruisce con scelte chiare e coraggiose.
Concludo con una frase di Sandro Pertini, il Presidente che mi è rimasto nel cuore: «Si svuotino gli arsenali, si colmino i granai».
Robbiano Laura – PRC
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Ottimo articolo di dissenso politico .