Lettera aperta all’amico Rocchino Muliere, sindaco di Novi Ligure

Ho accolto con particolare compiacimento la Tua proposizione di opporti all’intenzione di Cociv-RFI, relativamente alla linea ferroviaria del Terzo Valico, dell’insediamento delle Barriere Antirumore ai due lati della linea che passa in città, della lunghezza complessiva di 9 Km.

Trascurando il fatto che tale Tuo intervento presso i dirigenti di Cociv-RFI risulta assai in ritardo di 10 anni (progetto Cociv-RFI del 2015) in quanto la risposta sarà, come sempre, che ormai i “giochi” sono già stati fatti e quindi adesso nulla si potrà cambiare.
Una semplice risposta volgare, irrispettosa e bugiarda, perché, come spiegherò più avanti, tutto è ancora possibile. Perché i disagi agli abitanti sono senza fine, perché a quelli ormai conosciuti dobbiamo aggiungere le ben 60 interruzioni di servizi in attività, quali tubazioni, cavi, condotti ecc. di gas, acqua, telefonia, fognature, Enel, Snam e così via (pg. 99 della relazione del progetto) che dovranno essere interrotti e in seguito ripristinati senza che si faccia cenno al tempo occorrente.

Perché, vedi, molte altre cose dovresti affrontare: la distruzione del primo tratto del Rio Gazzo e, quindi, la successiva crisi di tutto l’impianto fognario della città; il traffico impazzito; le nuove strade; i nuovi fabbricati; i cantieri in città; i due edifici di 7 piani con scale e ascensori (come via di fuga) collocati dal piano campagna sino alla profondità di ml. 30, vicino alla frazione Barbellotta.

Senza contare poi il non uso della ferrovia storica per almeno 4/5 anni (Cociv-RFI ne prevedono 2,5, proprio lo stesso numero di anni che avevano previsto per la tratta Novi – Tortona ma che sono diventati ben 6). E, come se già non bastasse, il sovrappasso del raccordo in galleria di Torino – Novi – Genova sulle due linee Genova – Milano e Milano – Genova (anch’esse in galleria) al solo intervallo di terreno di ml. 4,30 che, in casi di terremoto o di dilavamento da accadimento atmosferico, semplicemente sono in pericolo di collassamento, con un treno passante a 160 Km/ora (Torino – Novi – Genova) e oltre le due linee di Milano – Genova e ritorno a 250 Km/ora. E ciò senza che Cociv RFI abbiano ottemperato alla legislazione vigente:

  1. Perizia sismica del nostro territorio a pericolosità 3 sulla scala da 1 a 5;
  2. Non ottemperanza al Decreto Ministeriale Infrastrutture e Trasporti del 28 ottobre 2005 sulle “analisi di rischio” nelle gallerie.

Resta da affrontare il tema del rumore, se ci sarà e quanto. Cociv- RFI fanno sfoggio di uno “studio acustico” che non è dato sapere e non è pubblicato, ma fanno una stima di passaggio dei treni in città nella misura di n° 110/giorno (1 treno ogni 14 minuti). Sarebbe opportuno sapere quanti sono i gradi di “decibel del rumore” sopportabili dagli abitanti di lungo linea. E solo dopo decidere sul da farsi. 

Caro Rocchino, non tutto è così tenebroso e amaro.
Anche nelle favole il “tunnel” buio e greve ha alla fine un flebile lumicino. E il nostro lumicino è rappresentato dallo “Shunt”, come è chiamato il raccordo a piano di campagna tra la Genova – Milano e la nostra linea storica raggiungibile dopo il depuratore. Tracciato di cui il progetto Cociv-RFI del 2005, che da solo risolverebbe tutti i problemi e tutti i disagi del treno in città, come già sostenuto, nell’anno 2000 circa, dall’allora Sindaco Mario Lovelli che, in una dichiarazione sul “Novese” affermò che il passaggio del treno del Terzo Valico in città avrebbe causato “disagi non sopportabili agli abitanti della nostra città”. A quel tempo si discuteva molto del ruolo che avrebbe potuto avere lo scalo di San Bovo come retroporto di Genova, quindi Cociv-RFI, cogliendo le richieste di Regione, Provincia e dei Comuni di Novi e Pozzolo di amministrazioni monocolore (pg. 7 della Relazione al progetto del 2015), disposero un nuovo progetto chiamato “Interconnessione di Novi Ligure alternativa allo Shunt” con la chiara intenzione di collegare detto scalo con la linea del Terzo Valico. Ma San Bovo è scalo antico e desueto della superficie di 150.000 mq., specie se rapportato agli scali di Alessandria e Rivalta Scrivia, entrambi aventi una superficie di 800.000 mq. Ciascuno, scali in corso di attrezzaggio per divenire retroporti di Genova.

Ma Cociv-Rfi non potevano non sapere dello stato dello scalo di San Bovo”

Allora perché tale cambiamento? Per la solita ragione: il costo del passaggio del treno in città è superiore di almeno 4/5 volte al costo dello Shunt: il solito assalto al danaro pubblico. San Bovo è divenuto un’occasione, una scusa, un pretesto per quanto sopra. E la prova l’abbiamo a pg. 27 della suddetta Relazione, che afferma “[…] si segnala inoltre, che il progetto è adeguato alla attuale posizione dei binari pari e dispari della linea storica” (i binari 1 e 2 più vicini alla stazione – NdR), ossia quelli che portano ad Alessandria e Torino, mentre come tutti possono vedere i binari che portano a San Bovo sono staccati sulla linea che porta a Pozzolo e Tortona. 

Attualmente i tempi di esecuzione del Terzo Valico sono stati portati da giugno 2026 a fine 2027, ma saranno finiti, se va bene, nel 2028 /2030.  Si ha, quindi, tutto il tempo per tornare al passaggio Shunt tra Novi e Pozzolo e salvare con una sola opera tutta la nostra città. Senza più disagi e linea storica sempre utilizzabile, sia per pendolari che per tutti i cittadini.

Questo è tutto. Resto a Tua disposizione per la nostra città. 

Con osservanza, tuo
Dario Ubaldeschi 

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Dario Ubaldeschi 

3 commenti su “Lettera aperta all’amico Rocchino Muliere, sindaco di Novi Ligure

  1. Che ne sanno Muliere e la sua banda di tutto questo. Sono politici di terza classe, senza adeguata istruzione e conoscenza per gestire una città. Nei confronti Ubaldeschi è un grande

  2. Queste schermaglie interne al partito unico del TAV merci sono stucchevoli. Di vero c’è la devastazione del territorio, i 10..4 miliardi pubblici fagocitati dagli appaltatori senza gara, le 260.000 tonnellate di amianto già estratte dall’ appennino, e il totale disprezzò per la salute dei cittadini novesi, a partire da quelli della Pieve e della Merella

  3. Caro Geometra, questa volta non sono d’accordo con Lei. Lo shunt (per come era stato progettato in origine) avrebbe attraversato perpendicolarmente le il flusso delle falde acquifere causandone un innalzamento fuori controllo per il comune di Novi (le ricordo che Novi ha subito due alluvioni e non ha fiumi, roba da Guinnes dei primati) ed un impoverimento verso Pozzolo e Rivalta che avrebbe causato notevoli danni alle produzioni agricole già di per sé martoriate dall’agrivoltaico. Se a questo aggiungiamo altro movimento terra che come si sa è gestito nel Nord Italia in prevalenza dalla ndrangheta Le lascio immaginare dove si sarebbe andati andrebbe a finire.
    Quanto ai cantieri all’interno della città quello che posso dire è che
    visto l’interesse e la risposta dei cittadini in primo luogo delle amministrazioni che si sono fatte addirittura promotrici dell’opera e delle opposizioni tutte rigorosamente sitav che via via si sono succedute fatta eccezione per pochi consiglieri, Novi avrà quello che si merita, barriere o no.

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