Sta lievitando come la panna montata il caso dell’ex assessore Cuccuru e non poteva essere altrimenti: a memoria non esiste un caso analogo nella storia politica novese.
Un assessore dimissionato non per incapacità ma per aver suggerito buon senso ad una compagine che si è dimostrata non accorta al ragionamento e, per di più, su una vicenda irrilevante se non si esclude la bramosia di mettere piede anzitempo negli enti che possono garantire una certo quoziente di tornaconto elettorale.
Quel buon senso, non recepito, alla fine ha costretto la giunta a far marcia indietro e ripiegare sulle indicazioni suggerite. Il nuovo assessore ha invano cercato di trovare altre soluzioni e trovandosi di fronte l’impossibile ha dovuto accettare lo status quo. Come dire, scusate abbiamo scherzato.
Uno scherzo che ha completamente modificato l’assetto della maggioranza e della giunta, ma sopratutto ne ha minato la fiducia nel corpo elettorale, con una proceduta molto discutibile.
Alla luce dei fatti, la rimozione dell’assessore Cuccuru, si è dimostrata controproducente; ha dato seguito a delle reazioni certamente non previste che sono andate oltre le intenzioni.
Sostituito l’assessore con il professor Andrea Sisti, accettate le dimissioni dell’assessore al commercio per motivazioni personali, inserito il nuovo assessore al bilancio Maurizio Delfino, un professionista con un profilo di primo piano, chiamato a gestire una giunta inesperta. Le deleghe al bilancio venivano gestite in prima istanza, direttamente dal sindaco che assume quelle al commercio. Si può dire che l’esecutivo è stato in gran parte rifatto.
La maggioranza leghista inoltre si disgregava: tre elementi si dissociavano, costituivano un gruppo autonomo che si posizionava tra l’opposizione e la maggioranza, ad arbitro del buon governo. Naturalmente a livello di buone intenzioni?
Ma la disputa non si quietava, il dimissionato, si rivolgeva al Tar, ritenendo immeritato il licenziamento, anche in virtù del notevole impegno espletato in campagna elettorale ed il successo personale ottenuto, con l’elezione a consigliere comunale e dimessosi per fare l’assessore.
Anche questo non è un aspetto di secondaria importanza che avrebbe dovuto suggerire prudenza e molto riflessione prima di adottare un provvedimento così drastico, a fronte di condizioni dimostratosi evanescenti. Sopratutto si è data una dimostrazione comportamentale di cinismo e irriverenza, passando sopra a tutto l’impegno di organizzazione e di conoscenza della lunga militanza politica di Costanzo che è stata determinante per il successo elettorale. La riconoscenza è sconosciuta nel campo politico?
La questione verrà a breve esaminata dai giudici amministrativi e le previsioni sembrano favorevoli alle ragioni di Costanzo Cuccuru, analizzando casi analoghi, dove le giustificazioni edotte al licenziamento non sono state ben identificate e specificate. Nel caso specifico appaiono alquanto generiche e piuttosto evanescenti.
Comunque se i giudici dovessero decidere per il reintegro, si aprirebbero per il rimasuglio di maggioranza problemi non facili da risolvere ed aumenterebbe la fibrillazione che di per sé è fin troppo evidente e, con un sostegno sul filo del rasoio, ne potrebbe compromettere lo stesso prosieguo dell’amministrazione leghista ed il puntello del legionario potrebbe non bastare.
D’altronde solo dei dilettanti allo sbaraglio potevano mettersi in una situazione così friabile quanto confusa. Un elemento dall’esperienza quarantennale che rappresenta buona parte della storia politica novese per giunta sardo, (è risaputo il carattere deciso) non poteva accettare di essere trattato come uno straccio usato. Per questo tipo di personalità, la difesa della propria onorabilità è un punto imprescindibile e non averne previsto la reazione dimostra ancora di più l’approssimazione unita ad una arroganza caratteristica di tale forza politica a prescindere.
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