Centro vaccinale di Tortona: dai medici di famiglia al privato. Perché?

Sta facendo molto discutere in città la decisione dell’Asl provinciale e della Regione Piemonte di congedare i 21 medici di famiglia che si erano resi disponibili nella prima fase delle vaccinazioni per essere sostituiti da collaboratori di un servizio privato, quello della Clinica Villa Igea di Acqui Terme che fa parte della società “Habilita spa” con sede in Lombardia.
La decisione, motivata da una scelta economica, ha scontentato un po’ tutti, a partire dai medici coinvolti e dai pazienti vaccinandi, lasciando la cittadinanza perplessa ed anche un po’ preoccupata per l’immediato futuro.
Uno dei decani dei medici di famiglia tortonesi, il dottor Silvio Roldi, in prima linea nella lotta al Corona virus, tanto da essere intervistato al proposito nel marzo scorso nella trasmissione televisiva di Mario Giordano, ha espresso il proprio rammarico con un post, velatamente polemico, seppur deontologicamente corretto, dal titolo “Corona virus: la stangata”.
Nel post il dottor Roldi, oltre ad annunciare la scelta dell’ASL e la liquidazione, cortese, ma discutibile, di lui e dei suoi colleghi, tra i quali una parte in pensione e quindi volontari a costo zero, ha espresso il suo disappunto con energia e convinzione.
Ecco cosa scrive: “…Per me e penso anche per gli altri miei colleghi è stato un momento importante di condivisione degli obiettivi: finalmente dei Medici di famiglia che lavorano assieme, e per di più al Distretto, il nostro Distretto! Ci si confrontava sui vari problemi dei pazienti, si collaborava con il personale infermieristico e amministrativo e ci si prendeva cura delle persone che afferivano al Centro. La gente era contenta: andava a farsi vaccinare dove c’era anche il suo medico di famiglia! Questo modo di agire ha fidelizzato ancora di più nostro rapporto professionale con gli assistiti”.
Da queste parole traspaiono l’entusiasmo e la convinzione con cui si è operato ed è bello constatare che esistano esperienze simili, in particolare in momenti così drammatici come una pandemia.
Quindi è logico che, quando come un fulmine a ciel sereno viene detto: “Grazie e saluti”, ci si esprima nel seguente modo: “Ma poi, di botto, la tegola: con una bella letterina di ringraziamento per la disponibilità dimostrata, ci hanno comunicato che da mercoledì non hanno più più bisogno di noi! “Impossibile”, mi son detto “e perché? Cosa abbiamo fatto?“ Mi sono sentito come un operaio della Whirpool che ha ricevuto la lettera di licenziamento”.
Il post si conclude con l’affermazione, forse ironica, vista l’assurdità della situazione, che i medici tortonesi possono andare a vaccinare a Novi, ma non nella loro città, e con la rinnovata disponibilità a collaborare nel caso ci fosse bisogno perché “il nostro compito primario è quello di prenderci cura della nostra gente”.
Questa la reazione dei medici nella voce di un loro stimato rappresentante, ma proprio sui social sono fiorite le opinioni e le esperienze di coloro che si sono trovati a effettuare la vaccinazione nei giorni del passaggio di consegne.
Prima di tutto il pasticcio delle prenotazioni. A molti è arrivata la convocazione per la vaccinazione ad Acqui Terme, non proprio sede comodissima da Tortona.
Dopo le proteste, gli appuntamenti sono stati spostati al centro vaccinale di Tortona in via Milazzo, ma a molti la comunicazione è stata fatta a voce e nel documento rilasciato compariva che la vaccinazione era stata effettuata ad Acqui, con la raccomandazione di non farci caso.
Alcuni utenti, conferiti sul posto per la seconda dose, hanno potuto fare confronti, sottolineando un peggioramento della situazione generale, 20 pazienti inseriti allo stesso orario, comportamenti non perfettamente ispirati alla gentilezza, attesa lunga, anche più di un’ora, per poter avere il foglio di avvenuta vaccinazione.
Concludendo questa lunga disamina resta la domanda che gran parte degli interessati continua a porsi: “Perché?”.
È veramente presente un risparmio considerevole per le casse dello Stato a parità di buona gestione del servizio?
Essendo molti medici e infermieri volontari, che spesso hanno lodevolmente sacrificato i loro giorni di riposo lavorando anche sabato e domenica, siamo sicuri che ci sia un risparmio tale da giustificare la scelta?
No, non ne siamo sicuri, anche perché a Tortona, quando si parla di sanità, si ha l’impressione che la trasparenza sia veramente poca e che ci sia un gran gusto a pronunciare la parola “privato”.
A fine giugno mi toccherà la seconda dose, spero che nel frattempo, i disservizi segnalati siano stati almeno parzialmente risolti. 
Io sono un tipo tranquillo, ma c’è chi diversamente da me, al proposito, è parecchio agitato.

Ultim’ora
Venerdì 18 giugno, presso il centro vaccinale di Tortona ci sono verificate forti tensioni per via delle code e degli assembramenti che si sono venuti a creare. Pare che molti turni di prenotazione non siano stati rispettati provocando reazioni scomposte in chi era in coda. Le urla hanno raggiunto la vicina caserma della Guardia di Finanza che ha inviato dei propri agenti a ristabilire l’ordine cercando di riportare la calma.

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Maria Angela Damilano

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