Acos, l’autogol di Perocchio

In consiglio comunale il segretario della Lega Giacomo Perocchio ha esaltato i risultati del bilancio Acos appena approvato. «Il Pd aveva criticato l’amministrazione comunale, dicendo che l’amministratore delegato Giorgio Pafumi e la presidente Maura Laveroni erano “privi di competenza”. Oggi dimostriamo il contrario e siamo fieri delle nostre scelte», ha detto il consigliere sottolineando che il bilancio di Acos si chiude con un attivo con più di 217mila euro di attivo sullo scorso anno. 

Perocchio ha attaccato duramente l’ex sindaco Muliere, che ha risposto immediatamente: «Perocchio dà un’ennesima dimostrazione della sua incompetenza in materia di gestioni aziendali, attribuendo agli amministratori da lui nominati meriti che non hanno».

«I nuovi amministratori sono entrati in carica a fine giugno 2019 – ha detto Muliere – Hanno avuto 6 mesi di tempo. Immaginiamo almeno due trascorsi tra vacanze ferragostane e primi approcci all’azienda. Non bisogna essere docenti di economia aziendale per sapere che una società come Acos non ha gli stessi cicli economici di un fruttivendolo. Se gli incassi di questi sono temporalmente legati alal durata di una lattuga o di una banana, per le aziende, a giugno di ogni anno i giochi sono già fatti e i fondamentali già in piena attuazione. In pochi mesi nessun premio nobel riuscirebbe ad accrescerne sensibilmente le prestazioni e nessun genio malefico riuscirebbe a deprimerle. Quindi se miglioramento vi c’è stato chiunque abbia un po’ di criterio le attribuirà agli amministratori in carica fino alla metà dello stesso esercizio. Amministratori nominati dal centro sinistra!»

«Quello di Perocchio è proprio un autogol, avrebbe fatto meglio a tacere – ha proseguito Muliere – In un’azienda come Acos le strategie sono definite su cicli pluriennali e quindi non c’è da aspettarsi soprese per i prossimi due o tre anni. Almeno così speriamo. La struttura di Acos è solida. I dirigenti, in quadri e le maestranze non sono stati assunti attraverso una selizione gestita dalla Lega, ma scelti su basi esclusivamente meritocratiche. Quindi consigliamo ai nuovi amministratori, esclusivamente selezionati sulla base dell’appartenenza a partiti a partiti di destra o ai servizi resi in campagna elettorale, di lasciar fare a chi ha capacità e professionalità. Sopratutto non seguano le indicazioni del prolisso segretario leghista, il quale non è in grado di distinguere un amministratore delegato da un besagnino, con tutto il rispetto per quest’ultimo». 

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