Cit, Delfino smentisce Cabella: nessuna tutela per i lavoratori del Cit

L’accordo era stato siglato dal sindaco Cabella davanti a nientepopodimenoche il capogruppo alla camera della Lega Riccardo Molinari: nel bando della vendita del Cit, aveva promesso Cabella, saranno inserite le clausole sociali di salvaguardia dei lavoratori. All’incontro era presente anche l’amministratore unico del Cit Silvio Mazzarello, e il segretario della Lega novese (e nipote del sindaco) Giacomo Perocchio (nella foto di apertura il momento dell’incontro con i lavoratori in sciopero). 

Peccato che all’incontro non fosse presente anche l’assessore al bilancio Maurizio Delfino. Perché avrebbe potuto dire a deputati, amministratori, consiglieri, sindacati e lavoratori quello che ha detto luendì sera in commissione consiliare bilancio, cioè che nel bando non sarà inserita nessuna clausola di salvaguardia del personale, perché – sempre secondo Delfino – in questo caso non è consentito metterle. 
Nello scorso consiglio comunale era stato il consigliere Marco Bertoli a chiedere a Delfino se c’era l’intenzione di mettere nel bando clausole di salvaguardia dei lavoratori. L’assessore aveva detto di non essere in condizione di rispondere, perché il bando doveva essere scritto dal segretario comunale Pier Giorgio Cabella, e non da lui. 
Pochi giorni dopo, il sindaco Gian Paolo Cabella garantiva ai lavoratori che le clausole sarebbero state messe. 

A Ovada, per la vendita della Saamo (la società di trasporti ovadese) le clausole sono state inserite. A Novi però, a quanto pare, non si può. 

Intanto stasera andrà in scena (è proprio il caso di dirlo) il consiglio comunale novese.  Il punto più importante all’ordine del giorno è il “Bando di gara a doppio oggetto per cessione CIT S.p.A. Conferma, con precisazioni, degli indirizzi di cui alla D.C.C. n. 37 del 3 maggio 2021 ed approvazione schemi di statuto e patti parasociali della nuova società”. In pratica, viene rimessa in votazione la famosa delibera con cui l’assessore Delfino aveva fatto approvare ai consiglieri la vendita di tutte le quote del Cit e non solo di quelle appartenenti al comune. Delibera che in una prima fase era sbagliata e da correggere, e infatti era stato convocato d’urgenza il consiglio comunale il 17 giugno. Ma in quella seduta la delibera fu bocciata dal voto contrario determinante di Francesca Chessa, che solo pochi giorni prima aveva garantito lealtà alla maggioranza. 
Il 21 giugno nuovo colpo di scena: la delibera venne nuovamente messa all’ordine del giorno, ma a poche ore dal consiglio Delfino scrisse ai consiglieri: la delibera ora va bene, non c’è più bisogno di rivotarla. 
Passano tre settimane e si arriva al consiglio di stasera, dove la delibera viene nuovamente messa in votazione, ma “con precisazioni”. Insomma, la delibera prima è stata approvata ma era sbagliata, poi è stata bocciata, poi è diventata giusta, e ora viene di nuovo messa in votazione. Beato chi ci capisce..

Si tratta del quarto consiglio convocato sulla stessa cosa. I due consigli precedenti inoltre non erano praticamente riusciti ad affrontare nessun punto all’ordine del giorno. 
Riuscirà stasera la maggioranza leghista ad approvare finalmente la ormai famosa delibera di cessione, o dovremo assistere ad un’altra puntata di questa vicenda, che sembra ormai una fiction: peccato – soprattutto per loro – che in ballo ci siano i 45 posti di lavoro dei dipendenti del Cit. 

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

Un commento su “Cit, Delfino smentisce Cabella: nessuna tutela per i lavoratori del Cit

  1. Da come si è messo la questione CIT, votare per la cessione al privato è un rischio molto grosso. I consiglieri che hanno il coraggio di votarla , devono avere una fede sconfinata o imbarazzante incoscienza.
    Comunque vada a finire ne dovranno rispondere di fronte all’opinione pubblica per le altre, eventuali questione, sono responsabilità individuale .

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