È utile confrontare le modalità di avvio del nuovo sistema di raccolta domiciliare dei rifiuti a Novi e Tortona per molti motivi.
Partiamo dagli elementi comuni. Le due città hanno all’incirca la stessa popolazione, hanno avviato più o meno contemporaneamente il nuovo sistema di raccolta domiciliare e sono entrambe amministrate dal centro destra. Sia a Novi che a Tortona il primo cittadino è leghista.
In campagna elettorale, sia Federico Chiodi a Tortona che Gian Paolo Cabella a Novi avevano scritto nel loro programma che, in caso di elezione, avrebbero evitato l’avvio del nuovo sistema. Una volta vinte le elezioni, si sono resi conto che non potevano mantenere quanto promesso, e hanno avviato la nuova raccolta domiciliare, seppur con un forte ritardo sul piano di marcia.
In entrambe le città in questi mesi si sta passando dalla raccolta stradale al nuovo sistema di raccolta domiciliare.
Va precisato ancora una volta che il vecchio sistema ha fallito, non permettendo di raggiungere le percentuali di legge minime per la raccolta differenziata, per colpa dei cittadini. Non c’era nulla di sbagliato nel vecchio sistema in sé, e avrebbe dato risultati ottimali se tutti i cittadini avessero usato correttamente i bidoni stradali. Purtroppo non è stato così, ed è stato necessario cambiare metodo.
La decisione di passare al cosiddetto “metodo contarina”, dal nome dell’azienda veneta che lo ha avviato per prima, è stata presa anni fa dai 116 sindaci del consorzio smaltimento rifiuti, per tutti i comuni del bacino.
Il metodo di basa su due presupposti fondamentali. Il primo, la raccolta domiciliare, che permette di capire chi non differenzia. Se nel bidone dell’indifferenziato c’è la plastica, oppure la carta, non viene ritirato, ad esempio. Sono previste – in futuro – anche multe. Il secondo presupposto è quello della tariffa puntuale: chi differenzia di meno paga di più. Nel sistema messo in piedi, ogni nucleo familiare ha diritto ad un numero di svuotamenti pari al numero dei componenti della famiglia più uno. È l’ormai famoso “n+1”. Superata questa soglia, ogni svuotamento in più si paga. Va precisato che se la raccolta differenziata viene fatta bene, il numero di svuotamenti a disposizione è sufficiente. Almeno, questo emerge dai comuni dove il sistema è giunto a regime.
Il combinato disposto di raccolta domiciliare e tariffa puntuale permettono di far funzionare il sistema. Dove è stato avviato, si sono raggiunte e superate ampiamente le percentuali di legge. Percentuali che, se non raggiunte, espongono tutti i cittadini a multe.
Qui cominciano le differenze tra Novi e Tortona. A Tortona si è avviata sia la raccolta domiciliare che la tariffa puntuale, mentre a Novi si è deciso di fermarsi a metà: si è partiti con il porta a porta, ma per ora è stata mantenuta la vecchia Tari, con un aumento del 10% circa. Aumento su cui torneremo.
Un’altra differenza molto importante tra i comportamenti delle due amministrazioni è stata nel rapporto con i cittadini. A Tortona, ad oggi, sono stati organizzati 10 incontri, e a tutti ha partecipato o il sindaco Chiodi o il vicesindaco Fabio Morreale. Sono già stati programmati altri 5 incontri con i cittadini nelle prossime settimane. A Tortona l’amministrazione comunale ci ha “messo la faccia” mentre a Novi è stato organizzato un solo incontro, nell’estate 2020, in piscina. Incontro a cui ha partecipato il sindaco Cabella. Poi, nulla più.
La recente diatriba scoppiata tra il sindaco di Novi e Paolo Selmi, l’amministratore delegato di Gestione Ambiente, la società incaricata della raccolta rifiuti sia a Novi che a Tortona, ha reso note ai cittadini alcune cose importanti. La prima, che gli incontri con i novesi non sono stati fatti per precisa volontà dell’amministrazione comunale. La seconda, che il rincaro delle tariffe della Tari a Novi non ha nulla a che fare con l’avvio del nuovo sistema di raccolta.
In tutto questo, si aggiunge lo stallo che sta subendo Gestione Ambiente, con il “politici” che da tempo non riescono a mettersi d’accordo sulla composizione del nuovo consiglio di amministrazione. La società è ancora guidata da Paolo Selmi, messo lì dalle precedenti ammnistrazioni di centro sinistra a due anni e mezzo dalle elezioni. Il tempo di sostituirlo non è mancato, ma per ora il novese Selmi resta in carica per mancanza di sostituti, nonostante l’evidente sfiducia ricevuta da Novi.
Va sottolineato che tutte le amministrazioni locali a cui spetta la nomina del nuovo Cda hanno lo stesso colore politico.
Lo stallo. Nelle scorse settimane sembrava che si fosse trovata una quadra: la presidenza di Gestione Ambiente sarebbe andata a Daniele Calore, capogruppo in consiglio comunale a Tortona della Lega, e la carica di amministratore delegato a Silvio Mazzarello, attuale amministratore unico del Cit e prossimo “disoccupato” (dal punto di vista degli incarichi politici) se la gara di vendita della società di trasporti che presiede andrà in porto. Ma la quadra difficoltosamente trovata è saltata, in quanto Calore, essendo consigliere comunale, è incompatibile. Tutto da rifare.
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