Nicola Gratteri, Procuratore Capo di Catanzaro e lo storico delle organizzazioni criminali, Antonio Nicaso, questa sera (giovedì 9 dicembre) saranno ad Alessandria per presentare il libro “Complici e colpevoli”. L’incontro, organizzato dall’associazione “Riprenditi Alessandria” si terrà al Teatro Ambra, in viale Brigata Ravenna, a partire dalle 21.
Insieme agli autori del libro, interverranno all’incontro anche l’ex Prefetto di Alessandria, Iginio Olita, l’ex consigliere comunale di Alessandria, Paolo Bellotti, il presidente di “Riprenditi Alessandria, Domenico di Filippo e l’avvocato Alberto Pasta.
“Come il nord ha aperto le porte alla ‘ndrangheta” questo il sottotitolo del libro che descrive come, e in collaborazione con chi, la mafia calabrese ha potuto farsi aprire le porte delle nostre comunità.
Nel libro un capitolo è dedicato anche ad Alessandria, dove la ‘ndrangheta riusci addirittura a far eleggere un proprio rappresentante, Giuseppe Caridi, nel consiglio comunale nella lista del PdL.
«La gente ci descrive come fossimo dei mostri, delle persone senza scrupoli, come se ammazzassimo la gente così a caso. Non è vero. Sappiamo farlo quando serve. Io so essere cattivo, quando serve. Se non serve faccio la persona normale.» Queste parole, pronunciate da un boss calabrese e intercettate dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, sono rappresentative della strategia che da almeno sessant’anni le mafie mettono in campo per infiltrarsi in maniera sempre più capillare nel tessuto socio-economico del nostro Paese. Oggi la criminalità organizzata non ha più bisogno di sparare, ha acquisito la capacità di muoversi sottotraccia, senza suscitare clamore o allarme, dilagando, apparentemente senza freni. In Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte, così come in Valle d’Aosta, Liguria e Trentino, le mafie raramente sono giunte con le armi in pugno. Si sono piuttosto presentate con il volto rassicurante di figure professionali in grado di offrire servizi e soluzioni a basso costo, a partire dallo smaltimento dei rifiuti fino a una sorta di welfare di prossimità, più efficace rispetto a quello spesso carente dello Stato.
Come ben evidenziano Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, si tratta di un fenomeno che ormai non si può più ignorare nella sua incontestabile pervasività: i 46 «locali» di ‘ndrangheta finora scoperti al Nord, i 5 consigli comunali sciolti per infiltrazioni mafiose e le 169.870 imprese riconducibili a contesti di criminalità organizzata dimostrano che nessuna zona d’Italia può ritenersi impermeabile alla penetrazione dei clan. Per troppo tempo si è voluto credere alla «metafora del contagio», come se le mafie fossero un virus che infettava territori sani. Tutt’altro. Nelle nuove realtà in cui dettano legge, hanno goduto di una lunga e colpevole sottovalutazione da parte sia del mondo imprenditoriale sia di quello politico, che hanno troppo spesso aperto loro le porte finendo per giustificarne la condotta e diventarne consapevoli complici in nome del denaro e del potere.
Intanto ad Alessandria i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Michelangelo Serra e Francesco Gentiluomo, hanno presentato una mozione per impegnare sindaco e giunta a conferire la cittadinanza onoraria al magistrato. La mozione, sottoscritta anche dalla consigliera Marica Barrera del gruppo Lista Rossa, ha l’obiettivo di riconoscere il valore umano e la professionalità di uno dei magistrati più esposti nella lotta contro la criminalità.
«Conferire la cittadinanza onoraria a Nicola Gratteri rappresenterebbe per Alessandria un passo in avanti nella diffusione della cultura della legalità – commenta Susy Matrisciano, senatrice del M5S e presidente della Commissione Lavoro – sono sicura che giovedì vedrò tanti cittadini e, mi auguro, non manchi una folta presenza di esponenti del mondo politico, vista la rilevanza del tema. Siamo tutti debitori nei confronti di Nicola Gratteri; il magistrato è un esempio per tutti coloro che credono nei valori della legalità e della giustizia; la sua figura porta un messaggio di coraggio e speranza per tutti, soprattutto per le nuove generazioni».
«Il procuratore porta avanti da anni, rischiando la sua incolumità, un’attività fondamentale per lo Stato italiano, che è necessario prosegua con forza ed efficacia – aggiungono i consiglieri Serra e Gentiluomo – la nostra città non è immune da certi fenomeni: il comune di Alessandria più volte è stato coinvolto in indagini, condanne e sequestri legati alla criminalità organizzata. É giusto che se ne parli, è giusto che anche Alessandria riconosca la levatura di un eroe dei nostri giorni».
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Un commento su “Ecco come la ‘ndrangheta è arrivata al nord”
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Un detto popolare dice :” IL PESCE COMINCIA A PUZZARE DALLA TESTA”
Fino a che si consente in ragione di una fantomatica giustizia evoluta, di consentire a chiacchierati di occupare posti decisionali, non ci si può scandalizzarsi se la malavita la fa da padrona. Questi per difendere se stessi, diventano ostaggi delle loro decisioni. ” LA MOGLIE DI CESARE , DEVE ANCHE APPARIRE OLTRE A ESSERE”.
Ci sarà una di ragione di fondo se si protegge il malavitoso a discapito della vittima?