Nuovo colpo di scena nella vicenda delle tariffe Tari “gonfiate” a Novi Ligure. Il Consorzio Smaltimento Rifiuti ha deciso di chiamare in causa l’Arera, l’autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, che ha precisamente il compito di verificare se le tariffe sono corrette.
La vicenda ormai è nota, ma ricapitoliamola ancora una volta. La normativa di settore prevede che l’ente territorialmente competente, per noi il Consorzio servizi rifiuti (Csr), elabori il Piano economico finanziario (Pef) che definisce i costi del servizio raccolta e smaltimento rifiuti. Il Pef viene poi inviato ai comuni che modulano le tariffe ai cittadini in modo da coprire i costi del servizio.
Dopo una richiesta di acceso agli atti dei Dem, ormai un mese fa, si è scoperto che il Pef validato dal Csr e quello recepito dal comune non concordano ma c’è una differenza enorme, quasi 1,3 milioni di euro, pari ad una maggiorazione del 23%. Una cifra che sarebbe stata chiesta in più ai novesi.
Nello scorso consiglio comunale l’assessore al bilancio Edoardo Moncalvo ha ammesso che i conti effettivamente non tornano, e che il tavolo di approfondimento (a cui siede il comune, il Csr, Gestione Ambiente e Srt) deve ancora approfondire e ha posto come termine il mese di gennaio per un pronunciamento definitivo.
Ora la palla passa ad Arera, che essendo un ente di controllo ha l’autorità di decidere se le tariffe novesi sono corrette, o se occorrerà restituire i soldi ai cittadini, che in questi giorni stanno versando la terza rata della Tari.
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