Sono finiti i tempi in cui per avere un misero finanziamento pubblico, le amministrazioni locali dovevano redarre progetti complessi come quello per lanciare un satellite. La pandemia ci ha portato il fondo di ripresa e resilienza, dove basta un titolo e poco più per avere milioni da spendere. Bene, benissimo.
La fase di emergenza ha portato con sè la semplificazione dei procedimenti per accedere ai fondi. Basta una scheda che identifica il progetto, la sua ubicazione. Poi, se arrivano i soldi, si decide come spenderli con precisione.
A Novi, ad esempio, sono arrivati 3,5 milioni di euro da spendere per il recupero del Parco Castello, e ne siamo tutti ben felici. Attenzione a non fare del “benaltrismo”: è vero, forse c’erano progetti più urgenti e utili per la città (vedi scolmatore del Rio Gazzo per scongiurare rischi di inondazioni come quelle del 2014 e del 2019), ma hanno finanziato questo progetto e va bene così, ci mancherebbe. “Troppa grazia, Sant’Antonio” (1) verrebbe da dire.
Ora l’amministrazione comunale potrà redarre un progetto un po’ al contrario del solito: prima si partiva dai bisogni, e si faceva poi il conto dei costi per soddisfarli, ora al contrario si sanno i costi, e bisogna declinarli in azioni. 3,5 milioni da spendere nel parco sono una cifra enorme ed ecco che si pensa ad un ascensore, a scale mobili, a una teleferica: largo alle idee.
A Torino il presidente della Regione Alberto Cirio ha esultato vedendosi arrivare quasi 162 milioni di euro, senza aver fatto nulla per averli: i progetti (o meglio, le richieste) sono state avanzate dai comuni. Il consigliere regionale Dem Daniele Valle ha accusato Cirio di volere “mettere il cappello” sul risultato.
Dello stesso avviso anche il segretario provinciale dei Dem Otello Marilli, che accusa la destra di far propaganda elettorale: «Ci appare francamente fuori luogo è il tentativo maldestro del centrodestra di rivendicarne il merito e cogliere l’arrivo dei fondi come l’ennesima occasione di propaganda elettorale. Infatti, queste risorse vengono da un bando promosso dall’allora governo Conte 2 nel 2019. Non ci interessa, ovviamente, fare gare per primogeniture eventuali, ma per rispetto della verità occorre fare chiarezza: questi fondi sono un’occasione che il governo giallorosso ha fornito e sia traducono in oltre 28 milioni di euro per 5 comuni della provincia di Alessandria. Un governo che ha visto la profonda opposizione di chi oggi rivendica come un merito l’arrivo di questi fondi. Invece di trasformare questa occasione in un’operazione di propaganda, il governo regionale e le amministrazioni locali partano dal coinvolgimento di tutti gli attori del territorio e dagli amministratori eletti dai cittadini, di tutte le forze politiche, per avviare progetti seri e di ampio respiro. Gli amministratori locali del Partito democratico anche su questo tema sono pronti a collaborare, nell’interesse del territorio, se il centro destra vorrà utilizzare con frutto questo momento a favore dei territori, invece che farne l’ennesima operazione di propaganda».
(1) Si narra che un mercante, arricchitosi dopo una vita di stenti, realizzò finalmente il sogno della sua vita: comprare un cavallo. Quando però si trattò di montare in groppa, il mercante non riusciva a prendere lo slancio necessario, a causa delle sue gambe troppo corte. Dopo alcuni disperati tentativi, si rivolse a sant’Antonio – suo santo preferito – invocandone la grazia. Quindi, invaso da furor sacro, spiccò di nuovo il balzo, ma mise nell’operazione tanta forza che scavalcò addirittura la groppa dell’animale e cadde dall’altra parte a gambe all’aria. L’uomo si rivolse allora al santo, lamentandosi perché la grazia che gli aveva concessa era stata troppa.
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