A luglio dello scorso anno la maggioranza di centro destra in Regione Piemonte aveva eliminato il cosiddetto “distanziometro”, voluto dalla precedente amministrazione di centro destra, che aveva reso molto meno diffusa l’installazione delle slot machine (le cosiddette macchinette “mangiasoldi”) nelle nostre città.
Gli esponenti politici della maggioranza in Regione avevano garantito che sarebbe rimasto il divieto per l’installazione delle slot nei bar. Invece, pare proprio che non sia così.
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, attraverso una nota interpretativa alla legge sul Gioco d’Azzardo Patologico della Regione Piemonte, entrata in vigore lo scorso luglio, ha autorizzato la re-installazione degli apparecchi da gioco anche nei bar privi di licenza tabacchi, previa titolarità di autorizzazione rilasciata dall’Agenzia stessa. In sostanza, i bar che ospitavano le slot e che hanno dovuto eliminarle per effetto della legge voluta dal centro sinistra, ore possono rimetterle.
Immediate le reazioni di chi aveva lanciato l’allarme sulla nuova legge, avvertendo che avrebbe potuto trasformarsi il un “liberi tutti” come in effetti sta accadendo. In prima fila contro la legge libera-slot c’era, è c’è, Libera, la rete di associazioni antimafia fondata da Don Ciotti.
«L’interpretazione, datata 4 gennaio, è in contrasto con le linee contenute nella nuova legge regionale, votata per cancellare il precedente impianto normativo che abbiamo difeso perché in grado di arginare la diffusione del gioco d’azzardo patologico» fanno sapere da Libera.
«Questa nota delle Agenzia delle Dogane e dei Monopoli cancella le rassicurazioni che abbiamo avuto dalla Regione Piemonte. La maggioranza a sostegno della nuova legge, infatti, ha escluso che gli apparecchi da gioco sarebbero stati riaccesi anche nei bar. Ci siamo opposti a questa legge perché temevamo il proliferare delle slot machine nel territorio piemontese e, nostro malgrado, è ciò che sta accadendo.
Denunciamo, con forza, l’ennesimo atto che lede la salute dei cittadini piemontesi, perché il rischio che gli apparecchi da gioco vengano riaccesi anche nei bar – dopo aver rivisto la reinstallazione nelle tabacchi e e la riapertura della sale – è altissimo.
L’attuale legge, come temevamo, favorisce l’espansione del gioco sul territorio piemontese, senza prevedere tutele per i soggetti fragili, senza un’azione seria contro le dipendenze (nessuno degli impegni di prevenzione disciplinato nella norma è ancora stato attuato), mettendo al primo posto gli interessi economici di un’unica categoria a discapito della salute dei cittadini e delle cittadine».
Dura presa di posizione anche da parte dei consiglieri regionali del Pd Diego Sarno (Portavoce del partito in Commissione Legalità) e Domenico Rossi (Vicepresidente Commissione Sanità): “I danni della nuova legge voluta da Cirio e Lega non si fermano. Un’interpretazione di questo tipo è inaccettabile poiché riporterebbe la stessa situazione ante 2016: un’offerta sempre più pervasiva e dilagante che, come ormai acclarato aveva fatto aumentare la domanda e di conseguenza patologie e rischi collegati al gioco. L’esclusione delle macchinetta dai bar era una precisa volontà del legislatore, condivisa in Consiglio Regionale al termine di una lunga battaglia condotta in aula dalle opposizioni. Il Piemonte resta per ora l’unica regione in Italia in cui le slot non possono tornare nei bar e questa condizione va difesa. Se la dicitura presente in legge crea qualche dubbio interpretativo è necessaria una modifica legislativa che chiarisca in maniera inequivocabile la faccenda. Nelle prossime ore presenteremo un nostro emendamento così da eliminare ogni dubbio”
Duro anche il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi: “Apprendo dagli organi di stampa che l’Agenzia Dogane e Monopoli avrebbe interpretato in modo assai discutibile la nuova normativa sul gioco d’azzardo, già pessima: sì alla reinstallazione delle slot machine non solo nelle tabaccherie e nelle sale specializzate, ma anche nei bar. Significherebbe migliaia di apparecchi in più in Piemonte. Inaccettabile! La Giunta promette approfondimenti normativi, ma il punto è un altro: questa legge non può che produrre una moltiplicazione incontrollata degli apparecchi, oltre alla megasanatoria per le grandi sale slot e scommesse che non hanno rispettato le regole, con effetti economici e sociali gravissimi a maggior ragione nell’attuale crisi pandemica. Il ‘Riparti Slot’ ha cancellato tutto ciò che di buono si era fatto. In questi mesi associazioni, sindaci ed esponenti della società civile hanno mostrato la loro profonda preoccupazione e non sono stati ascoltati”.
Posizione condivisa anche dai consiglieri Sean Sacco, Sarah Disabato e Ivano Martinetti del M5S: “E’ ormai evidente la necessità di modificare nuovamente la legge regionale sul gioco d’azzardo alla luce dell’interpretazione data dall’Agenzia Dogane e Monopoli che permetterebbe l’installazione delle slot nei bar del Piemonte. E’ l’ennesima dimostrazione di come questa nuova legge, voluta dal centrodestra contro il parere di associazioni e amministratori locali, produca non solo gravi danni al tessuto sociale con il via libera al far west delle macchinette, ma determini anche dubbi interpretativi non di poco conto. Arrivati a questo punto pensiamo sia quantomeno opportuno mettere mano nuovamente alla legge, in modo da escludere le slot almeno nei bar del Piemonte. Questo non basterà di certo ad arginare gli effetti devastanti della legge voluta dal centrodestra che ha smantellato la precedente normativa del 2016 (approvata con importanti proposte del Movimento 5 Stelle), ma almeno contribuirà a fare chiarezza ed evitare al rientro del gioco d’azzardo nei bar della nostra regione”.
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