La vena narrativa di Osvaldo Semino, personaggio di notevole spessore culturale e di grande esperienza, si era fin qui espressa in tre libri di racconti brevi, che rappresentano una sorta di trilogia: I racconti della valle e dei fiumi (2016); Racconti dell’attesa (2017) e Racconti del silenzio (2020). L’uomo delle fiere di cambio, tuttavia, è qualcosa di ben diverso ed importante, perché si tratta di un romanzo storico con tutti i crismi del genere, a patire dalla precisa ambientazione storico-geografica: la Novi del primo Seicento nella cornice delle Fiere di Cambio, quando la città era punto di riferimento economico di tutta l’Europa, sullo sfondo delle guerre, delle pestilenze, dei grandi cambiamenti che caratterizzarono quel periodo (sovrapponibile in parte a quello descritto da Manzoni nei Promessi sposi).
Semino è abilissimo a costruire una cornice ampia, appassionante e credibile per la sua storia, con una miscela di personaggi storici ed immaginari che segue il metodo di Walter Scott, il quale inseriva i suoi eroici protagonisti a contatto con famosi personaggi storici): Giobatta Frugoni, umile frate del convento dei Cappuccini a Novi diventa consigliere dei potenti, amante di una nobildonna e persino spia, con una parabola che lo porterà a frequentare le corti europee; nel frattempo, quello che rappresenta quasi il suo alter ego, l’amico di gioventù e nobile Giulio Spinola, sperimenta altre avventure per mare, finché il destino non fa incrociare le loro sorti.
Il merito di Semino è quello di avere dato a Novi il suo primo vero romanzo storico, un’opera che per costruzione trascende il semplice valore “locale”: un vero romanzo storico di notevole qualità letteraria, appassionante alla lettura e fruibile da tutti. Il romanzo è già disponibile nelle librerie cittadine e ordinabile direttamente dal sito dell’Editore: www.puntoacapo-editrice.com.
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