Da un po’ di tempo si vocifera che nell’immediato futuro la preziosa attività del medico di famiglia verrà a trovarsi in serie difficoltà. Si prevede che l’assistenza ai pazienti diventi meno agevole. Le difficoltà maggiori saranno conseguenti per la messa in quiescenza di un consistente numero di medici, già insufficienti allo stato attuale.
Le difficoltà di sostituirli celermente sono notevoli, complesse e non facilmente superabili sia per pastoie di carattere burocratico sia dal punto di vista operativo ed economico.
Le Regioni che ne determinano l’apprendistato con apposite borse di studio, sono piuttosto avare a elargirne un numero adeguato per le note criticità di risorse.
Sembrerebbe che in programma vi sia l’intenzione di realizzare degli ospedali di comunità che dovrebbero garantire un primo intervento e di utilizzare proprio i medici di medicina generale per renderli operativi. Questo per la categoria dei medici di medicina di base che rappresentano l’ossatura del servizio sanitario nazionale è un’ulteriore aggravio di compiti che renderà più problematica l’assistenza di base; inoltre ne modificherebbe lo stesso status quo.
I medici di base, sono considerati ed operano in un regime di libera professione, ricevendo un compenso pro capite per ogni assistito. Hanno l’obbligo di tenere aperto lo studio per almeno quindici ore settimanali e l’intenzione è di estenderlo a venti ore. Inoltre hanno le visite domiciliari e si vorrebbe caricarli di altre diciotto ore settimanali, da utilizzare nella nuova struttura di degenza di comunità.
Questo determinerebbe la trasformazione dei medici di famiglia da liberi professionisti a dipendenti pubblici e di sottoporli ad un gravoso impiego professionale con conseguenze facili da ipotizzare, certamente non a favore della qualità dell’assistenza al paziente.
Attualmente per sopperire alla carenza di tali professionisti, si è pensato di aumentare il numero degli assistiti che ognuno di loro segue, passando dai 1200 -1500 ai 1800. Il problema inciderà molto sulla qualità della nostra salute in particolare ma anche sulla qualità della vita; per ben comprenderlo, si deve innanzitutto capire cosa è il medico di base, o meglio conosciuto come il medico di famiglia e cosa rappresenta.
Questa figura è basilare: ti prende in carico fin da bambino (in un non lontano passato era così) e ti segue passo passo. Conosce tutto di te e della tua famiglia e non solamente dalle problematiche mediche ma anche dalle tue componenti psichiche, la tua posizione sociale e ti assiste nella cura della famiglia.
E’ il tuo confidente più riservato, l’amico a cui puoi raccontare i tuoi fatti più intimi. Come ti si presenta una semplice influenza è al tuo capezzale. Da indicazioni di come devi comportarti per crescere sano e forte e la conoscenza sempre aggiornata del tuo quadro clinico gli consente di esercitare un’azione di prevenzione verso eventuali aggravamenti e nel caso sa indirizzarti verso professionisti adeguati o se ricorrere al ricovero.
Per le strutture pubbliche di degenza, rappresenta una barriera di selezione, risolvendo tutte quelle situazioni che non necessitano necessariamente di ricovero, evitando affollamenti inutili, ricoveri non necessari e quindi disponibilità di letti per situazioni urgenti e gravi. Lo sgravio anche economico del servizio sanitario non è poca cosa.
Questa figura che è l’ossatura della nostra sanità pubblica, da un po di tempo è stata volutamente sminuita. Non molto tempo fa un a ministro, attualmente in carica , in quota Lega, ne aveva addirittura proposto l’abolizione.
Sembra che nel nostro Paese le cose che funzionano devono essere abolite… C’è da chiedersi: è solo una diversa visione di concepire o alla base di queste proposte ci sono interessi occulti? E’ innegabile che la voracità della sanità privata è insaziabile, le cifre che vi girano attorno sono talmente enorme che acquietano ogni tipo di scrupolo e non si fermano certo se diventiamo vittime di un oscurantismo autodistruttivo.
La figura del medico di base, ma meglio ridargli quell’assonanza di medico di famiglia, deve essere potenziato, in modo che sia ambito dai migliori elementi con provata carica umana, che è una delle caratteristiche che li rende unici. Vanno adeguatamente remunerati , altro che tre euro al mese per paziente. Ma siamo seri! Ma sopratutto non va distratto da quello che deve essere il suo compito: la cura meticolosa degli assistiti.
Personalmente se sono ancora in condizioni di esprimere dei concetti è grazie alla professionalità e all’abnegazione del mio medico di famiglia che conoscendomi a fondo e intervenendo tempestivamente, ha evitato l’irreversibile. Chissà quanti hanno avuto la mia stessa fortuna?
Attorno alla sua figura va ripensata la sanità pubblica e se n’è avuto ampia prova con la pandemia in atto e come gli ospedali privi di selezioni vanno in crisi, contribuendo all’espansione del contagio .
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Un commento su “Se mancano i medici di famiglia…”
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>> “E’ il tuo confidente più riservato, l’amico a cui puoi raccontare i tuoi fatti più intimi. Come ti si presenta una semplice influenza è al tuo capezzale.”
Scusi ma che film ha visto? Ci sono in giro medici (sì, parlo di Novi) che non rispondono al telefono per 15gg di fila, che sbagliano 2 volte su 3 a farti le ricette, che di venirti a visitare a domicilio proprio non se ne parla e ti liquidano con un “chiami la guardia medica”, che alla richiesta di far vaccinare un ultraottantenne per l’influenza ti dicono “si compri il vaccino in farmacia”. (Parlo per esperienza personale, non per sentito dire).