Per una mano di bianco

Coup de théâtre. La novità della scorsa settimana è stata la dichiarazione eccezionale del Mungitore, fatto non mai accaduto prima: salverà Cabella & Co. e voterà il Dup, che qualche giorno addietro aveva contribuito ad affossare, complici i suoi consiglieri di “Solo Novi” e Francesca Chessa. Non solo, ma, proprio come al mercato delle vacche, per fare “buona pesa”, ha aggiunto che voterà positivamente anche il bilancio.
Cabella, già intento ad “impagliare i tondi”, ha preso atto con soddisfazione del “ravvedimento operoso” del “ribelle” (è concesso ridere) talora verde leghista, talaltre azzurro, altre ancora bianco indipendente; il Mungitore garrisce ora qui, ora là, come le bandiere, a seconda di come tira il vento.

E non è la prima volta che lancia il salvagente di salvataggio a quella che fu, per lui (non dimentichiamolo), la sua maggioranza, per la quale (ricordiamo anche questo) ricoprì il ruolo di capogruppo leghista, prima di pentirsi fino al punto di rompere il gruppo e crearne uno proprio, a sua immagine, somiglianza e godimento.

Cosa sia accaduto non è dato sapere; certo è che per una semplice mano di bianco ai Portici vecchi (cui è affezionato, poiché un tempo, lì, si teneva il mercato delle vacche), l’uomo del salto della quaglia non può essersi ravveduto. Cosa si sarà fatto promettere questa volta (forse inutilmente, come sempre) si cercherà di comprendere quando sarà approvato il Bilancio del Comune (per la cronaca, l’operazione è stata spostata a fine aprile … vedremo). Forse, temeva di “restare con il becco asciutto”, come sostiene Radio Scarpa; o forse temeva che il Bilancio sarebbe passato comunque attraverso le forche caudine del Consiglio comunale (presieduto dall’ultimo combattente anti-comunista, accanito come quel tale giapponese il quale non si era accorto, dopo quasi trent’anni, della fine della Seconda Guerra mondiale), nonostante i suoi interventi?

Eppure, di questioni aperte sul governo (sempre si fa per dire) della città, ce ne sono tante.
Lo ha ricordato anche l’insospettabile Sindaco di Arquata Scrivia in una recente intervista, nella quale ha annunciato che la Società di Logistica Metrocargo ha acquisito il 70% di Arquata Logistic Services, società di Arquata specializzata nella fornitura di servizi logistici e di stoccaggio per gli operatori industriali. Rammentiamo agli amministratori novesi, qualora se ne fossero dimenticati, che Metrocargo era interessata anche allo scalo di San Bovo e aveva annunciato avrebbe potuto portare inizialmente un centinaio di posti di lavoro a Novi.
In merito a San Bovo, il Sindaco di Arquata ha giustamente affermato di non essersi interessato al caso per non interferire in ambiti non suoi, affermando inoltre (ahinoi) che: “… non c’è nessun documento in cui si accenni al rilancio dello scalo logistico di Novi San Bovo” , dichiarando, altresì, che lo scalo logistico di Novi San Bovo era stato oggetto, in passato, di discussioni in merito ad un suo eventuale recupero. Infine, ha concluso l’intervista con le seguenti parole: “Io, alla fine, non ho capito la politica del Comune di Novi e le sue varie richieste e se c’è stata una linea su Novi San Bovo. Penso che, oggi, lo scalo di San Bovo non stia da nessuna parte”.
Si tratta, come è evidente, di affermazioni gravi e pesanti, che giungono – fatto non secondario – da un Sindaco di centro-destra (dunque non comunista – lo si precisa per Poletto, qualora non lo sapesse -) e che evidenziano senza ombra di dubbio l’incapacità di programmazione del Sindaco, della Giunta novese (in primis dell’Assessore ai Lavori pubblici, il quale aveva dichiarato di occuparsi personalmente – tra un selfie e l’altro – dello scalo ferroviario), di quel che resta della maggioranza, ma anche di chi, come il Mungitore, un po’ partecipa e un po’ no alle scelte della maggioranza stessa. 
Inoltre dimostrano chiaramente la “non-politica” di Lorsignori in merito al trasporto su ferro, in luogo di quello su gomma e si evidenziano in maniera incontestabile l’assoluta mancanza di rapporto e di prospettiva futura con il tessuto industriale novese.
Si può anche tenere insieme le maggioranze con la “carta gommata adesiva”, quella che si usa per i pacchi, per intenderci, ma alla fine i nodi vengono al pettine. A pagare, purtroppo, è la città e, in particolare, i disoccupati.

Un selfie di meno

I commercianti della viuzza dietro i Portici vecchi hanno protestato poiché i lavori per la posa della fibra ottica, che dovevano esaurirsi in pochi giorni, si sono prolungati per oltre un mese; si sono sentiti abbandonati, nessuno li ha avvisati del prolungamento dei lavori e hanno dovuto apporre personalmente un cartello, per avvertire i clienti che i negozi erano aperti. Dopo la protesta Selfie-man, al secolo Assessore ai Lavori pubblici, ha dichiarato che i lavori si sono prolungati più del previsto: ma va?!! Se ne sono accorti tutti … Peccato che il solerte” Assessore non si sia fatto carico di avvertire i commercianti in tempo utile ed offrire loro un minimo di assistenza; né ha scattato il “tradizionale” selfie con il suo faccione … Pertanto – ci si scusa con i lettori – non si è in grado di documentare l’accaduto.

Il Malalingua

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