Il nostro ospedale

Sovente ho scritto della sanità, mettendo più in rilievo l’aspetto speculativo che ci ruota attorno, piuttosto che l’efficienza della sua attività, intesa alle eccellenti cure che vengono somministrate al suo interno con prestazioni professionali di tutto rispetto.
L’aspetto negativo indispone ancora di più, percependo che con un ordinamento appropriato e un controllo giustamente severo, dando merito alle professionalità ed emarginare chi scarsamente si impegna. Con le maestranze e professionalità operanti, che nulla hanno da invidiare a chicchessia, si potrebbe riconquistare la fiducia dei cittadini e ridiventare il fiore all’occhiello come lo era in passato, prima che venisse sventrata nei feudi regionali.

Come disse il defunto Gino Strada, “nella sanità pubblica quando il bilancio è più importante della cura non c’è futuro” Ero ancora molto giovane quando l’allora ministro della sanità Rosi Bindi le diede il colpo di grazie, eliminando gli ospedali locali, considerati piccoli e inefficienti, privilegiando i grossi centri, nei quali era preminente la convinzione di cure migliori, più corrispondenti alle necessità patologiche dei cittadini? È sotto gli occhi di tutti come si è evoluta.
Proprio non riusciamo a vedere i problemi in un’ottica temporale molto estesa, non per mancanza di capacità, ma perché siamo naturalmente soggetti ad operare in relazione alle emozioni del momento, e oppressi dal timore di mettere in pericolo la posizione politica, le convenienze personali. Così facendo, viene a mancare l’armonia d’assieme che in prativa è sinonimo di efficienza e comporta aggiornamenti e adeguamenti, necessariamente continui. Creare un grosso centro ospedaliero, universitario per ogni provincia, all’apice della ricerca e dell’evoluzione tecnico scientifica, in grado di elaborare qualsiasi intervento è sicuramente un progetto eccellente. Come sicuramente è impossibile pretendere dai nosocomi locali di piccole dimensioni, interventi e elaborati, con tecnologie tecnico scientifiche scarsamente adeguate. Necessarie per effettuare grandi interventi , come è altrettanto necessario personale altamente specializzato, ma di qui ad eliminare i piccoli centri, il passo è stato piuttosto azzardato. Certo, questi, vanno continuamente adattati alle esigenze di cure di prossimità e coprirne gli aspetti patologiche di vasta diffusione, ed evitare costosi doppioni a poca distanza con il rischio di sottoutilizzo del medesimi.
Perciò è necessaria una attenta programmazione, partendo dalla soluzione efficacemente pratica che è rappresentata al meglio dal medico di base o medico di famiglia. Costui dovrà essere l’ossatura del servizio sanitario pubblico. Dovrà essere costituito da medici con specifiche attitudini e sensibilità che vanno oltre al concetto di medico e guidi una grande conoscenza del paziente che gli permetta di incanalarli in un percorso guida verso adeguate terapie; oltre naturalmente a un’azione di prevenzione, condizione indispensabile per la salvaguardia della salute e della stessa educazione sanitaria nei cittadini. 

Sono particolarmente affezionato alla figura del medico di famiglia, avendone avuto, per mia fortuna, due, entrambi di eccezionale valore: il compianto dottor Mario Vaccari per quarant’anni, mancato precocemente, il classico bonario amato medico condotto, e l’attuale dottor Pietro Masini da venticinque anni; del quale, non smetterò mai di tesserne le lodi sia per professionalità che per la carica umana che sa mettere in pratica e quindi l’eccellente capacità, di tracciare il percorso in base alla complessità delle patologie per la più rapita ed efficienza soluzione per la guarigione del paziente.

Mi è capitato in passato di trovarmi in una situazione pericolosamente critica e grazie alla perfetta individuazione della diagnosi e alla precisa disposizioni del mio medico, se ebbi modo di uscirne indenne in brevissimo tempo. Come dire venni preso per i capelli. Anche allora dovetti ammirare di persona la professionalità, l’efficienza e la carica umana del personale del nostro ospedale.

Oggi, sono stato testimone diretto dell’assistenza di un mio congiunto, dimesso dal reparto medicina, del nostro ospedale, e di nuovo, qualora c’è ne fosse bisogno riconoscere l’eccellente bravura del dottor Mario Masini, il quale : ha seguito di una accurata visita, accertato una seria patologia, prontamente lo trasferiva al pronto soccorso, con una dettagliata relazione che consentiva agli operatori sanitari di dar corso senza dubbi o incertezze sulle patologie in atto. Preso in cura da un personale straordinariamente efficiente con una carica umana straordinaria che hanno permesso di affrontare il percorso con atteggiamento positivo. Tra tutti il dottor Purceddu giovane medico che lo ha sottoposto continuamente ad un’attenta analisi e adeguati controlli, fino a chiarire l’origine della patologia. Trasferito al reparto medicina , continuavano le cure con un personale medico e paramedico altamente specializzato, magistralmente diretto dal primario: dottoressa Daffonchio e dalle sue collaboratrici. Ma un elogio particolare va esteso anche alle giovani ragazze infermiere e inservienti per l’amorevole cura che si prendevano di un signore, molto anziano con gravi patologie, compagno di stanza del mio conoscente, immobilizzato nel letto e di cui aveva bisogno di ogni attenzione, anche di quelle relative alle più naturali necessità che per naturale pudore vorremmo espletarle nella più assoluta intimità.  Questo avveniva con frequenza, non appena se ne presentava la necessità eseguendoli con comportamenti atti a creare una condizione di sollievo e a farlo apparire di una naturalezza unica.

Si, questa è la sanità che dobbiamo salvaguardare e difendere ad ogni costo, cominciando dal medico di base agli ospedali di prossimità o locali, affinché preservino questa carica di efficienza ma sopratutto di umanità, che è l’altro aspetto non per questo meno importante per una rapida guarigione.
Brave ragazze, il vostro comportamento è commovente e meritate un adeguato riconoscimento, oltre alla nostra riconoscenza, riconoscimento non solo morale ma che dovrebbe essere anche economico, raccolto da chi può provvedere.

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Francesco Giannattasio

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