Aperto (e subito richiuso) per cultura: l’accordo tra i 7 centri zona ha fallito.


È passato poco più di un mese dal grande annuncio di Alexala, l’azienda turistica locale della provincia di Alessandria, del ritorno dell’evento Aperto per Cultura che si sarebbe dovuto tenere nei sette centri zona che hanno firmato l’accordo in pompa magna davanti a giornalisti e fotografi.
Qualcuno parla di problemi tecnici, qualcuno di tempistiche troppo strette ed altri ancora dell’incompatibilità dell’evento con le prossime elezioni comunali in Alessandria.

In ogni caso, resta il fatto che il grande evento diffuso, che negli anni passati ha animato molte città d’Italia, di cui si parlava non si farà e a rimanere a bocca asciutta non è solo la città di Alessandria ma anche Acqui Terme, Casale Monferrato, Ovada, Tortona, Valenza e ovviamente Novi Ligure. 
Giovedì 12 maggio la Confcommercio di Alessandria ha convocato una conferenza stampa dichiarando che l’evento Aperto per Cultura: «Ad Alessandria si fa e torna nella sua collocazione originaria: settembre, il 9 e il 10. Lo faremo il meglio possibile e con amore – dichiara Ferrari –. È un format di Confcommercio che abbiamo sempre proposto noi e nessun altro, curandone l’organizzazione».
«Quando è arrivata la proposta, che è davvero una svolta per questa provincia, abbiamo detto: perché no? Ma poi – spiega Pedrazzi – ci si è resi conto che sarebbe servita una gestazione più lunga. La disponibilità da parte nostra per condividere il format c’è stata e c’è ancora. Ma c’è anche la necessità di non accelerare sulle tempistiche».
Insomma, la grande svolta del coordinamento dei sette centri zona della provincia non c’è stata e, se si prosegue con questi accordi fini a sé stessi senza una vera strategia strutturata e un piano ben disegnato alle spalle, non ci sarà mai.
Questa disfatta dimostra che serve ben altro che una dichiarazione di buone intenzioni per creare e sviluppare eventi, per far vivere le città e i paesi della provincia.
Perché Alexala non supporta i soggetti di promozione ed organizzazione già presenti sul territorio? Perché non si cerca di lavorare e valorizzare quello che già c’è che in molti casi, come il Distretto del Novese, funziona e negli anni ha creato attorno a sé una grossa rete di attori sia pubblici che privati che supportano e seguono sempre le iniziative proposte?

Molte domande ma poche risposte.

Quello che ci auguriamo è che nella nostra città questa estate possano esserci appuntamenti importanti, eventi per far vivere la città e il suo commercio. Molte città vicine stanno già lavorando e hanno già dei ricchi eventi da proporre come Ovada, con il Plebiscito dei vini, Paesi e sapori, il mercatino dell’antiquariato e Fiorissima. solo per citare quelli fino ai primi di giugno; inoltre Arquata, che ha ritrovato il festeggiamento del 1° maggio e che questo weekend ospiterà Fiera in Fiore e Viaggiamo coi libri.

Non ci resta che attendere e sperare che le vie della nostra città questa estate si animino, non solo con motor show, wresling e veline ma con eventi adatti a tutti, famiglie, giovani e meno giovani, che valorizzino davvero Novi e trasmettano quel senso di festa e di spensieratezza che solo l’estate può dare.

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