Abonante, il video: non faremo nessun apparentamento

Ieri sera intorno alle 21 Giorgio Abonante ha dato appuntamento a tutti i candidati della sua coalizione per un commento al volo del risultato che si stava profilando dalle urne, che lo ha visto prevalere nelle preferenze degli alessandrini rispetto agli altri 4 candidati alla carica di Sindaco.

«Non abbiamo ancora vinto nulla – ha detto Abonante ai suoi – è solo la prima tappa, che stiamo vivendo con il sorriso per l’ottimo lavoro che abbiamo fatto. Dobbiamo lavorare ancora due settimane senza arroganza come abbiamo fatto in questi mesi, dove abbiamo dato vita ad un confronto elettorale maturo, con alcuni colpi bassi del centro destra che sono stati subito stoppati».

Abonante ha detto subito una parola chiara sui possibili apparentamenti, in particolare con Giovanni Barosini che con il suo 15% dei consensi si pone come ago della bilancia. «Voglio essere chiaro subito rispetto al tema dell’apparentamento. Abbiamo detto tre mesi fa, quando è partita questa campagna, che non ci saranno apparentamenti, e non li faremo. Non perché ci riteniamo migliori, ma perché è questo il nostro progetto. Discuteremo con tutti, anche con il gruppo che ha sostenuto Barosini e che con quello ha sostenuto Costantino, per vedere se ci sono degli elementi programmatici in comune. ma decideremo insieme cone gestire queste due settimane che abbiamo davanti».

Anche Sean Sacco, consigliere regionale del Movimento 5 stelle, ha commentato su Facebook il risultato del voto che non ha premiato ma lista del suo movimento:
«Analizzare la situazione, rialzarsi, cambiare atteggiamento e continuare il cammino.  Impossibile nascondere l’amarezza per il risultato di queste amministrative. Intendiamoci, non siamo mai andati bene alle amministrative ma questa volta la contrazione è stata forte un po’ in tutta Italia.
Dopo mesi e anni di continuo bombardamento mediatico e notizie strumentali a minare tutto l’operato del Movimento 5 Stelle ci ritroviamo in forte difficoltà, la costruzione di un campo progressista è in cantiere e sono sicuro che sul lungo periodo ripagherà i sacrifici di tutti perché i migliori risultati che abbiamo portato a casa, come le leggi e i provvedimenti che hanno migliorato la vita a milioni di italiani li abbiamo portati a casa con la battaglia e il dialogo, ma tutto questo in termini di consenso costa tantissimo se non si torna in mezzo alla gente. 
Forse è arrivato il momento di fare meno aula e più territorio. Gran parte del nostro elettorato, almeno da noi si è orientato sulle liste più o meno civiche, un’altra parte non è andato a votare. 
Lavorare di più? Ho visto tutti dare il 110% ma non ha portato i risultati sperati. Occorre invece lavorare meglio consolidandosi sui territori. Chi ci conosce, chi segue da vicino il nostro lavoro, ci ha votati. Non basta, non può bastare, occorre andare a parlare con le persone, ascoltare, spiegare chi siamo e cosa facciamo, è finito il tempo del consenso portato dagli slogan e, in una politica allo spando, chi ancora ci crede da fiducia alle persone, l’unico baluardo di concretezza in un mondo sempre più astratto dove gli individui sono sempre più soli, ed è attraverso le persone che dobbiamo veicolare le nostre battaglie. 
Questo pomeriggio il Presidente Conte annuncerà la riorganizzazione del Movimento dopo anni in cui gestire i territori è stato impossibile avremo la possibilità di farlo, con i giusti strumenti. Meglio tardi che mai, scelta rimandata per troppi anni.
In tutto questo voglio ringraziare gli attivisti e i nostri consiglieri comunali che si sono fatti in 4, siete fantastici, la mia seconda famiglia. Voglio ringraziare Susy Matrisciano sempre presente e disponibile, fondamentale per il nostro gruppo. Infine voglio ringraziare il Presidente Conte una persona tutta d’un pezzo sempre pronto a metterci la faccia anche per rimediare ad errori non suoi, e che con immenso impegno e dedizione ci sta tirando fuori da un pantano in cui siamo goffamente scivolati.
Torneremo a splendere, ora rialziamoci, torniamo con orgoglio fra le persone, spilletta al petto e gazebo in spalla per raccontare le nostre battaglie di civiltà casa per casa, piazza per piazza».

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