Verso il voto: 10 domande a Susy Matrisciano

Sesto appuntamento con le interviste ai candidati. Oggi a rispondere alle nostre 10 domande è l’alessandrina Susy Matrisciano, candidata al senato nel collegio Piemonte 2. 

Mariassunta (detta Susy) Matrisciano è nata a Pomigliano d’Arco 47 anni fa. Dirigente di azienda, nel 2018 è eletta senatrice nelle file del movimento 5 stelle. È presidente della commissione lavoro pubblico, privato e previdenza Sociale. Inoltre è membro della commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza e della commissione d’inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere. 

Veniamo alle domande: 

  1. Perché hai deciso di candidarti?

Ho deciso di riproporre la mia candidatura per avere la possibilità di portare a termine quelle battaglie che abbiamo iniziato e che per motivi legati ai numeri, alla crisi pandemica e poi ad una maggioranza troppo larga, non è stato possibile concludere. Parlo della legge sul caregiver familiare, procura nazionale del lavoro e non da ultimo il salario minimo

  1. Quali sono secondo te i principali problemi che il nuovo governo dovrà affrontare? 

Sicuramente nel brevissimo termine si dovrà risolvere l’emergenza energetica per permettere alle famiglie di affrontare i prossimi mesi e garantire alle aziende la continuità produttiva. L’adozione di un tetto europeo del prezzo del gas é sicuramente una misura da adottare insieme al contrasto alle pratiche speculative, ma va fatto di concerto con misure strutturali come accelerazione su ecoenergie e efficienza energetica, stoccaggio europeo comune, costruzione di filiere produttive italiane ed Europee in grado di accompagnare il processo di diversificazione energetica. Per questo da mesi il M5S sostiene sia necessario un Energy Recovery Fund che oltre ad affrontare le criticità dell’immediato ponga le basi per il futuro. I Bonus dell’edilizia ne sono un esempio, perché oltre ad avere avuto un notevole impatto sul Pil e nel rilancio del settore, rappresentano un primo step sulla via della riqualificazione energetica con conseguente riduzione dei fabbisogni. Se non si interviene presto e bene i danni prodotti dall’emergenza energetica costringeranno ad interventi molto più costosi, forse tardivi per famiglie e aziende.

  1. Gli italiani possono aspettarsi che dalle urne esca una compagine di governo stabile? 

Guardando ai continui litigi all’interno delle varie coalizioni, verrebbe da pensare di no o quantomeno ad un governo che su alcuni temi potrebbe trovarsi ad avere difficoltà nel trovare una linea comune, con come risultato il differimento dei temi o soluzioni non adeguate. Scenari dei quali oggi il Popolo Italiano non ha bisogno e non si può permettere. Certo, una soluzione c’è, quella di affidarsi a chi ha messo temi reali e concreti al centro della proposta politica, invece di limitarsi agli slogan.

  1. Molti Italiani sono preoccupati per le radici storiche del partito di Giorgia Meloni. Secondo te il tema dell’antifascismo è ancora attuale oppure sono altri i problemi che sta attraversando il paese?

L’Antifascismo è un dato di fatto, è scritto in Costituzione ed è un elemento fondante di questo Paese, pertanto non cesserà mai di essere di attualità. Premesso questo, i problemi da affrontare sono molti e credo vadano affrontati nel merito con contenuti e proposte, se si hanno. Questo è quello che si attende il Popolo. Basare una campagna solo sull’Antifascismo, pur valore indiscutibile, usandolo come slogan potrebbe essere inteso come cortina fumogena per mascherare l’assenza di proposte.

  1. Quali sono secondo te le riforme più importanti che il futuro governo dovrebbe avviare per affrontare le maggiori urgenze del paese?

Sicuramente una riforma pensionistica che sia innovativa e sostenibile, con una flessibilità in uscita, ma che guardi anche ai giovani e a chi ha avuto carriere discontinue, per loro proponiamo infatti una pensione di garanzia. Riscatto della laurea gratuito e allargamento dei lavori usuranti. 
A questo si deve accompagnare una riforma fiscale e superare quella differenza tra garantiti e non garantiti tutelando anche i lavoratori autonomi

  1. Se sarai eletta, quali sono i temi del nostro territorio che porterai a Roma, e che cosa da Roma riporterai qui? 

Sicuramente occorre continuare ad insistere sul ripristino dell’area di Alessandria smistamento sulla quale ho lavorato incessantemente perché ritengo che il nostro territorio debba ritornare ad essere centrale nel panorama della logistica e dei trasporti, creando quelle opportunità di lavoro “buono” per i nostri giovani.
A Roma bisogna lavorare per approvare norme che abbiano ricadute sui nostri territori per tutelare ad esempio i marchi storici (ricordiamo il caso Pernigotti) per combattere le delocalizzazioni. Occorre lavorare per una sanità pubblica che punti di più sulla territorialità e migliorare la gestione delle cure domiciliari soprattutto per anziani, fragili e persone con disabilità.

  1. Ad ogni elezione, sono sempre meno gli italiani che si recano alle urne. Quali i motivi secondo te, e quali le soluzioni? 

Molti Italiani pensano di non andare a votare ritenendo il loro voto inutile per vari motivi, la disaffezione alla politica in primis. E’ venuto a mancare quello che una volta era il senso di appartenenza che caratterizzava la prima repubblica e questo potrebbe anche essere considerata una naturale evoluzione, non un aspetto negativo, se l’espressione del voto diventa basata sull’analisi di proposte e contenuti e la legittima aspettativa del rispetto di questo. Purtroppo la seconda repubblica é caratterizzata da slogan invece che proposte, da voti richiesti perché “contro” qualcosa o qualcuno, con le aspettative dei cittadini continuamente disattese tra governi tecnici e governi di responsabilità. Ma il non votare agevola di fatto questo sistema basato su leggi elettorali scritte di volta in volta in base all’utilità del momento e per garantire le candidature “gradite”. Abbiamo visto con la riduzione del numero dei parlamentari quali guerre intestine ci siano state all’interno delle coalizioni e degli stessi partiti per ottenere un posto più o meno sicuro, con persone valide a prescindere dalla sigla estromesse a favore di soliti noti. La soluzione? Dare agli Italiani un programma chiaro e dimostrare Loro che si lavora per realizzarlo, senza metterlo da parte il giorno dopo il voto. Dimostrare che la fiducia é stata ben riposta. Durante questa legislatura, il M5S ha realizzato l’80% del programma presentato nel 2018 o quantomeno posto le basi per farlo; credo sia un caso unico e garanzia di credibilità.

  1. Tra sovranismo e europeismo cosa butti giù dalla torre?

L’eccesso dell’uno e dell’altro. Se uno Stato fa parte di una realtà superiore deve lavorare affinché la propria sovranità si manifesti su base paritaria di concerto con quelle degli altri Stati per l’ottenimento di risultati che siano a favore di tutti. L’eccesso di sovranismo porta a contrasti e conflitti, l’eccesso di europeismo se non calmierato può produrre come effetto Stati a diversa velocità, mentre l’obiettivo comune dei padri fondatori era quello di ridurre le differenze e creare un Popolo Europeo uguale, da Nord a Sud come da Est a Ovest. La nostra visione di Europa è quella solidale che durante la pandemia ha fatto fronte comune e ideato il recovery fund grazie alla proposta di Conte.

  1. C’è chi propone di realizzare cimiteri per i feti derivanti da aborto apponendo il nome della madre sulla lapide senza il suo consenso. In alcune Regioni il 90% dei medici nelle strutture pubbliche è obiettore rispetto alla legge 194. Andiamo verso una revisione e/o riduzione di quanto stabilito nel 1978 dalla legge sulla interruzione volontaria di gravidanza? Che posizione hai su questo tema?

Siamo contrari a questa proposta e non sposiamo affatto l’idea di una revisione in senso restrittivo della legge 194. Proponiamo che in ogni struttura sanitaria pubblica ci sia un medico non obiettore. Una possibile proposta sarebbe quella di proporre dei concorsi vincolati che prevedano che per 3/5 anni non si possa cambiare idea in modo da rendere effettivamente esigibile il diritto alla libera scelta per le donne.

  1. Reddito di cittadinanza. Va bene così, va eliminato o va modificato? 

La domanda andrebbe posta a quelle centinaia di migliaia di persone, in gran parte non occupabili, che grazie al reddito e alla pensione di cittadinanza oggi possono continuare ad avere dignità di persona, avere un tetto sopra la testa e fare la spesa. Come ogni provvedimento, può sempre essere migliorato e le criticità risolte; per questo devono fare la loro parte anche le Regioni con le politiche sui centri per l’impiego per le quali é stato a suo tempo previsto oltre un miliardo di Euro. Quindi il Reddito di cittadinanza va assolutamente confermato, sostenuto e migliorato se necessario, il tutto all’interno di un sistema che da una parte garantisca dignità alle persone, dall’altra ne consenta il reinserimento nel mondo del lavoro. Tra l’altro é notizia di oggi come la Germania, presa a modello per le politiche di sostegno sociale, abbia intrapreso la strada di riformarle adottando un metodo molto vicino al Reddito di cittadinanza Italiano.

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

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